AIRR: Libera formazione delle opinioni e divieto di discriminazione

Berna, 26.03.2020 - Nel 2019, sono pervenuti all’Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva (AIRR) 30 nuovi ricorsi. Nello stesso arco di tempo, l’AIRR ha evaso 35 procedure. Come si evince dal rapporto di attività, essa ha accertato una violazione del diritto in 3 casi.

Durante il 35esimo anno della sua esistenza, 30 ricorsi sono stati presentati all’AIRR. Gli otto organi di mediazione della SSR e delle emittenti private, che nell’iter procedurale sono anteposti all’AIRR, hanno registrato nel 2019 complessivamente 636 reclami. Pertanto solo il 4,7 % dei casi deferiti ad essi sono sfociati in un ricorso dinanzi all’AIRR. Gli organi di mediazione delle emittenti di radiotelevisione non hanno nessun potere decisionale come l’AIRR, ma fungono da mediatori tra le parti.

Dei ricorsi pervenuti all’AIRR nel 2019, alcuni dei quali diretti contro più contenuti, 19 hanno interessato la regione di lingua tedesca, 3 quella di lingua francese e 8 quella di lingua italiana. 25 ricorsi riguardavano contenuti della SSR e 5 contenuti di emittenti private. Le trasmissioni televisive sono state oggetto di molti più ricorsi (24) che le trasmissioni radiofoniche e l’offerta online (3 l’una).

I ricorsi concernevano soprattutto notiziari e altre trasmissioni informative. L’attenzione si è concentrata su servizi riguardanti temi attuali come diverse indagini penali, i cambiamenti climatici, la legislazione sulle armi, la protezione dei consumatori, i costi delle cure, la cannabis, la violenza domestica, l’eutanasia, i conflitti in Catalogna e in Medio Oriente come pure i partiti e le imprese. La maggior parte delle critiche riguardava la presentazione errata o incompleta dei fatti oppure la realizzazione di un servizio in modo unilaterale, tendenzioso e non equilibrato. Dal punto di vista del diritto in materia di programmi è stato invocato, nella maggior parte dei casi, la violazione del principio della corretta presentazione di fatti e avvenimenti, che tutela la libera formazione delle opinioni del pubblico.

L’AIRR ha accertato una violazione del diritto in 3 delle 35 procedure di ricorso evase nel 2019. Per la prima volta ha accolto un ricorso per violazione del divieto di discriminazione. Il ricorso in questione verteva sulla rappresentazione stereotipata di una donna nel contesto delle trasmissioni di Televisione SRF diffuse durante il campionato mondiale di calcio del 2018. La sequenza contestata ha ridotto una donna tifosa di calcio alle sue caratteristiche sessuali secondarie. Il contesto umoristico non ha relativizzato il carattere sessista della sequenza.

La violazione del principio della corretta presentazione di fatti e avvenimenti era al centro delle altre violazioni di diritto costatate dall’AIRR. Nel caso di un ricorso contro un servizio della televisione regionale Tele Top relativo a un caso di protezione degli animali, il pubblico non è stato in grado di formarsi una propria opinione, visto le immagini diffuse in modo fuorviante e l’assenza di informazioni generali rilevanti. L’AIRR ha accolto un ricorso contro un servizio diffuso nell’ambito della trasmissione a carattere politico “Rundschau” di Televisione SRF sul “caso Maudet”, il quale ha fornito un’immagine unilaterale e tendenziosa del politico ginevrino. La decisione è stata impugnata dinnanzi al Tribunale federale e pertanto non ha carattere definitivo.

In occasione delle ultime deliberazioni pubbliche del 2019, l’AIRR ha inoltre accertato anche per altri due ricorsi una violazione del principio della corretta presentazione di fatti e avvenimenti. Essi riguardavano, da un lato, un articolo online di RSI concernente un decreto di accusa a carico di una giurista italiana (“Si spacciava per avvocata”), dall’altro, un servizio della trasmissione sui consumi “Kassensturz” di Televisione SRF su un “capo pedante” e la sintesi online dello stesso. Le motivazioni scritte delle decisioni concernenti questi ricorsi sono state notificate alle parti solo all’inizio del 2020, motivo per cui le decisioni non rientrano nella statistica del 2019.

Ulteriori informazioni sono disponibili nel rapporto di attività per l’anno 2019 pubblicato di recente e tradotto in tutte le quattro lingue nazionali sotto forma di brochure. Essa può essere ottenuta gratuitamente presso la segreteria e può essere consultata sul sito web dell’AIRR.

L'AIRR, che esiste dal 1984, è una commissione extraparlamentare della Confederazione, di cui fanno parte 9 membri che esercitano la loro funzione a titolo accessorio e una segreteria composta da 3 persone. La commissione è presieduta da Mascha Santschi Kallay, avvocato e consulente in comunicazione. L'AIRR accerta, su ricorso, se i contenuti delle trasmissioni radiotelevisive diffuse da emittenti svizzere o i contenuti dell'ulteriore offerta editoriale della SSR (offerte online, teletext, ecc.) violano le disposizioni concernenti il contenuto redazionale pubblicato. Tali disposizioni riguardano in particolare i principi dell'informazione in materia radiotelevisiva, di cui il principio della corretta presentazione di fatti e avvenimenti ed il principio della pluralità, la protezione dei giovani e il rispetto dei diritti fondamentali, tra cui il divieto di discriminazione o il rispetto della dignità umana. Inoltre l'AIRR ha il compito di valutare se il rifiuto di accordare l'accesso a un programma radiotelevisivo o a un altro contenuto è illegale. Le basi giuridiche sono definite all’art. 93 della Costituzione federale, nella legge federale sulla radiotelevisione e nel diritto internazionale rilevante. Le deliberazioni dell’AIRR sono pubbliche et la procedura di ricorso è in principio gratuita per le parti. Le decisioni dell'Autorità di ricorso possono essere impugnate innanzi al Tribunale federale.


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Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva
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