Schweizer Literaturpreise 2016

Bern, 18.02.2016 - Schriftliche Fassung der Laudatio von Bundesrat Alain Berset anlässlich der Feier zur Verleihung der Schweizer Literaturpreise 2016 - Es gilt das gesprochene Wort.

Per Alberto Nessi, la vera grandezza sta nelle cose apparentemente insignificanti, poiché è soltanto lì che si manifesta. È questa convinzione a rendere la sua opera così ricca di significato. Una convinzione che assume un valore particolare in un'epoca come la nostra, assetata di una narrativa magniloquente e capace di spiegare il mondo, ma che spesso deve accontentarsi di semplici slogan. Un'epoca, la nostra, in cui a volte ci si dimentica che la dimensione politica diventa comprensibile soltanto nella realtà quotidiana.

Ciò che affascina e anima Alberto Nessi è la vicinanza. La vicinanza intesa come realtà a lui familiare, come realtà periferica. È il fondo personale cui attinge per le sue opere.

Più le dimensioni sono circoscritte, più si può arrivare a conoscere le persone e la complessità, la profondità e forse anche il mistero della loro natura. Alberto Nessi lo riassume in questa formula: «L'universale è il locale meno i muri».

Recentemente ci ha svelato che quando scoprì la letteratura, negli anni 1950, i suoi paesi avevano ancora una fisionomia originale: ognuno diverso dall'altro. Oggi hanno cambiato faccia e si assomigliano un po' tutti. Ma è là, in quei luoghi, che ha scoperto l'ambiguità del reale.

Le sue storie sono popolate di contadini e operai e raccontano di rivolte e scioperi, di solidarietà, ma anche di solitudine e silenzio. Non stupisce, quindi, che gli siano valse l'appellativo di poeta sociale.

Ma Alberto Nessi non ama molto le etichette, anche se l'attributo sociale può non essere del tutto sbagliato. Le etichette, infatti, non sono abbastanza precise; viene a mancare la vicinanza alla persona reale.

Che cos'è un'etichetta, in buona sostanza? Una capitolazione affrettata davanti al mistero, all'ambivalente e, da ultimo, anche davanti alla realtà.

E che cosa vuol dire scrivere? A questa domanda Alberto Nessi ha più risposte: vuol dire non avere l'arroganza di dare tutto per scontato,
non darsi troppe arie, ascoltare gli altri e inventare un mondo che però abbia sempre una radice nel vero.

Alberto Nessi è uno scrittore straordinariamente poliedrico, ma anche un ottimo ascoltatore. Ha una predisposizione all'ascolto, gli piace sentire quello che la gente dice al bar, per strada o in treno. Soprattutto la gente comune o ai margini.

Qui cito: «Mi guardo intorno e vedo un gran deserto». Si tratta di una frase captata al volo e diventata l'endecasillabo iniziale della poesia «Il solitario».

Alberto Nessi è il primo autore di lingua italiana a essere insignito del Gran Premio svizzero di letteratura alla carriera. Questo premio non soltanto ricompensa l'opera di uno scrittore e poeta stupefacente, ma sottolinea anche l'importanza che la Confederazione accorda alla pluralità linguistica e culturale.

Con il nuovo messaggio sulla cultura, la Confederazione intende infatti potenziare il sostegno all'italiano - anche al di fuori della Svizzera italiana - promuovendo l'insegnamento della lingua di Dante e le possibilità di formazione bilingue, rafforzando la presenza dell'italiano, per esempio con manifestazioni culturali, e incrementando gli aiuti finanziari destinati ai traduttori e alle traduttrici nonché alle case editrici.

Come dice Alberto Nessi, «il potere della parola si basa sullo stupore e una poesia vera ci rivela un mondo inaspettato, ci sorprende, ci dà delle emozioni, ci stupisce con la musica delle parole».

E in effetti, l'autore da molti anni ci stupisce con le sue poesie, le sue prose e i suoi saggi.

Le mie più vive congratulazioni ad Alberto Nessi per il Gran Premio svizzero di letteratura alla carriera!


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