L’Ufficio federale del servizio civile limita il riconoscimento di nuovi istituti d’impiego

Thun, 23.05.2019 - Dal 1° luglio 2019 l’Ufficio federale del servizio civile (CIVI) riconoscerà in modo più mirato i nuovi istituti d’impiego. Intende così garantire che l’offerta di posti d’impiego in singoli ambiti d’attività e Cantoni non sia eccessiva e che il maggior numero possibile di impieghi si svolga nell’ambito degli attuali programmi prioritari «Assistenza e cure» e «Protezione dell’ambiente e della natura». La sospensione dei nuovi riconoscimenti migliora le possibilità per gli istituti d’impiego riconosciuti di ingaggiare dei civilisti.

Dal 1° luglio 2019 verranno riconosciuti soltanto gli istituti d’impiego che offrono impieghi nell’ambito dei programmi prioritari «Assistenza e cure» e «Protezione dell’ambiente e della natura». Inoltre, il grado di occupazione dei posti d’impiego esistenti (indicatore del grado di occupazione dei posti d’impiego) nell’ambito d’attività di un nuovo istituto d’impiego in un dato Cantone deve essere superiore al 25 per cento. Un rapporto equilibrato tra domanda e offerta è importante ai fini dell’efficienza dell’esecuzione. Fanno eccezione le aziende attive nell’ambito d’attività «Catastrofi e situazioni d’emergenza» e quelle situate nelle regioni periferiche. Per tutte le altre aziende il CIVI sospende i nuovi riconoscimenti, in modo da garantire il controllo della domanda e dell’offerta.

Controllo del fabbisogno e della domanda

Per far fronte al forte incremento del numero di civilisti osservato dal 2009 in poi, fino al 2015 il CIVI ha aumentato in modo mirato il numero di istituti e posti d’impiego, affinché i civilisti potessero continuare a prestare i loro giorni di servizio. Ogni anno vengono riconosciute diverse centinaia di nuovi istituti d’impiego che soddisfano i requisiti legali; altre aziende riconosciute si ritirano o il loro riconoscimento è revocato dal CIVI. Nel 2018 il numero di istituti d’impiego è diminuito in totale di 64 unità rispetto all’anno precedente. L’occupazione dei posti d’impiego offerti varia da un ambito d’attività e da un Cantone all’altro. Affinché i civilisti possano adempiere in qualsiasi momento il loro obbligo di servizio, deve sempre essere disponibile un numero sufficiente di posti d’impiego liberi. Al 31 dicembre 2018 il numero di giorni di servizio prestati era calato del 6,6 per cento rispetto all’anno precedente; a lungo termine, se entreranno in vigore le misure adottate dal Consiglio federale per ridurre sensibilmente il numero di ammissioni, i giorni di servizio dovrebbero continuare a regredire, arrivando a 1,3 milioni entro il 2030 (attualmente: 1,7 mio.). Il CIVI riesaminerà periodicamente l’efficacia di questa limitazione e, se la situazione dovesse cambiare, potrà procedere a un adeguamento della misura.

Impatto, fabbisogno e domanda

Per controllare l’impatto degli impieghi, dal 2004 sono stati istituiti programmi prioritari nei settori delle cure, dell’assistenza e dell’ambiente. I civilisti prestano il loro periodo d’impiego di lunga durata di 180 giorni nell’ambito di questi programmi. Ai fini della neutralità del mercato del lavoro, l’offerta di posti deve superare la domanda. Per ragioni di efficienza dell’esecuzione, occorre intervenire sull’offerta eccedente di posti esistenti. La legge sul servizio civile prevede in particolare che il CIVI può respingere le domande di riconoscimento degli istituti d’impiego se in un certo ambito d'attività il numero di impieghi possibili è significativamente superiore alla domanda. Il CIVI si avvale ora di questa opzione di controllo. Nel 2017 ha già sospeso il riconoscimento di nuovi istituti d’impiego nell’ambito d’attività dell’agricoltura.


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