Il Consiglio federale intende migliorare l’attuazione delle sanzioni economiche

Berna, 21.12.2018 - Nel suo parere del 19 dicembre 2018 il Consiglio federale accoglie favorevolmente la maggior parte delle raccomandazioni formulate dalla Commissione della gestione del Consiglio degli Stati (CdG-S) sulla partecipazione della Svizzera alle sanzioni economiche. Secondo la CdG-S, la politica svizzera in materia di sanzioni è coerente e nel complesso efficiente. Le raccomandazioni si basano principalmente sull’esecuzione delle sanzioni e sul coordinamento tra i dipartimenti nei casi in cui il rapporto della CdG-S ha rilevato lacune. Il Consiglio federale spiega nel rapporto le modalità con cui intende porvi rimedio.

Sulla base di una valutazione effettuata dal Controllo parlamentare dell’amministrazione (CPA), la CdG-S ha esaminato i vari aspetti della partecipazione svizzera alle sanzioni economiche. Nel suo rapporto del 19 ottobre 2018 la CdG-S rileva che la strategia svizzera in materia di sanzioni è chiara e impostata sui principi nazionali di politica estera e di politica economica estera. Inoltre, considera coerente la politica del Consiglio federale in questo ambito. La CdG-S valuta nel complesso efficiente la preparazione delle ordinanze in materia di sanzioni, gestita dalla SECO. Per contro, rileva alcune carenze nell’esecuzione delle sanzioni disposte, in particolare controlli insufficienti. La CdG-S individua altre lacune nella sorveglianza superiore dell’esecuzione nonché a livello di gestione e di coordinamento tra le unità amministrative coinvolte.

Il Consiglio federale ritiene che la politica svizzera in materia di sanzioni si sia dimostrata valida e debba essere portata avanti seguendo questa linea. Prende atto che anche la CdG-S reputa chiara e coerente la politica da esso perseguita e, in merito alle cinque raccomandazioni della CdG-S, prende posizione come segue.

Applicazione trasparente dei criteri per la ponderazione degli interessi

Il Consiglio federale decide di volta in volta, dopo aver ponderato tutti gli interessi, se allinearsi o meno alle sanzioni disposte dai principali partner commerciali (in particolare l’UE). Considera adeguate le modalità con cui si discutono i criteri giuridici, di politica estera e di politica economica estera, di conseguenza non ravvisa la necessità di adeguamenti.

Strumenti di controllo adeguati e applicazione appropriata

Anche secondo il Consiglio federale, come ritiene la CdG-S, attualmente il controllo delle spedizioni di merci al confine da parte dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD) non è sempre possibile e va migliorato. Si prevede di eliminare le lacune esistenti entro il 2026 nell’ambito del programma di trasformazione DaziT dell’AFD. L’elaborazione del mandato di prestazioni degli organi doganali è già avvenuta con il Preventivo 2017, inserendovi esplicitamente i controlli nel settore delle misure di embargo. Per quanto riguarda i controlli svolti dalla SECO, il Consiglio federale ritiene che già oggi tali controlli siano numerosi, ma che potrebbero essere ancora intensificati, come richiesto dalla CdG-S. Tuttavia, un aumento significativo dei controlli non è realizzabile senza risorse aggiuntive. Dopo verifica, il DEFR sottoporrà, se necessario, una richiesta di risorse in tal senso al Consiglio federale.   

Creazione di una base di dati appropriata

La CdG-S invita il Consiglio federale a esaminare le modalità per migliorare la qualità dei dati delle dichiarazioni doganali. Quest’ultimo è un obiettivo dichiarato del nuovo processo delle merci che verrà attuato nel quadro del programma di trasformazione DaziT dell’AFD entro il 2026.

Valorizzazione sistematica di informazioni tratte dall’esecuzione della politica delle sanzioni

L’AFD mette già oggi sistematicamente a disposizione delle unità amministrative che ne fanno richiesta i dati delle dichiarazioni doganali. L’AFD amplierà notevolmente l’analisi del rischio nell’ambito del programma di trasformazione DaziT al fine di poter fornire dati ancora più precisi. Il Consiglio federale ritiene opportuno che l’AFD e la SECO intensifichino lo scambio reciproco di informazioni per poter svolgere un’attività di controllo ancora più efficace nel settore degli embarghi. La SECO svolge già oggi, se necessario e fondandosi sui dati doganali, analisi statistiche che mirano a individuare le violazioni alle sanzioni. La sorveglianza costante di tutti gli scambi bilaterali con gli Stati sanzionati richiederebbe tuttavia maggiori risorse. Il Consiglio federale respinge la considerazione della CdG-S secondo cui la SECO si limiterebbe a elaborare le notifiche o a concedere le autorizzazioni senza servirsi delle informazioni in esse contenute per controllare la politica delle sanzioni.

Rafforzare la sorveglianza e il coordinamento da parte della SECO

Considerata la ripartizione delle competenze esecutive tra diversi uffici e dipartimenti anche il Consiglio federale ritiene, come la CdG-S, che occorra rafforzare la gestione e il coordinamento a livello interdipartimentale per quanto riguarda la politica delle sanzioni. A tal fine si prevede di istituire un gruppo di coordinamento permanente in materia di politica delle sanzioni sotto la guida della SECO. Il gruppo di coordinamento sarà composto da esperti e si riunirà regolarmente.


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Antje Baertschi, capo Comunicazione della SECO
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