Ex gestore patrimoniale e membro del consiglio di amministrazione di una banca privata ginevrina deferito dinanzi al Tribunale penale federale

Berna, 03.04.2024 - Il Ministero pubblico della Confederazione ha depositato presso il Tribunale penale federale un atto d’accusa nei confronti di un ex gestore patrimoniale e membro del consiglio di amministrazione di una banca privata ginevrina. L’imputato è sospettato di avere, tra il 2009 e il 2015, disposto in modo indebito di averi affidatigli da un cliente su una relazione bancaria in Svizzera per un importo di oltre 14 milioni di CHF. Il procedimento riguarda anche la moglie dell’ex gestore patrimoniale, sospettata di aver compiuto alcuni atti isolati di riciclaggio di denaro quando era già a conoscenza del procedimento nei confronti del marito.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto il presente procedimento penale nel luglio 2015 sulla base di una comunicazione di sospetto di riciclaggio di denaro (comunicazione MROS).

Al termine di un procedimento complesso con ramificazioni internazionali, il primo imputato, ex gestore patrimoniale ed ex membro del consiglio di amministrazione di una banca privata ginevrina, è accusato di ripetuta appropriazione indebita qualificata (art. 138 n. 1 e n. 2 CP), sussidiariamente di ripetuta amministrazione infedele qualificata (art. 158 n. 1 cpv. 3 CP), nonché di ripetute falsità in documenti (art. 251 n. 1 CP) e di ripetuto riciclaggio di denaro (art. 305bis CP). La moglie, seconda imputata nel presente procedimento penale, è accusata di ripetuto riciclaggio di denaro (art. 305bis CP).

Secondo l’atto d’accusa del MPC, l’imputato avrebbe concluso, al più tardi nel 2008, un accordo con un cliente in cui si impegnava a gestire gli averi di quest’ultimo su una relazione aperta presso una banca privata a Ginevra, identificandosi, contrariamente alla realtà, quale avente diritto economico di questi fondi. Tra il 2008 e il 2014, il cliente ha così versato ingenti somme su questa relazione bancaria per farle gestire dall’imputato.

Sospetto di reati contro il patrimonio per oltre 14 milioni di CHF

Viene contestato all’imputato di essersi appropriato indebitamente all’insaputa del cliente, dal 2009 al luglio 2015, degli averi affidatigli e di aver disposto indebitamente di tali fondi per un importo complessivo di oltre 14 milioni di CHF, allo scopo di arricchire se stesso o terzi. Tali valori patrimoniali sarebbero stati impiegati segnatamente per finanziare lo stile di vita della famiglia dell’imputato. Sarebbero stati utilizzati soprattutto per effettuare degli investimenti e concedere prestiti in suo favore o in favore di persone a lui vicine. In particolare, l’imputato avrebbe versato l’equivalente di oltre 7 milioni di CHF per sostenere un’impresa domiciliata nella Repubblica Dominicana che si trovava in difficoltà finanziare e di cui era azionista. Inoltre l’imputato avrebbe disposto, sempre all’insaputa del suo cliente, di un importo di CHF 500’000.00 allo scopo di partecipare all’aumento di capitale della banca privata ginevrina di cui era membro del consiglio di amministrazione e che da diversi anni si trovava in una situazione finanziaria deficitaria. Inoltre, quando il procedimento penale era già in corso, utilizzando gli averi affidatigli, l’imputato avrebbe tentato di effettuare un apporto di capitale supplementare, per un importo tra CHF 500'000.00 e CHF 1'000'000.00, alla banca privata ginevrina.

I fatti sopra descritti sarebbero costitutivi di ripetuta appropriazione indebita qualificata (art. 138 n. 1 e n. 2 CP), sussidiariamente di ripetuta amministrazione infedele qualificata (art. 158 n. 1 cpv. 3 CP).

Sospetti di falsità in documenti e riciclaggio di denaro 

Inoltre, al fine di nascondere gli addebiti effettuati senza averne diritto, l’imputato avrebbe fornito al suo cliente degli estratti conto bancari falsificati. L’imputato avrebbe altresì compilato un modulo A in modo menzognero dichiarandosi, contrariamente alla realtà, quale avente diritto economico dei fondi. Questi fatti sarebbero costitutivi di ripetuta falsità in documenti (art. 251 n. 1 CP).

Infine all’ex gestore patrimoniale si contesta di aver rimpatriato dalla Repubblica Dominicana su tre conti bancari in Svizzera dei fondi di origine criminale, parte del ricavato della suddetta appropriazione indebita (sussidiariamente dell’amministrazione infedele) allo scopo di finanziare il proprio stile di vita. Per quanto riguarda la moglie dell’ex gestore patrimoniale è sospettata di aver compiuto alcuni atti isolati di riciclaggio di denaro, prelevando dei contanti quando era già a conoscenza del procedimento nei confronti del marito e dei sospetti formulati nei riguardi di quest’ultimo. Per questi fatti i due imputati sono accusati di ripetuto riciclaggio di denaro (art. 305bis CP).

Per gli imputati vale la presunzione di innocenza fino al passaggio in giudicato della sentenza. Con il deposito dell’atto di accusa, la competenza di fornire ulteriori informazioni passa al Tribunale penale federale.

Testo originale del comunicato stampa in francese. 


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