Navi d’alto mare: il DEFR punta a ridurre al minimo i danni

Berna, 20.04.2018 - Il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) ha preso atto della verifica, preannunciata dalla Delegazione delle finanze delle Camere federali (DelFin), della procedura di vendita delle navi svizzere d’alto mare e delle relative modalità di disbrigo dell’affare. Il DEFR garantisce alla DelFin pieno sostegno. Per quanto riguarda gli impegni di fideiussione in questo ambito, sinora il Dipartimento ha fatto il possibile per ridurre al minimo i danni a carico della Confederazione.

Nell’estate del 2015 con l’aggravarsi della crisi della navigazione d’alto mare le fideiussioni federali per le navi delle società armatrici svizzere ammontavano a circa 770 milioni di franchi e i maggiori interessati erano i gruppi SCL e SCT, con dodici navi. All’epoca, in stretta collaborazione con il Dipartimento federale delle finanze (DFF), era stato possibile trovare una soluzione con le banche allo stato d’insolvenza delle società interessate ed evitare così un crollo disordinato della flotta.

Dopo il fallimento degli sforzi intrapresi per risanare le finanze dei gruppi SCL e SCT e dopo che il funzionamento delle navi è stato garantito solo con crediti temporanei a sei zeri stanziati dalla Confederazione, nell’autunno del 2016 le società hanno accettato come ultima ratio la vendita delle navi. La Confederazione ha dovuto percorrere questa strada anche alla luce dei risultati dell’inchiesta amministrativa commissionata dal capo del DEFR.

In qualità di garante, la Confederazione aveva un margine d’influenza limitato: gestione e potere decisionale erano nelle mani degli organi responsabili delle società. La Confederazione ha comunque fornito il miglior sostegno possibile per cercare una soluzione adeguata, finalizzata a salvaguardare i propri interessi finanziari. Tuttavia, nonostante le misure prese insieme ad esperti del settore navale, il ricavato ha potuto coprire solo una parte dei crediti garantiti e la Confederazione ha subito gravi perdite dopo il ricorso alle fideiussioni.

I contratti di vendita per le navi interessate sono stati firmati nel maggio 2017. A questa data la perdita massima della Confederazione è stata stimata a 215 milioni di franchi, ragione per cui nella sessione estiva 2017 le due Camere hanno approvato un credito aggiuntivo pari a questo importo. Nel frattempo, i prezzi delle navi sono stati pagati integralmente e le navi sono state consegnate agli acquirenti. Le società armatrici sono attualmente in liquidazione. Nell’ambito del processo ancora in corso, la Confederazione ha potuto incassare 11 milioni di franchi ritirando le fideiussioni, riducendo così la perdita a un massimo di 204 milioni di franchi. L’obiettivo è di diminuire ulteriormente questo importo.

Il DEFR sta facendo il possibile per chiarire i motivi delle ingenti perdite e le autorità penali competenti stanno esaminando vari fatti. Anche in base ai risultati dell’inchiesta amministrativa, l’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE) ha rafforzato la vigilanza sulle società armatrici coinvolgendo rinomati esperti del settore. Anche se la situazione non può essere paragonata a quella di nessuna delle altre società armatrici, quanto fatto dalla DelFin in questo caso sarà utile per qualsiasi processo di vendita futuro.

Dalla metà del 2015 il Consiglio federale, il Controllo federale delle finanze (CDF) e la DelFin sono tenuti al corrente degli sviluppi della situazione in via continuativa e trasparente. Il DEFR ha preso tutte le decisioni in collaborazione con l’Amministrazione federale delle finanze (AFF) e con il capo del DFF.

Il DEFR continuerà a collaborare a stretto contatto con la DelFin anche nel quadro della verifica preannunciata, offrendole il proprio sostegno. L’obiettivo principale del Dipartimento resta quello di garantire che le perdite subite dalla Confederazione a causa del ricorso alle fideiussioni rimangano il più possibile contenute. Il Dipartimento è convinto di aver utilizzato, da metà 2015, tutte le risorse disponibili in questo senso.

Nell’ambito della legge sull’approvvigionamento del Paese, dal 1959 la Confederazione concede fideiussioni agli armatori attivi nella navigazione marittima allo scopo di mettere le navi d’alto mare al servizio dell’approvvigionamento economico del Paese in caso di crisi e di garantire l’approvvigionamento di beni. Le fideiussioni sono state rinnovate per l’ultima volta nel 2008 e le ultime relative a navi d’alto mare scadranno nel 2032. Le fideiussioni federali per le navi d’alto mare ammontano oggi a poco più di 500 milioni di franchi.


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