Guglielmo Tell, la politica e il Ticino

Berna, 01.08.2017 - 1o agosto 2017, Breggia TI - Allocuzione di Consigliere federale Johann N. Schneider-Ammann, capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca DEFR

Il primo d’agosto ha due volti: è un giorno di festa, ma è anche un momento di riflessione sul nostro Paese e sul suo itinerario.

Celebriamo oggi il compleanno della Svizzera in un clima festoso, ma anche un po’ serio. Questa giornata ci fa capire qual è l’importanza dello «stare insieme». Ed è proprio su questo «stare insieme» che vorrei concentrarmi.

Per il Ticino questo primo d’agosto è una giornata di doppia allegria. Per tutti gli ospiti venuti qui oggi e, in particolare, per i liberali ticinesi, organizzatori di questa festa qui a Lattecaldo. Per la prima volta in questo millennio, infatti, il vostro Cantone e il vostro partito possono nuovamente aspirare a un seggio in Consiglio federale. 

Tra i loro ranghi i liberali ticinesi vantano personalità di spicco! La nomina di Ignazio Cassis era nell’aria già da tempo. E oggi è stato ufficialmente confermato (come) candidato unico del partito liberale radicale ticinese. Mi congratulo vivamente con te, caro Ignazio, per questa importante nomina!

Un primo dado è tratto. Mi congratulo per questo importante passo per la corsa al Consiglio federale. E ringrazio anche chi ha partecipato a questa selezione di alto livello. Gli ambienti politici svizzeri ne hanno sicuramente preso atto: il Ticino è più che mai pronto!

Il processo di selezione prosegue ora a livello nazionale. Anche gli svizzeri-tedeschi sanno che il Ticino non è soltanto uno dei 26 Cantoni. Il Ticino rappresenta tutta la Svizzera di lingua italiana: non soltanto gli abitanti del Ticino e dei Grigioni italiani, ma anche un numero altrettanto grande di italofoni domiciliati nel resto del Paese.

La Costituzione federale sancisce che in Consiglio federale le diverse regioni linguistiche siano equamente rappresentate. Ma anche altri colleghi liberali in altre regioni del nostro Paese hanno il diritto di concorrere al seggio divenuto vacante. Sarà il Parlamento ad eleggere il nuovo Consigliere federale. Che vinca il migliore!

La cultura politica della Svizzera è caratterizzata dalla volontà di mantenere unito un Paese ricco di contrasti e diversità. Un Paese che si è progressivamente sviluppato nel corso dei secoli. Un Paese con 15 Cantoni di confine.

Poiché in un Paese piccolo come il nostro gli oneri collettivi gravano su poche spalle, la solidarietà è un fattore molto importante. Battere la concorrenza internazionale è difficile, soprattutto nelle piccole regioni di confine. Il Consiglio federale ne è consapevole. Ma l’esperienza che ho maturato qui in Ticino come grande datore di lavoro m’insegna che ce la possiamo fare!

Nonostante tutte le sfide che ci attendono, non dimentichiamo una cosa: sul palcoscenico mondiale la Svizzera è un Paese ricco di opportunità. Un Paese in buona salute. Da quando Guglielmo Tell si è liberato di Gessler, 726 (settecentoventisei) anni fa, il percorso intrapreso dalla Svizzera ha sempre puntato in alto.

Il mito narra che le gesta di Tell condussero al giuramento del Grütli. Recentemente, durante un’escursione, mi sono chiesto che cosa penserebbe oggi Guglielmo Tell della Svizzera.

Forse gli piacerebbe sapere:

  •   che la disoccupazione è ai minimi storici;
  •   che la Svizzera gode di ottima salute;
  •   che esporta prodotti industriali in tutto il mondo;
  •   che per venire in Svizzera «gli Asburgo» di oggi devono incollare una vignetta autostradale sul loro parabrezza;
  •   che siamo ormai più di 8 milioni di persone;
  •   e, naturalmente, che viviamo in pace con i nostri vicini;
  •   che abbiamo stipulato con l’UE un ampio ventaglio di contratti;
  •   che questi contratti sono decisivi ai fini del nostro benessere economico;
  •   che vogliamo proseguire su questa strada;
  •   che la Svizzera è rimasta sovrana.


A Guglielmo Tell racconterei anche le sconfitte. Ad esempio quella di Marignano, che per poco non ci catapultò indietro nella storia. A un solo anno di distanza, però, fu già stipulato il trattato di Pace. Correva l’anno 1516, ossia esatta-mente 501 anni fa.
L’anno scorso il giubileo del cinquecentesimo è passato quasi inosservato. A torto, secondo me. Il trattato di pace tra Svizzera e Francia ha portato stabilità in una regione che prima era teatro di terribili guerre e conflitti. La Svizzera ne ha beneficiato durevolmente: Bellinzona, Lugano e Locarno, ma anche la Valtellina e Chiavenna furono assegnati in via definitiva ai confederati. Non però il protettorato di Milano… Se avessimo mantenuto Milano e Chiavenna oggi non dovremmo affrontare la questione dei frontalieri.

Ma questi sono tempi passati. Anche Guglielmo Tell, comunque, dovrebbe conoscere il passato per poter giudicare il presente… Magari gli piacerebbe sapere che una giovane sciatrice ticinese dal sorriso smagliante sta dando parecchio filo da torcere agli Asburgo di oggi?

Naturalmente Guglielmo Tell non può sapere cosa sono lo sci alpino, la vignetta autostradale, né l’UE. Ma sarebbe senz’altro contento che la Svizzera è tuttora un Paese libero. Che l’insurrezione di allora ha avuto un senso e che lo spirito del Grütli è vivo e vegeto.

Come vedete, scrivere a Guglielmo Tell sarebbe come narrare una storia di successo. Una storia di cui possiamo giustamente essere fieri, pur mantenendo la dovuta umiltà e gratitudine.

Chissà cosa direbbe il Consigliere federale Tell per la festa del 1° di agosto in Ticino. Forse spiegherebbe a «quelli di Berna» come sostenere più efficientemente il Cantone italofono. E ai ticinesi spiegherebbe cosa è necessario fare. Poiché una cosa è certa: non è percorrendo un vicolo cieco che si arriva al traguardo.

Mi piacerebbe conoscere la sua opinione al riguardo.

Forse mi consiglierebbe di prendere il toro per le corna. Da bravo uomo d’azione, Guglielmo Tell cercherebbe la soluzione migliore, perché dopo tutto sono i risultati che contano. Per raggiungere traguardi importanti ci vuole una strategia condivisa – come quella adottata a suo tempo dai Cantoni di Uri, Svitto e Untervaldo.

Una strategia fondamentale è sicuramente quella di migliorare le relazioni con il Nord-Italia. L’Italia è un Paese importante, per il Ticino, ma anche per la Svizzera. Sfruttare al meglio questa vicinanza è nell’interesse di tutti. È evidente che in questo contesto il Consiglio federale deve svolgere un ruolo attivo. Nel curare e migliorare le relazioni con l’Italia, però, è il Ticino che deve assumere il ruolo guida. Servono le vostre conoscenze, le vostre idee e le vostre proposte.

Dai ticinesi Guglielmo Tell vorrebbe innanzitutto sapere quali sono i potenziali. Ad esempio nella cultura, nella promozione dell’economia, nel turismo, nella formazione, in medicina, nelle scienze naturali, nelle questioni ambientali, eccetera. La vicinanza con l’Italia – Paese membro dell’UE – può infatti offrire opportunità allettanti. Si tratta di riconoscerle e di sfruttarle. Le esperienze maturate con la SUPSI lo dimostrano.

Guglielmo Tell è un ottimista, ma è anche realista. Sa che ci sono numerosi problemi. Problemi che non possono essere risolti tutti in una volta né tantomeno da soli: i frontalieri, il mercato del lavoro, il traffico, la sicurezza, gli effetti di attrazione delle grandi metropoli. Il nostro eroe nazionale dovrebbe prima di tutto farsi un’idea di come sono strutturate queste sfide. Cosa possiamo pretendere dal Paese vicino? Cosa possiamo offrire per attenuare le tensioni? Sono soprattutto gli ambienti politici ticinesi a dover fornire risposte a queste domande.

Anche questo sarebbe chiaro per Guglielmo Tell: il Cantone e la Confederazione sono chiamati ad agire congiuntamente. Il Cantone nel preparare proposte concrete, la Confederazione nel negoziare con risolutezza. Soltanto una cooperazione di questo tipo può migliorare in modo tangibile le relazioni tra il Ticino e il Nord-Italia e tra la Svizzera e l’Italia.

E vi confido una cosa: non sarò certo io a tirarmi indietro.

Un altro esempio è la galleria del San Gottardo. Un’opera gigantesca ed epocale che avvicina il Sud al Nord. Una vera opportunità. Anche qui, insieme, possiamo raggiungere traguardi importanti. Evitando ad esempio che ci sia un esodo unilaterale dal Sud al Nord delle istituzioni e delle menti migliori. AlpTransit può benissimo portare know-how, posti di lavoro e prestigio dalla Svizzera tedesca in Ticino. E non solo su rotaia. È per questo che ho sostenuto fin dall’inizio la costruzione di una seconda galleria stradale. Anche qui possiamo elaborare insieme una serie di strategie, cosa che il caro vecchio Guglielmo vedrebbe certamente di buon’occhio!

Ma ora basta con le riflessioni serie. Lasciatemi aggiungere soltanto una cosa: da abile balestriere e gran sportivo, Guglielmo Tell si sarebbe davvero rammaricato di sapere che nel calcio la Svizzera non vince contro l’Italia da 24 anni. Avrebbe invece fatto salti di gioia per le tre vittorie della nostra nazionale contro l’Austria! E a Lara Gut avrebbe senz’altro fatto gli auguri di pronta guarigione.

Bene, e che adesso inizi la festa!

Viva il Ticino!

Grazie!


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(Fa fede il testo pronunciato).


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Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca
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