Proteggere meglio gli impiegati dello Stato contro gli atti di violenza

Berna, 01.12.2017 - Da anni il numero degli atti di violenza compiuti nei confronti di impiegati dello Stato si attesta su livelli costantemente elevati. Il Consiglio federale condanna questa forma di violenza e ritiene auspicabile adottare soluzioni per proteggere gli impiegati dello Stato a vari livelli, anche al di fuori del diritto penale. Nella seduta del 1° dicembre 2017, il Consiglio federale ha approvato il rapporto "Proteggere meglio gli impiegati dello Stato contro gli atti di violenza" in adempimento del postulato 13.4011 della Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale. Il rapporto affronta inoltre la questione della tutela giuridica per le forze d’intervento in caso di uso di armi da fuoco.

Guardie di confine, agenti di polizia, operatori sociali: in qualità di collaboratori di un'amministrazione comunale, cantonale o dell'Amministrazione federale fungono da rappresentanti del potere dello Stato. A causa della loro funzione essi sono sovente esposti a offese, minacce e violenza. Da anni il numero degli atti di violenza nei confronti di tali impiegati si attesta su livelli costantemente elevati. Le ragioni che conducono a questi episodi di violenza sono molteplici. La tipologia degli autori di questi reati nonché le loro motivazioni sono le più variegate: si va dai cittadini che agiscono d'impulso ai querulomani, passando per i tifosi violenti che compiono atti di vandalismo agli estremisti politici. Tuttavia, mancano conoscenze approfondite sulla diffusione del fenomeno a livello svizzero e sull'impatto che può avere sull'attività lavorativa quotidiana.

Diversi ambiti d'intervento

Il Consiglio federale condanna la violenza nei confronti di impiegati dello Stato e fa tutto il possibile per prevenire questa forma di violenza. Questo approccio trova conferma nei diversi progetti legislativi in corso quali l'armonizzazione delle norme penali e la modifica del diritto sanzionatorio, che oltre a una pena pecuniaria prevede, a determinate condizioni, la reintroduzione della pena detentiva di breve durata. Le norme di carattere penale rappresentano comunque soltanto uno degli strumenti per proteggere gli impiegati dello Stato. Il Consiglio federale raccomanda pertanto ai Cantoni, che sono chiamati a garantire la protezione dei propri impiegati, di istituire una gestione delle minacce e dei rischi, sul modello di quella messa a punto nella Svizzera centrale. Questa soluzione consentirà di creare standard edilizi, tecnici e organizzativi uniformi per la protezione degli impiegati dello Stato.

Tutela giuridica in caso di uso di armi da fuoco

All'interno del rapporto, il Consiglio federale ha affrontato pure la questione dell'uso delle armi da fuoco da parte di agenti di polizia. Tale materia è disciplinata dalle leggi cantonali di polizia.

Il Consiglio federale ritiene infine che debba essere lasciato all'apprezzamento della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS) decidere se la norma sull'uso dell'arma di servizio debba essere formulata in modo più uniforme e comprensibile al fine di disciplinare la tutela giuridica degli agenti di polizia impiegati nel quadro di interventi.


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