Ricevimento d’inizio anno in onore del Corpo diplomatico

Berna, 11.01.2017 - Allocuzione della presidente della Confederazione Doris Leuthard, Berna, 11 gennaio 2017

(Fa fede la versione orale)

Reverendissimo Monsignor Nunzio

Onorevole Consigliere federale

Onorevole Presidente del Consiglio nazionale

Onorevole Presidente del Consiglio degli Stati

Eccellenze

Gentili Signore e Signori

  • desidero innanzitutto ringraziare il presidente del Consiglio nazionale, onorevole Stahl, e il presidente del Consiglio degli Stati, onorevole Bischofberger, per aver messo a disposizione il Palazzo del Parlamento per questo ricevimento.
  • i miei ringraziamenti vanno anche al Monsignor Nunzio nonché decano del Corpo diplomatico per i suoi auguri di buon anno e per il suo appello.

Eccellenze,

all’inizio di questo 2017 possiamo constatare ulteriori passi avanti in relazione ad alcune priorità fondamentali per l’umanità: la quota di popolazione mondiale che vive in estrema povertà è ulteriormente diminuita attestandosi attorno al 10 per cento; l’accesso all’istruzione, all’elettricità o alla mobilità non è mai stato garantito per così tante persone come oggi. Cionondimeno la comunità internazionale deve ancora affrontare sfide importanti quali il terrorismo, la violenza, la povertà e i cambiamenti climatici. Nonostante gli innumerevoli e incessanti sforzi, la guerra, il terrorismo e la violenza fanno ancora parte della quotidianità di milioni di persone. Questa situazione è inaccettabile. Anche in Europa siamo stati confrontati, nelle settimane e nei mesi scorsi, a terribili attentati.

Parallelamente nel mondo si osserva una certa chiusura e un aumento dei fondamentalismi e del populismo. La storia ci insegna che questi fenomeni vanno di pari passo con la perdita della prosperità e della sicurezza. Gli Stati che si fondano sulla certezza del diritto, la garanzia della proprietà e i principi del buon governo sono di norma più prosperi. 

È fondamentale unire le nostre forze per affrontare le sfide che riguardano noi tutti. Penso in particolare ai conflitti armati in diverse regioni del mondo, ai cambiamenti climatici, ai fenomeni migratori e al rallentamento dell’economia mondiale.

Nel corso della sua lunga storia la Svizzera è passata attraverso diverse fasi contrassegnate da conflitti sociali o da un atteggiamento di isolamento e di chiusura da parte di singoli gruppi della popolazione. Queste prove ci hanno insegnato da un lato che è necessaria una «cultura della conciliazione». Dall’altro abbiamo imparato che nei momenti difficili è possibile trovare soluzioni unicamente se le parti sono disposte a sedersi allo stesso tavolo alla ricerca di un compromesso.

È questo l’approccio che deve essere adottato anche a livello internazionale. Ogni Paese ha la sua storia e le sue specificità. La globalizzazione mette tutti noi alla prova nei modi più svariati e non rende tutti felici. Tuttavia l’attuale tendenza all’isolamento non è la soluzione. Solo gli scambi tra gli Stati contribuiscono a risolvere i conflitti e a ridurre la povertà nel mondo.

Eccellenze,

tutti noi qui presenti a questo ricevimento d’inizio anno occupiamo posizioni di particolare responsabilità e abbiamo la possibilità di fornire il nostro contributo per migliorare la stabilità e risolvere i conflitti. L’Accordo sul clima concluso a Parigi è per diversi aspetti un eccellente esempio di una politica internazionale comune di successo. È un grande progresso essere riusciti a trovare una risposta a un problema globale accordandosi su un obiettivo comune e prendendo nel contempo in considerazione misure nazionali specifiche e ambizioni divergenti. L’Accordo considera i diversi stadi di sviluppo dei Paesi e, pur lasciando loro un certo margine di tempo per conformarsi agli obiettivi, li vincola tutti, Paesi industrializzati e Paesi in sviluppo. La strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo sarà comunque lunga.

Anche in ambito migratorio si osservano segnali che consentono di pensare che il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati permetterà di migliorare le sorti dei migranti. Sono ancora necessari grandi sforzi nella lotta contro la violenza e il terrorismo, ma anche in questo campo si osservano miglioramenti nella cooperazione internazionale. 

La politica estera della Svizzera seguirà i seguenti indirizzi strategici:

  • A livello internazionale la Svizzera si impegnerà a favore dell’economia, della ricerca scientifica nonché della pace e della sicurezza. Anche il rafforzamento del diritto internazionale costituirà una delle priorità del nostro Paese poiché riflette i nostri valori e gli ideali democratici e di libertà sui quali si fonda il nostro Stato federale. Un aumento della sicurezza, del diritto e della libertà nel mondo rafforza la dignità umana e ha un effetto stabilizzatore. La Svizzera intende quindi proseguire i suoi sforzi in questo senso.
  • La Svizzera intende sviluppare ulteriormente le relazioni con l’Unione europea e con gli Stati membri, in particolare con i nostri Stati limitrofi e con i nostri principali partner. A dicembre il Parlamento ha votato un’attuazione dell’articolo costituzionale sull’immigrazione di massa che rispetta l’Accordo sulla libera circolazione delle persone con l’UE e che consente una migliore gestione dell’immigrazione mediante misure nazionali. Questo passo contribuirà a normalizzare le nostre relazioni con l’UE.
  • È indispensabile che il mondo torni a essere una comunità di Stati. In questo processo le istituzioni internazionali storiche sono chiamate a svolgere un ruolo determinante. Penso in particolare all’ONU che ha appena nominato il suo nuovo segretario generale. Noi tutti siamo aspettiamo di scoprire quali saranno le sue priorità. I singoli Paesi saranno in ogni caso chiamati ad assumersi i loro doveri e talvolta a far passare i propri interessi in secondo piano per il bene della comunità. Anche in questo ambito i nuovi capi di Stato definiranno le loro priorità.  

Eccellenze,

Alla luce delle sfide che ci attendono, il 2017 promette di essere un anno avvincente. Internet ci informa quasi in tempo reale sull’attualità. Una corretta collocazione delle informazioni, la definizione di priorità e l’analisi non sono mai stati così importanti come oggi. Mi piace pensare che la fitta rete di scambi internazionali qui in Svizzera, tra di voi quali rappresentanti di molteplici Stati e con le autorità, i dirigenti dell’economia, le personalità del mondo scientifico e gli specialisti in ambito culturale e religioso svizzeri possano contribuire alla ricerca di soluzioni comuni. Vi ringrazio del vostro contributo.

Ho l’onore di porgere a voi e agli Stati che rappresentate i migliori auguri da parte del Consiglio federale e della popolazione svizzera, nonché i miei auguri personali di pace, sicurezza e prosperità. Vi ringrazio dell’attenzione.


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