Filippo Grandi, alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, in visita a Berna

Berna, 02.06.2016 - Oggi, nel mondo, oltre 60 milioni di persone sono costrette a fuggire a causa di innumerevoli conflitti e crisi umanitarie. Molte di loro ricevono l’assistenza dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR). Filippo Grandi, l’alto commissario dell’ONU per i rifugiati, è stato ricevuto giovedì a Berna dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga e dal segretario di Stato del DFAE Yves Rossier. La visita è stata anche l’occasione per fare il punto sulle relazioni tra la Svizzera e l’ACNUR nonché sulle principali sfide del momento.

Durante l’incontro la consigliera federale Simonetta Sommaruga e l’alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi hanno discusso, tra le altre cose, della situazione in Turchia, dove la Svizzera cofinanzia da diversi anni il programma dell’ACNUR a sostegno dei profughi in loco e delle autorità turche. Entrambi hanno inoltre accolto con favore le proposte della Commissione europea sull’ulteriore sviluppo del sistema d’asilo europeo, convenendo che è necessario un sistema in cui tutti gli Stati si assumano le proprie responsabilità.

La consigliera federale Sommaruga ha sottolineato la buona cooperazione con l’ACNUR nell’ambito dei progetti di reinsediamento (resettlement): da quando la Svizzera ha accettato di partecipare su base volontaria al resettlement, fino a inizio giugno più di 1000 persone sono arrivate in Svizzera dalla regione di crisi intorno alla Siria nel quadro di questo progetto. Entro fine anno ne arriveranno altre 500 circa. La Svizzera affianca l’ACNUR anche in Grecia, dove nell’ultimo anno ha finanziato, con un contributo di 500 000 franchi, le sue attività nel campo dell’accoglienza e dell’assistenza ai migranti. Il Corpo svizzero di aiuto umanitario ha inoltre inviato numerosi esperti, che sono competenti in prima linea per l’allestimento di strutture per i migranti.

Costernazione per i drammi umani

Sommaruga e Grandi hanno anche discusso della situazione attuale nel Mediterraneo centrale: entrambi hanno espresso costernazione per i drammi umani in Libia e nel Mediterraneo e hanno affermato che l’Europa deve fare di più affinché tali tragedie non si ripetano. La Svizzera, ha aggiunto Sommaruga, è pronta a sostenere progetti sul campo in Libia. Per quanto la situazione sul posto sia molto difficile a causa dell’instabilità politica, al momento la Svizzera partecipa a un progetto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) volto ad assistere i profughi detenuti o particolarmente vulnerabili a fare ritorno volontario nel proprio Paese di origine.

La Svizzera intrattiene un dialogo costante con l’ACNUR sia a livello degli organi direttivi sia per il tramite degli uffici di cooperazione della DSC e degli incontri bilaterali con la sede dell’ACNUR. Oltre agli esperti del CSA, l’agenzia conta al suo interno 57 tra collaboratrici e collaboratori svizzeri.

Colloquio con il segretario di Stato del DFAE Yves Rossier

A Berna Filippo Grandi ha anche incontrato alcuni rappresentanti del DFAE. Durante il colloquio con il segretario di Stato Yves Rossier sono state affrontate diverse tematiche, tra cui la crisi dei migranti nel Mediterraneo, nei Balcani, in Siria e in Iraq. Dallo scoppio della crisi nel 2011 la Svizzera ha destinato 250 milioni di franchi all’aiuto umanitario in Siria e nei Paesi limitrofi, di cui 50 milioni nel 2016. Grandi e Rossier hanno anche discusso degli esiti del Vertice umanitario mondiale, tenutosi a Istanbul il 23 e 24 maggio 2016, al quale il consigliere federale Didier Burkhalter ha lanciato un appello per un impegno a favore delle persone in difficoltà. Durante l’incontro la Svizzera ha colto l’occasione per ribadire il proprio sostegno all’ACNUR, uno dei suoi principali partner umanitari.

Filippo Grandi, in carica da cinque mesi, ha ringraziato la Svizzera del suo sostegno: oltre ai contributi finanziari, il Paese mette a disposizione dell’agenzia dell’ONU specialisti del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) chiamati a garantire, fra le altre cose, la protezione dei civili e il loro accesso alle risorse idriche, alle strutture igienico-sanitarie e all’alloggio. Lo scorso anno 24 esperti lavoravano per l’ACNUR.

Mentre il numero di sfollati in tutto il mondo ha superato i 60 milioni, l’anno scorso il bilancio complessivo dell’ACNUR è stato finanziato solo per circa il 50 per cento. Filippo Grandi si è detto preoccupato da questo scarto tra bisogni umanitari e mezzi a disposizione, precisando anche che l’agenzia interviene in contesti sempre più delicati e pericolosi. Ha inoltre ricordato i programmi creati dall’ACNUR in risposta alla crisi in Siria e l’impatto di quest’ultima sui Paesi limitrofi, che oggi ospitano oltre 4,8 milioni di profughi siriani.
 
Da parte sua, il segretario di Stato Yves Rossier ha dichiarato che la Svizzera rafforzerà il dialogo con l’ACNUR sul campo, riservando particolare attenzione alla violenza di genere e alla protezione dei bambini. Prima di essere ricevuto dal segretario di Stato, Filippo Grandi ha incontrato diversi rappresentanti del DFAE, tra cui Manuel Sager, direttore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), Manuel Bessler, delegato del Consiglio federale per l’aiuto umanitario, e Alexandre Fasel, capo della Missione permanente della Svizzera presso le organizzazioni internazionali.


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