Stretta collaborazione fra la Svizzera e la Francia nella lotta contro la criminalità - L'Accordo relativo alla cooperazione tra le autorità di polizia e doganali entra in vigore il 1° ottobre 2000

Berna, 29.09.2000 - In futuro vi sarà una stretta collaborazione fra la Svizzera e la Francia nella lotta contro la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale. Il 1° ottobre 2000 entra in vigore l'Accordo relativo alla cooperazione tra le autorità di polizia e doganali.

L'Accordo prevede tra l'altro l'istituzione di centri comuni di cooperazione nelle zone di frontiera, lo scambio di agenti di collegamento (a livello regionale e nazionale) e la collaborazione diretta sul luogo tra autorità di polizia e autorità doganali.

E' previsto inoltre l'intervento di unità miste di entrambi gli Stati nella zona di frontiera. Per accertare i reati i servizi di polizia devono assistersi reciprocamente. L'Accordo consente inoltre una collaborazione di polizia spontanea, in particolar modo la trasmissione di informazioni senza previa richiesta. S'intende realizzare in futuro anche una collaborazione in ambito tecnico (ad es. frequenze di radiocomunicazione), lo scambio di dati riguardanti la ricerca di persone o di cose nonché l'osservazione e il perseguimento transfrontalieri.

L'Ufficio federale di polizia (UFP) coordina l'attuazione degli accordi bilaterali nei settori di polizia sul piano nazionale e internazionale. Un gruppo di lavoro composto di rappresentanti dell'UFP, del Corpo delle guardie di confine e delle autorità cantonali di polizia è incaricato di elaborare progetti concreti nel contesto dell'Accordo con la Francia (tra l'altro l'istituzione di un centro di cooperazione nella regione di Ginevra).

La Svizzera ha concluso accordi bilaterali simili con tutti gli Stati confinanti. L'Accordo con l'Italia è entrato in vigore già nel maggio scorso. Seguiranno gli Accordi con la Germania, l'Austria e il Liechtenstein. Martedì scorso, dopo il Consiglio nazionale anche il Consiglio degli Stati ha approvato gli Accordi. Mediante tali Accordi la Svizzera - quale Paese non membro dell'UE e di Schengen - intende evitare di diventare una piattaforma per la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale.


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