Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite approva la risoluzione della Svizzera sulla pena di morte

Berna, 26.06.2014 - Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato oggi una risoluzione sulla pena di morte presentata dalla Svizzera e da altri sette Stati. Con la sua iniziativa, la Svizzera vuole mostrare che la pena di morte, indipendentemente da come viene applicata, comporta sempre una violazione dei diritti umani. Questo è un nuovo approccio nell’ambito della discussione sull’abolizione della pena capitale.

Nella risoluzione approvata oggi e lanciata dalla Svizzera, il Consiglio dei diritti umani sottolinea che la pena di morte può comportare numerose violazioni dei diritti umani. Anche se ai sensi del diritto internazionale la pena capitale attualmente non è vietata, la Svizzera e i suoi partner vogliono mostrare, con la loro iniziativa, che la pena di morte, indipendentemente da come viene applicata, comporta sempre violazioni dei diritti umani. Questo nuovo approccio nella vecchia discussione per abolire la pena capitale completa gli incessanti sforzi per una moratoria riguardo all'attuazione della pena di morte. Con la risoluzione approvata oggi si avvia un processo di riflessione e un dialogo che nei prossimi anni dovrebbero portare idealmente a un consenso internazionale per l'abolizione della pena capitale. La risoluzione chiede un rapporto del segretario generale dell'ONU sulle ripercussioni negative della pena di morte sui diritti umani delle persone condannate e dei loro familiari e lo svolgimento di dibattiti regolari sulla pena capitale. In questo modo, la tematica viene iscritta a lungo termine nel programma di lavoro del Consiglio dei diritti umani. L'abolizione della pena di morte a livello mondiale è una priorità della politica estera sui diritti umani della Svizzera.

Nelle ultime tre settimane il Consiglio ha discusso anche situazioni problematiche in materia di diritti umani in vari Paesi, in particolare in Siria, Corea del Nord, Bielorussia, Eritrea e nella Repubblica Centrafricana. La Svizzera è sempre molto preoccupata sulla situazione dei diritti umani in Siria. È soddisfatta che, nei dibattiti sulla Siria, sia stata sottolineata la necessità del perseguimento penale delle violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani e che si sia attribuito il ruolo importante della Corte penale internazionale. La Svizzera si è impegnata in modo coerente a favore di questa istanza sin dall'inizio del conflitto siriano.

I miglioramenti della situazione dei diritti umani in Paesi con un bilancio problematico è una priorità dell'impegno svizzero nel Consiglio dei diritti umani. La Svizzera, ad esempio, ha assunto un ruolo di leadership nell'osservazione e nella valutazione della situazione in Bahrein. A nome di 47 Stati, ha invitato il Governo del Bahrein a collaborare maggiormente con i meccanismi dei diritti umani dell'ONU e a migliorare la situazione dei diritti umani nel Paese mediante misure concrete. Nel contempo, sono già stati riconosciuti i progressi realizzati.

Un'altra priorità di questa sessione sono stati i diritti umani delle donne e delle ragazze. La Svizzera si è impegnata in particolare per la parità tra i sessi e contro la discriminazione delle donne, per l'abolizione degli stereotipi di genere, contro i matrimoni precoci e quelli forzati e contro la prassi delle mutilazioni genitali delle donne e delle ragazze.

Questa sessione era l'ultima per l'Alto commissario dell'ONU per i diritti umani, Navi Pillay, a cui succede il diplomatico giordano Principe Zeid Ra’ad Zeid al-Hussein. Sarà il primo Alto commissario dell'ONU per i diritti umani di religione musulmana.


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