Corruzione nell’ambito di commesse informatiche presso la SECO: Promossa l’accusa contro quattro persone

Berna, 01.10.2019 - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha promosso l’accusa dinanzi al Tribunale penale federale nei confronti di un ex caposettore responsabile degli acquisti presso la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) e di tre imprenditori. Loro sono rimproverati in particolare di corruzione attiva o passiva in merito all’aggiudicazione di diverse centinaia di commesse informatiche della SECO per un valore totale di circa 99 milioni di franchi.

Il MPC ha accusato l’ex caposettore della SECO principalmente di corruzione passiva (art. 322quater CP) e di infedeltà nella gestione pubblica (art. 314 CP). A due imprenditori è in particolare imputata amministrazione infedele (art. 158 CP) e corruzione attiva (art. 322ter CP). A un terzo imprenditore è addebitata corruzione attiva (art. 322ter CP).

Commesse illecite mediante trattativa privata per un periodo di dieci anni
L’accusa si concentra su diverse centinaia di aggiudicazioni mediante trattativa privata di commesse informatiche della SECO ad aziende di informatica esterne in violazione del diritto vigente sugli acquisti. All’allora caposettore degli acquisti presso la SECO è tra l’altro contestato di essersi lasciato corrompere passivamente per un periodo di circa dieci anni, dal 2004 al 2014, da rappresentanti di diverse aziende di informatica, avendo preteso e ottenuto vantaggi illeciti associati all’aggiudicazione di commesse informatiche per un importo complessivo superiore a 1,7 milioni di franchi tra l’altro sotto forma di inviti, sponsorizzazioni di eventi, contanti o regali. In cambio, ha aggiudicato commesse informatiche principalmente mediante trattativa privata alle aziende da lui preferite; ha dunque aggirato la concorrenza e in questo modo ha danneggiato gli interessi della SECO, che avrebbe dovuto tutelare. Secondo valutazioni del MPC, il volume delle fatture relativo alle aggiudicazioni illecite ammonta a un totale di circa 99 milioni di franchi. Non è possibile determinare retroattivamente i prezzi di mercato dei beni e servizi acquistati a prezzi eccessivi e dunque anche l’effettivo ammontare dei danni.

Per quanto riguarda i tre imprenditori accusati, è loro principalmente addebitato di aver promesso e concesso ripetutamente vantaggi indebiti all’ex caposettore della SECO. Due dei tre imprenditori accusati sono inoltre incolpati di ripetuta amministrazione infedele, perché secondo i risultati delle indagini in qualità di direttori hanno versato fondi dell’azienda su conti offshore per mezzo del pagamento di fatture fittizie. Secondo quanto risulta dell’istruzione penale, hanno utilizzato i fondi così ottenuti per sé stessi, ma in particolare anche per effettuare versamenti all’ex caposettore della SECO.

Svolgimento del procedimento penale
Il procedimento penale del MPC è stato avviato nel 2014 sulla base di una denuncia penale della SECO nei confronti dell’ex caposettore e di ignoti. Nel 2015 è stato congiunto a un procedimento penale cantonale svolto in parallelo e nel mentre è stato ampliato a dieci imputati in totale, dei quali tre imprenditori e un fiduciario sono già stati condannati con sentenza passata in giudicato per mezzo di decreto d’accusa. Per quanto riguarda un ulteriore imprenditore e il suo consulente, il procediemnto è stato chiuso.

Il procedimento penale ha comportato un notevole onere in termini di tempo e risorse a causa dell’elevato numero di atti irregolari e illegali verificatisi durante un periodo di circa dieci anni, dell’entità delle prove e degli atti derivanti nonché per via dei numerosi imputati. Ad oggi, gli atti del procedimento riempiono circa 400 raccoglitori federali. Inoltre, è stato necessario valutare diverse centinaia di migliaia di documenti raccolti dagli inquirenti di fedpol. Oltre ai dieci imputati, sono state altresì interrogate 30 persone informate sui fatti e testimoni in Svizzera.

Come è d’uso, il MPC renderà note le proposte di sanzione in occasione del dibattimento dinanzi al Tribunale penale federale. Con il deposito dell’atto d’accusa, la responsabilità per l’ulteriore informazione passa al Tribunale penale federale. Fino alla decisione passata in giudicato è applicata la presunzione d‘innocenza.


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