La presidenza della Confederazione svizzera ha una storia diversificata. Se nei primi decenni di esistenza dello Stato confederato tale carica era considerata in quanto riconoscimento, a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento è stato introdotto il principio della rotazione.
Contro la concentrazione del potere
I padri della Costituzione sono descritti nel Dizionario storico della Svizzera come membri del Governo di livello eccezionale, pragmatici e aperti al compromesso. Essi non amavano temporeggiare: nella primavera del 1848 - complice un clima politico favorevole - si misero al lavoro di buona lena, stilando in poche settimane la prima Costituzione dello Stato federale. Decisi a impedire che il potere si concentrasse in poche mani, e in special modo quello dell’esecutivo nelle mani di un’unica persona, istituirono la presidenza della Confederazione, limitando la durata della carica a un anno.
Due detentori di record
Il liberale zurighese Jonas Furrer fu il primo presidente della Confederazione e svolse questa funzione nel 1848 e nel 1849. Nel corso del XIX secolo furono elette alla carica di consigliere federale soprattutto persone molto influenti. Karl Schenk (BE) e Emil Welti (AG), ad esempio, arrivarono a sei legislature ciascuno, stabilendo così un record. Entrambi mantennero a lungo il loro seggio in Governo: Welti per 24 anni e Schenk addirittura per 31 anni, cosa che fa di lui il consigliere federale con la carica più lunga.
Introduzione del principio della rotazione nell’ultimo decennio del XIX secolo
Il principio della rotazione tuttora in vigore, secondo cui il consigliere federale in carica da più tempo è eletto di volta in volta vicepresidente e l’anno seguente presidente della Confederazione, è stato istituito solo a fine Ottocento. In precedenza l’Assemblea federale eleggeva alla carica di presidente soprattutto consiglieri federali particolarmente accreditati. I consiglieri meno amati dai parlamentari dovevano quindi munirsi di pazienza, come nel caso del sangallese Willhelm Matthias Naeff, in carica per 27 anni ma eletto presidente una volta sola (1853). Dei 119 consigliere e consiglieri federali che si contano fino ad oggi, una ventina non ha mai esercitato la funzione di presidente della Confederazione. È successo solo una volta che un presidente della Confederazione non sia potuto entrare in carica: il vodese Victor Ruffy era stato eletto presidente della Confederazione per il 1870 ma morì il 29 dicembre 1869. Non è invece mai accaduto che un presidente della Confederazione si sia dimesso; lo zurighese Wilhelm Hertenstein morì tuttavia nel 1888 durante il suo mandato presidenziale.
Per molto tempo anche ministro degli affari esteri
Nei primi decenni dalla fondazione dello Stato confederato accadeva sovente che il presidente della Confederazione presiedesse, oltre al Dipartimento politico, anche l’antenato del Dipartimento federale degli affari esteri. Nel 1888 i due dipartimenti furono abbinati per la prima volta, e lo furono anche tra il 1897 e il 1920.
Per l'ottava volta una Presidente delle Confederazione
Fino ad oggi, per otto volte, una donna ha ricoperto la carica di Presidente della Confederazione. La prima donna eletta è stata Ruth Dreifuss, nel 1999, seguita da Micheline Calmy-Rey (2007 e 2011); Doris Leuthard (2010 e 2017), Eveline Widmer-Schlumpf (2012) e Simonetta Sommaruga (2015 e 2020).
Nei primi anni dello Stato federale l’elezione del presidente della Confederazione si svolgeva spesso in circostanze abbastanza caotiche. Nell’estate del 1858 fu considerato eletto l’argoviese Friedrich Frey-Herosé fino a quando non fu intentata un’azione, una commissione esaminò le circostanze dell’elezione e fu infine designato come presidente della Confederazione per l’anno 1859 il bernese Jakob Stämpfli. La commissione constatò peraltro nel suo rapporto che le schede elettorali erano state direttamente cestinate e secondo il Foglio federale imputò questa circostanza alla fretta di singoli scrutatori senza ravvisarvi alcuna intenzione fraudolenta. Nel 1860 fu in seguito eletto presidente della Confederazione Frey-Herosé, che nel Consiglio federale era considerato un avversario di Stämpfli.
Stefano Franscini fu membro nel Consiglio federale dal 1848 fino alla sua morte avvenuta nel 1857, rendendo un prezioso servizio alla Confederazione, che nel 19esimo secolo era molto povera e che a causa della sua costituzione progressista veniva guardata con grande diffidenza dagli Stati confinanti conservatori. Franscini era un operoso collezionista di dati, organizzò il primo censimento della popolazione e collaborò a importanti progetti di legge. Uomo introverso e affetto da una crescente sordità, peraltro controverso nel proprio Cantone, non si prestava tuttavia, secondo l’Assemblea federale, a rivestire la funzione di presidente della Confederazione. La sua fama postuma non ne ha comunque risentito.
Lo zurighese Wilhelm Hertenstein era a capo del Dipartimento militare quando fu eletto presidente della Confederazione per l’anno 1888. All’epoca era consuetudine che il Presidente della Confederazione dirigesse al contempo anche il Dipartimento politico, precursore del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Il forestale diplomato Hertenstein riteneva tuttavia che il suo francese, all’epoca la lingua principale della diplomazia, fosse insufficiente cosicché si decise pertanto di porre termine all’abbinamento tra presidenza della Confederazione e Ministero degli affari esteri: dopo la sua elezione a presidente della Confederazione Hertenstein potè rimanere a capo del Dipartimento della difesa. Tuttavia il suo mandato fu segnato da eventi infausti. Nel 1888 si ammalò gravemente, morì in seguito all’amputazione di una gamba. Wilhelm Hertenstein è stato finora l’unico presidente della Confederazione a non aver terminato il suo mandato.
Nel 1891, con il cattolico conservatore lucernese Josef Zemp fu eletto per la prima volta in Consiglio federale un politico che non apparteneva al gruppo liberale radicale. Dopo questa concessione con la quale i liberali, che nel giovane Stato federale avevano una posizione dominante, scongiurarono una crisi di governo, il nuovo arrivato doveva essere sottoposto a un attento esame prima che gli fosse conferito anche il mandato di presidente della Confederazione. Da questo momento in poi il principio di anzianità si affermò come legge non scritta.
Nel 1918 il ginevrino Gustave Ador fu eletto presidente della Confederazione per l’anno 1919 pochi mesi dopo la sua elezione nel Consiglio federale. Le ragioni vanno cercate nella politica estera. Già il fatto che l’ultrasettantenne Ador, membro del piccolo partito liberale, fosse eletto consigliere federale poteva essere inteso come un segnale alla Francia e all’Inghilterra, dopo che nella prima Guerra mondiale il governo elvetico e in particolare il ministro degli affari esteri, Arthur Hoffmann, avevano seguito una linea filotedesca. L’elezione di Ador, noto da decenni come amico della Francia, si rivelò un bene dopo la guerra e la disfatta dell’Impero germanico. È peraltro grazie all’operato di Ador che Ginevra è diventata la sede principale della Società delle Nazioni, organizzazione precorritrice dell’ONU. Alla fine del 1919 Ador si era già dimesso dal Consiglio federale, divenendo nuovamente presidente del CICR.
In termini assoluti ai vertici vi sono due socialdemocratici dalla Svizzera nordoccidentale: Hans-Peter Tschudi (BS) e Willi Ritschard (SO) che ottennero ciascuno 213 voti dall’Assemblea plenaria nell’elezione a presidente della Confederazione, rispettivamente per gli anni 1970 e 1978. Gli anni ‘70 appaiono in generale come una fase in cui i futuri presidenti della Confederazione hanno conseguito risultati da buoni a molto buoni. È difficile fare un confronto lungo tutta la storia, poiché il numero dei consiglieri nazionali è stato fissato a 200 solo nel 1967, mentre prima era talvolta nettamente inferiore. Nei decenni precedenti tuttavia un altro svizzero nordoccidentale ha raggiunto un risultato straordinario: il consigliere federale PLR basilese Ernst Brenner, che nel 1908 assunse il suo secondo mandato come presidente della Confederazione, ottenne 186 voti di 192 possibili all’epoca (96,9 %). Nel 1903 anche il turgoviese liberaldemocratico Adolf Deucher ottenne 173 voti di 180 (96,1 %).
Ultima modifica 18.08.2021