La Segreteria della COMCO conclude l'inchiesta preliminare sui servizi dopo-vendita degli orologi

Berna, 28.08.2018 - La Segreteria della Commissione della concorrenza (Segreteria della COMCO) conclude l’inchiesta preliminare contro i fabbricanti di orologi Swatch Group, LVMH, Rolex, Richemont, Audemars Piguet e Breitling. Essa rinuncia ad aprire un'inchiesta.

L'inchiesta preliminare è stata avviata a seguito di denunce secondo le quali i servizi dopo-vendita (Service Après-Vente; SAV) per orologi non potevano essere eseguiti da orologiai indipendenti, in quanto i fabbricanti non fornivano loro i pezzi di ricambio necessari. L'inchiesta preliminare si è rivolta ai fabbricanti di orologi The Swatch Group SA, LVMH Swiss Manufactures SA, Rolex S.A., Richemont International SA, la société anonyme de la Manufacture d'horlogerie Audemars Piguet e Breitling SA. La questione centrale dell'inchiesta preliminare era determinare se il rifiuto di fornire pezzi di ricambio agli orologiai indipendenti fosse problematico ai sensi della legislazione in materia di cartelli.

Oltre ai fabbricanti di orologi, la Segreteria della COMCO ha interrogato numerosi altri operatori del mercato, quali gioiellieri, orologiai e l'Association Suisse des magasins spécialisés en Horlogerie et Bijouterie In primo luogo è stato necessario chiarire come sono strutturati i sistemi di SAV dei fabbricanti di orologi e quali sono gli effetti sul mercato. Inoltre, sono state raccolte informazioni sulle condizioni di mercato e di concorrenza nel settore dei SAV.

Dall'indagine è emerso che i sistemi SAV si basano su contratti. Questi fissano i criteri di selezione che un partner di SAV deve soddisfare e costituiscono accordi in materia di concorrenza; i sistemi SAV devono essere qualificati come sistemi di distribuzione selettiva. Questi possono essere considerati puramente qualitativi, ciò che secondo la prassi della Commissione della concorrenza (COMCO), non comporta un intralcio notevole alla concorrenza. Tuttavia, questa valutazione non si applica ai fabbricanti di orologi che hanno vincolato la vendita di orologi ai SAV. In questo caso, si potrebbe essere in presenza di accordi che intralciano notevolmente la concorrenza. Ciò nonostante, resta da stabilire se questi accordi potrebbero essere giustificati da motivi di efficienza economica.

Per la Segreteria della COMCO non si può escludere che i fabbricanti possano essere considerati in posizione dominante sul mercato e che i loro sistemi SAV costituiscano un comportamento abusivo. Tuttavia, non si esclude che i fabbricanti di orologi che non vincolano la vendita di orologi ai SAV potrebbero giustificare le loro pratiche come non-abusive. La questione resta invece aperta per i fabbricanti che vincolano la vendita di orologi ai SAV.

Ai fini della valutazione è stato fondamentale il fatto che nell'Unione europea fosse in corso una procedura analoga in cui le stesse questioni erano state sollevate per gli stessi fabbricanti di orologi. La Commissione europea non ha considerato i sistemi SAV come accordi illeciti o come abusi di posizione dominante, in quanto basati su criteri qualitativi definiti e applicati indiscriminatamente in modo obiettivo, proporzionato e uniforme. Non è da escludere che il rifiuto di fornire pezzi di ricambio ai riparatori indipendenti potrebbe essere obiettivamente giustificato. Il ricorso contro la decisione della Commissione europea da parte della CEAHR (Confédération Européenne des Associations d'Horlogers Réparateurs) è stato respinto integralmente dalla Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE).

Nel presente caso la Segreteria della COMCO rinuncia ad avviare un'inchiesta. Ciò è dato dal fatto che non è stato possibile individuare elementi essenziali che suggerissero una valutazione divergente da quella dell'Unione Europea. Pertanto, la Segreteria ritiene che l'apertura di un'inchiesta non sia giustificata.


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