Conclusione senza successo dei negoziati per la Convenzione dell'ONU sulle munizioni a grappolo

Berna, 25.11.2011 - Si sono conclusi oggi a Ginevra senza successo i negoziati per la Convenzione dell'ONU sulle munizioni a grappolo. La Svizzera deplora il fallimento del processo di negoziazione, accogliendo tuttavia con favore il fatto che non si sia giunti a decisioni discutibili sul piano umanitario e del diritto internazionale pubblico.

Nel 2010 la Convenzione di Oslo ha sancito l'entrata in vigore di un divieto assoluto delle munizioni a grappolo. Tale Convenzione, oggetto di trattative esterne all'ONU, è stata nel frattempo sottoscritta da 111 Stati, compresa la Svizzera. Produttori e fruitori delle munizioni a grappolo considerano tuttavia la cosiddetta «Convenzione di Oslo» troppo restrittiva. Parallelamente alla Convenzione di Oslo, alcuni tra questi Stati hanno quindi sostenuto, nel quadro della Convenzione dell'ONU sulle armi convenzionali (Convention on Certain Conventional Weapons, CCW), un accordo che tenesse conto delle riflessioni secondo loro rilevanti in materia di politica militare e di sicurezza. 

La Svizzera si è impegnata attivamente nei negoziati di Ginevra allo scopo di legare anche i grandi produttori e fruitori, che per ora non avrebbero potuto aderire al divieto assoluto della Convenzione di Oslo, a uno strumento giuridicamente vincolante con importanti implicazioni a livello umanitario. 

Le trattative in corso dal 2007 a Ginevra, conclusesi oggi senza risultati, sono state caratterizzate da opinioni divergenti sul giusto equilibrio tra interessi umanitari e militari. La Convenzione avrebbe infatti previsto il divieto assoluto per alcuni vecchi tipi di munizioni a grappolo. La Svizzera ritiene tuttavia particolarmente discutibile il fatto che allo stesso tempo l'impiego di tipologie più recenti di munizioni a grappolo, vietate in linea di principio per le loro controverse conseguenze umanitarie, sarebbe stato esplicitamente consentito per altri dodici anni, compromettendo a lungo termine il divieto assoluto della Convenzione di Oslo.

La delegazione guidata dall'ambasciatore Alexandre Fasel si è impegnata fino alla fine per rafforzare un testo considerato dalla Svizzera problematico dal punto di vista umanitario e di politica degli armamenti e troppo debole rispetto al diritto internazionale pubblico. Gli interventi svizzeri erano volti a evitare incongruenze con la Convenzione di Oslo in vigore, al fine di non creare ostacoli alla positiva evoluzione del diritto internazionale umanitario.   

La Svizzera deplora il fallimento del processo di negoziazione, sottolineando come si sia persa la possibilità di creare una regolamentazione internazionale per gran parte delle munizioni a grappolo stoccate in tutto il mondo. Come molti altri Paesi coinvolti nei negoziati, la Svizzera accoglie tuttavia con favore il fatto che non si sia giunti a decisioni discutibili sul piano umanitario e del diritto internazionale pubblico. In seguito al fallimento delle trattative menzionate, la Convenzione di Oslo con il suo divieto assoluto resta l'unico accordo internazionale in materia di munizioni a grappolo.  


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