La Svizzera ribadisce il proprio impegno a favore della popolazione in Siria e nella regione

Berna, 25.04.2018 - In occasione della seconda conferenza sulla Siria organizzata dall’UE e dall’ONU a Bruxelles il 24 e il 25 aprile 2018 la Svizzera ribadisce il proprio impegno nella crisi siriana. Nel 2018 sono previsti contributi pari a 61 milioni di franchi a sostegno della popolazione in Siria e nei Paesi confinanti. La Svizzera, rappresentata alla conferenza dalla segretaria di Stato supplente Krystyna Marty, stanzia inoltre 7 milioni di franchi a favore della promozione della pace.

Dopo otto anni di conflitto armato, la situazione in Siria resta precaria. Le violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani sono all’ordine del giorno e negli ultimi mesi gli scontri sono diventati più intensi su vari fronti. Nella zona nord-occidentale della Siria, centinaia di migliaia di persone sono in fuga all’interno dei confini del Paese. Oltre 13 milioni sono invece quelle che dipendono dagli aiuti umanitari, tra cui più di 6 milioni di profughi interni. 5,6 milioni di siriane e siriani hanno trovato rifugio nei Paesi confinanti. 

Di fronte al perdurare del conflitto e alle notevoli necessità a cui si deve far fronte è stata organizzata a Bruxelles, sotto l’egida dell’UE e dell’ONU, una conferenza di due giorni degli Stati donatori sul tema «Sostegno al futuro della Siria e della regione». Alla conferenza, la Svizzera ha ribadito il proprio impegno: per il 2018 prevede di stanziare 61 milioni di franchi a supporto della popolazione in stato di bisogno, una somma che porta il contributo totale svizzero, dal 2011 a oggi, a 376 milioni di franchi. Con questo importo la Svizzera non offre solo aiuto umanitario in Siria ma anche protezione e supporto ai profughi e alle comunità ospitanti in Libano, Giordania e Turchia.

La Svizzera si adopera inoltre per la promozione della pace e in particolare sostiene gli sforzi per individuare una soluzione politica al conflitto. A tale scopo, quest’anno sono stati già messi a disposizione 7 milioni di franchi. Anche il rispetto e la promozione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani nonché la lotta contro l’impunità sono al centro dell’impegno svizzero.

A capo della delegazione svizzera, Krystyna Marty Lang ha sfruttato l’occasione offerta dalla conferenza per chiedere che si arrivi a una soluzione pacifica nel quadro di colloqui di pace sotto l’egida dell’ONU e che si eviti un ulteriore inasprirsi della situazione. Krystyna Marty Lang ha richiamato tutte le parti in conflitto al rispetto del diritto internazionale umanitario e alla protezione della popolazione civile, garantendo stabilmente l’accesso agli aiuti umanitari.


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