Doris Leuthard: il quinto rapporto dell’IPCC deve ispirare la politica climatica mondiale

Berna, 03.11.2014 - Il quinto rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) deve essere da stimolo per l'attuale politica climatica mondiale e quella dopo il 2020: lo ha indicato la Consigliera federale Doris Leuthard il 3 novembre 2014 a Berna. Secondo la Consigliera federale, il rapporto mostra che è possibile far fronte alle conseguenze del riscaldamento climatico sia con una drastica riduzione delle emissioni di gas serra sia con misure di adattamento al cambiamento climatico. I risultati dell’IPCC sosterranno le decisioni della prossima conferenza sul clima, prevista nel dicembre 2014 a Lima, e della conferenza di Parigi nel 2015.

La Consigliera federale ha assistito alla presentazione dei risultati principali del rapporto da parte dell'IPCC il 3 novembre 2014 a Berna. In presenza di Rajendra Pachauri, presidente dell'IPCC, nonché di Thomas Stocker e Chin Dae, copresidenti del Gruppo di lavoro 1 dell'IPCC (basi scientifiche), ha rilevato che il rapporto presenta un'analisi dettagliata e integrata della situazione.

Il riscaldamento climatico è «inequivocabile». Le emissioni non hanno mai raggiunto i livelli attuali. Le misure adottate non sono sufficienti per limitare il riscaldamento climatico a un livello sopportabile fino alla fine del secolo (all'incirca due gradi al di sopra dei livelli dell'epoca preindustriale).

Agire per ridurre i rischi legati al riscaldamento

Questi risultati devono servire da stimolo alla politica climatica a tutti i livelli: nazionale, internazionale, nell'ambito della riduzione delle emissioni e in quello dell'adattamento, ha precisato Doris Leuthard. Ogni Paese ha il dovere di agire con risolutezza per ridurre i rischi legati all'aumento incessante delle emissioni di gas serra e diminuire l'impatto delle attività umane sul clima.

Il rapporto dell'IPCC sosterrà le decisioni della prossima conferenza sul clima, prevista nel dicembre 2014 a Lima, e della conferenza di Parigi nel 2015, dove dovrebbe essere finalizzato un nuovo accordo climatico per il periodo successivo al 2020, ha proseguito la titolare del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC).

Al cospetto della crescita delle emissioni globali, gli Stati, senza alcuna eccezione, devono agire subito e non aspettare che entri in vigore il nuovo accordo. Il rapporto dell'IPCC indica infatti che, nell'ultimo decennio, l'aumento più cospicuo delle emissioni si è registrato nelle economie emergenti.

Cambiare i modelli di produzione e di consumo

Il rapporto indica inoltre che esistono strumenti per invertire la curva delle emissioni: le energie rinnovabili, l'economia verde, le tecnologie intelligenti, i trasporti pubblici e l'efficienza energetica. «La soluzione è nelle nostre mani, dobbiamo tuttavia cambiare i nostri modelli di produzione e le nostre abitudini di consumo», ha dichiarato Doris Leuthard, che ha peraltro ribadito che è possibile realizzare questa svolta senza rinunciare a comfort e benessere. La Consigliera federale ha infine rammentato la politica energetica 2050, grazie alla quale il Governo vorrebbe ridurre il consumo di energia fossile.

Politica ambiziosa della Svizzera

La Svizzera, che provoca lo 0,1 per cento delle emissioni mondiali, conduce una politica climatica ambiziosa, ha inoltre rilevato Doris Leuthard. Ha raggiunto il suo obiettivo di riduzione dei gas serra per il primo periodo d'impegno nell'ambito del Protocollo di Kyoto (2008-2012). Per il secondo periodo d'impegno ha annunciato l'intenzione di ridurre, entro il 2020, le emissioni del 20 per cento rispetto al 1990. Dovrebbe ratificare questo impegno prima della conferenza di Parigi. È anche stata avviata l'attuazione della strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. La Svizzera fornisce inoltre un importante sostegno finanziario, tecnico e di rafforzamento delle capacità ai Paesi in via di sviluppo. «La Svizzera agisce e continuerà ad agire per lottare contro il riscaldamento climatico», ha concluso la Consigliera federale.


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