Impatto e sfide del sistema Dublino: rapporto del Consiglio federale

Berna, 14.05.2014 - Il sistema Dublino prevede per ogni domanda d’asilo un solo esame materiale in un solo Stato. Nel 2012 tale sistema ha consentito alla Svizzera di non entrare in materia di 9130 domande d’asilo – è quanto rileva un rapporto adottato mercoledì dal Consiglio federale e redatto in adempimento del postulato Humbel 12.3250 "Schengen/Dublino deve finalmente funzionare".

La Svizzera, come l'Unione europea (UE), ha tutto l'interesse ad avere un sistema funzionante. Ecco perché il Consiglio federale prodiga un impegno continuo per intrattenere buone relazioni con altri Stati Dublino. La Svizzera offre sostegno mirato - in via bilaterale o attraverso misure coordinate con l'UE - agli Stati Dublino il cui sistema d'asilo subisce particolari pressioni. Nel suo rapporto il Consiglio federale afferma di conoscere le sfide citate dall'autrice, in particolare quelle riguardanti la Grecia e l'Italia, e di assumere le proprie responsabilità.

Il rapporto si sofferma tra l'altro sul rilevamento delle impronte digitali alle frontiere esterne di Schengen. Per rendere affidabile il sistema Dublino, gli Stati devono registrare nella banca dati Eurodac tutti i cittadini di Stati terzi. I dati a disposizione dimostrano che gli Stati Dublino assolvono tale obbligo. Il rapporto illustra poi le misure adottate per contenere le domande d'asilo abusive. Nell'agosto del 2012 la Svizzera aveva introdotto una procedura di 48 ore per impedire domande del genere da parte di cittadini di Stati esentati dal visto, in particolare Bosnia e Erzegovina, Macedonia e Serbia. Da allora il numero di tali domande è in calo nel nostro Paese - in contrasto con la tendenza registrata su scala europea.


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