La sicurezza sociale degli operatori culturali in Svizzera – situazione e possibili soluzioni

Berna, 28.02.2007 - Il mercato svizzero del lavoro subisce una profonda trasformazione. I rapporti di lavoro a tempo pieno e a tempo indeterminato sono sempre più soppiantati da rapporti di lavoro atipici, quali il lavoro a tempo parziale, l'assunzione a tempo determinato, l'esercizio di attività lucrative per più datori di lavoro e il lavoro indipendente. I rapporti di lavoro atipici sono diffusi particolarmente nel settore culturale. Il Consiglio federale ha preso atto del rapporto che analizza la sicurezza sociale degli operatori culturali e propone soluzioni per migliorare la loro previdenza professionale. Il rapporto chiede però anche agli operatori culturali e alle loro associazioni un maggiore spirito di iniziativa e una maggiore presa di responsabilità.

Su incarico del Consiglio federale un gruppo di lavoro interdipartimentale composto da rappresentanti della Segreteria di Stato dell’economia, dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali e dell’Ufficio federale della cultura ha redatto un rapporto sulla sicurezza sociale degli operatori culturali in Svizzera. Le conclusioni essenziali del rapporto sono le seguenti:

La prima parte del rapporto analizza la situazione lavorativa degli operatori culturali e procede a un confronto con gli altri settori economici. Ne risulta che il settore culturale può essere considerato quale caso esemplare di settore economico con forme di lavoro atipiche. Per quanto riguarda i posti a tempo parziale, i lavori a tempo determinato, l’esercizio di attività lucrative per più datori di lavoro e il lavoro indipendente il settore culturale supera in modo notevole i valori medi economici a livello generale.
Nella seconda parte del rapporto si è esaminato se il sistema svizzero delle assicurazioni sociali tiene conto in misura sufficiente dei rapporti di lavoro atipici. L’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti e l’assicurazione contro la disoccupazione sono impostate in modo adeguato per quanto concerne la sicurezza sociale delle persone con rapporti di lavoro atipici. Tuttavia nell’ambito della previdenza professionale le persone con rapporti di lavoro a tempo determinato di durata inferiore a tre mesi e le persone che esercitano attività lucrative per più datori di lavoro continuano a incontrare serie difficoltà.

Nella terza parte del rapporto gli autori hanno proposto complessivamente otto raccomandazioni per migliorare la sicurezza sociale degli operatori culturali in Svizzera. In due ambiti sarebbe opportuno procedere a modifiche giuridiche o per lo meno a una verifica. Il Parlamento dovrebbe effettuare una revisione dell’articolo 46 della legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP) per quanto riguarda l’assicurazione facoltativa delle persone che lavorano per più datori di lavoro. L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali dovrebbe procedere a una revisione parziale delle disposizioni d’esecuzione dell’articolo 2 capoverso 4 LPP riguardanti i rapporti di impiego di durata limitata. Entrambe le misure hanno lo scopo di migliorare la previdenza professionale degli operatori culturali e di altre persone con rapporti di lavoro atipici. A prescindere da queste due misure, gli operatori e le associazioni culturali possono contribuire a migliorare la situazione sociale nel settore culturale. Infatti, incombe ai lavoratori indipendenti prendere le proprie responsabilità e dare maggiore importanza alla loro previdenza per la vecchiaia. Le associazioni culturali dovrebbero invece creare quanto prima un istituto di previdenza per tutti gli operatori culturali.


Indirizzo cui rivolgere domande

Ufficio federale della cultura: Daniel Zimmermann, Direzione, tel. 031 322 51 69,
e-mail: daniel.zimmermann@bak.admin.ch

Ufficio federale delle assicurazioni sociali: Erika Schnyder, Settore Questioni giuridiche e alta vigilanza PP, tel. 079 230 52 39,
e-mail: erika.schnyder@bsv.admin.ch



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