Estradizione impossibile in due casi

Berna, 17.03.2016 - Le due persone naturalizzate, presunti membri della cellula di Frauenfeld della 'ndrangheta calabrese, non saranno estradate all’Italia. L’Ufficio federale di giustizia (UFG) ha informato le autorità italiane che entrambi gli interessati si oppongono all’estradizione e che, in quanto cittadini svizzeri, non possono essere estradati senza il loro consenso.

Anche i 15 cittadini italiani arrestati l'8 marzo 2016 nei Cantoni di Turgovia, Zurigo e Vallese si oppongono all'estradizione all'Italia. L'UFG esaminerà se sono adempiute le condizioni per un'estradizione secondo la Convenzione europea di estradizione. Visto che l'UFG ritiene minimo il rischio di fuga e di collusione, negli scorsi giorni 12 dei 13 presunti membri della cellula di Frauenfeld della 'ndrangheta calabrese sono stati messi in libertà su cauzione o predispondendo altre misure cautelari (consegna di documenti, obbligo di notifica). Gli interessati si sono impegnati a mettersi a disposizione in qualsiasi momento per la procedura di estradizione.

Non è prevista la scarcerazione delle due persone arrestate in Vallese, nei confronti delle quali il 21 ottobre 2014 il Tribunale di Reggio Calabria aveva pronunciato una condanna a pene detentive di rispettivamente nove e sei anni per reati commessi in Italia (partecipazione a un'organizzazione criminale). La Svizzera è quindi obbligata a estradare le due persone sempreché siano soddisfatte tutte le condizioni. Nel caso dei presunti membri della cellula di Frauenfeld, per contro, non è dato un obbligo di estradizione, poiché si presume che i reati siano stati commessi in Svizzera.


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