CFR - «L’antisemitismo non è scomparso e va combattuto con fermezza»

Berna, 20.06.2017 - Nel 1998, la Commissione federale contro il razzismo (CFR) aveva schizzato un quadro dell’antisemitismo in Svizzera. In occasione dei 150 anni del riconoscimento della parità dei diritti degli Ebrei nel nostro Paese, riprende il tema nel suo bollettino TANGRAM. È cambiata la situazione? Sotto la spinta della digitalizzazione anche i connotati dell’antisemitismo sono leggermente mutati, ma la conclusione è ancora la stessa: bisogna vigilare per evitare che la strumentalizzazione dell’odio antiebraico diventi terreno fertile per gli estremismi.

Cos’è l’antisemitismo? Come si manifesta oggi? Cos’è che lo rende un fenomeno così unico anche nelle sue varianti odierne? Qual è il ruolo di Internet e delle reti sociali nella sua diffusione? Quali pregiudizi persistono? Qual è l’influenza del conflitto israelo-palestinese sulla sua strumentalizzazione? Come potrebbe essere combattuto efficacemente? Quali politiche potrebbero essere attuate in Svizzera per rafforzare la prevenzione? Cosa può fare la pedagogia contro l’antisemitismo? Il nuovo numero di TANGRAM sviscera questi e altri aspetti del problema. Il bollettino non ha certo l’ambizione di dare un quadro esaustivo del complesso argomento, ma intende piuttosto stimolare il dibattito e fare nuova luce su un certo numero di temi già trattati.


Come rilevano molti degli autori invitati a esprimersi su TANGRAM, il nuovo millennio ha portato con sé la mondializzazione dell’antisemitismo. «70 anni dopo l’orrore dell’Olocausto continua ad essere tramandato, quasi immutato, il concetto […] dell’Ebreo eternamente cattivo e continua ad affiorare lo stesso sentimento negativo. A cambiare è soltanto la veste esteriore», conclude per esempio la ricercatrice Monika Schwarz-Friesel. Secondo un recente studio (CSMU 2015), quasi uno svizzero su tre è ancora imbevuto di stereotipi sugli Ebrei. C’è di che essere preoccupati. Ma criticare Israele vuol dire essere antisemiti? La professoressa Monique Eckmann affronta la spinosa questione in un’illuminante intervista.


Un altro aspetto affrontato è il perdurare nel tempo dell’impatto sotto traccia di alcuni avvenimenti storici che hanno finito per marchiare la nostra società. A quasi 20 anni dalla pubblicazione del rapporto Bergier, lo storico Jakob Tanner rievoca il contesto politico e sociale in cui aveva lavorato la commissione e rileva come le sensibilità che lo caratterizzavano siano tuttora vive. Il regista Jacob Berger ricorda l’inaudita violenza verbale con cui fu accolto il libro «Un ebreo come esempio» di Jacques Chessex e l’inequivocabile ostilità percepita durante la preparazione del suo adattamento cinematografico.


Come reagire alla recrudescenza degli sproloqui antisemiti, in particolare su Internet e nelle reti sociali? Secondo Sabine Simkhovitch-Dreyfus, vicepresidente della CFR, nessuna soluzione può essere efficace se non è sorretta dalla volontà politica di applicarla e puntellata da misure di prevenzione indipendenti dalla politica d’integrazione. Da parte sua, il professor Christian Mathis sottolinea il ruolo essenziale della scuola nella trattazione del tema dell’Olocausto.


«L’antisemitismo non è scomparso. Cambia forma e trova sempre nuovi pretesti, ma c’è ancora e va combattuto con costante fermezza», scrive nell’editoriale la presidente della CFR, Martine Brunschwig Graf.


Indirizzo cui rivolgere domande

Martine Brunschwig Graf, presidente della CFR, 079 507 38 00, martine@brunschwiggraf.ch
Sabine Simkhovitch-Dreyfus, vicepresidente della CFR, 078 707 27 67, sabine.simkhovitch@cabinetmayor.ch



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Commissioni del DFI


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