Insieme per la Svizzera forte di domani

Berna, 09.12.2015 - Intervento del Presidente della Confederazione nel 2016 Johann N. Schneider-Ammann davanti alle Camere riunite dell’Assemblea federale.

Signora Presidente del Consiglio nazionale,
Signor Presidente del Consiglio degli Stati,
Signora Vice Presidente del Consiglio federale,
Onorevoli membri dell'Assemblea federale,

Diventare presidente della Confederazione è per me un grandissimo onore e soprattutto un impegno. Vi ringrazio di cuore e farò tutto il possibile per meritare la vostra fiducia. Ringrazio anche la collega Evelyne Widmer-Schlumpf. Con la tua determinazione, cara Evelyne, hai raggiunto importanti risultati. A nome del Consiglio federale ti auguro il meglio per il futuro.

Porgo il benvenuto a Guy Parmelin all'interno del Consiglio federale e spero in un'ottima collaborazione. Buon lavoro, caro Guy.

Ringrazio anche la cancelliera uscente Corina Casanova per il suo prezioso lavoro come capo di stato maggiore e mi congratulo con Walter Thurnherr per la sua elezione a cancelliere federale.

Signore e signori,

tra le grandi conquiste della Svizzera, abbiamo il privilegio di vivere in una condizione di libertà, sicurezza e benessere economico. Spetta a noi continuare l'opera delle generazioni precedenti e creare le condizioni per una Svizzera forte e sovrana anche in futuro.In vista della nuova legislatura e dei compiti che ci aspettano sono due le condizioni essenziali per avere successo:

  • La prima: la capacità di agire in un'epoca difficile
  • La seconda: la necessità di risolvere rapidamente i problemi più urgenti.

In primo luogo: la capacità di agire. Nell'anno che volge al termine sono successe alcune cose che fanno vacillare le nostre certezze. All'inizio il franco ha dato uno shock all'economia svizzera. Finora la risposta delle imprese è stata decisa, ma molte lottano ancora per sopravvivere; ci sono posti di lavoro in pericolo. E le conseguenze si sono fatte sentire anche per le famiglie.

Verso la fine dell'anno, invece, abbiamo scoperto che i rischi possono trasformarsi rapidamente in tragedie e che le nostre società sono molto vulnerabili. Abbiamo scoperto che l'autorevolezza e la capacità di agire sono fondamentali, soprattutto in questi momenti. Siamo noi che possiamo creare le condizioni affinché la Svizzera sia forte anche domani. Viceversa, non siamo noi, né la Svizzera, all'origine del terrorismo, dei conflitti, delle crisi e della questione dei rifugiati, ma sono problemi che ci riguardano da vicino. Siamo un piccolo Stato indipendente nel cuore dell'Europa e dobbiamo collaborare con gli altri Paesi, in particolare con i nostri vicini, per combattere il terrorismo e difendere la sicurezza e la libertà. Inoltre, in base ai nostri valori e alle nostre possibilità, abbiamo il dovere umanitario di alleviare le sofferenze di coloro che fuggono per sopravvivere. Ad ogni modo, chi trova rifugio da noi deve rispettare le nostre regole.

Signore e signori,
Si tratta di sfide difficili ma dobbiamo vincerle. Per farlo dobbiamo assumerci tutti insieme le nostre responsabilità. In quest'anno elettorale sono emerse le differenze. Nei prossimi anni, invece, ci sarà bisogno di decisioni condivise. Dobbiamo serrare le fila.

Veniamo ora, in secondo luogo, alle sfide più urgenti e ne citerò tre. Innanzitutto, si tratta di difendere la nostra apertura e la nostra sovranità. L'apertura verso il mondo e il commercio mondiale è da sempre la nostra strategia per uscire dall'isolamento e ampliare il nostro piccolo mercato interno. Tutto ciò deve rimanere così. Oggi, come ieri e domani, in nome della nostra sovranità. Per questo l'anno prossimo dobbiamo assolutamente proseguire sulla via bilaterale, secondo la volontà popolare. Perché sappiamo che il nostro benessere e la nostra capacità di agire dipendono fortemente dal successo delle esportazioni e dal nostro impegno internazionale.

Bisogna poi avere il coraggio di fare le riforme. La nostra fortuna è quella di poter negoziare da una posizione di vantaggio: nessun Paese al mondo è innovativo come la Svizzera né ha una disoccupazione così bassa. Il sistema di formazione duale offre a tutti buone opportunità. Inoltre, ci prendiamo cura del nostro territorio e non abbiamo debiti che frenano lo sviluppo. Ma tutto questo non è garantito per sempre.

A maggior ragione, dobbiamo avere il coraggio di fare le riforme, ad esempio per garantire la previdenza per la vecchiaia, mantenere le infrastrutture d'eccellenza e assicurarci un approvvigionamento energetico concorrenziale e sostenibile. E ovviamente dobbiamo anche investire nella formazione e nella ricerca.

La terza, grande sfida è la competitività: «Tutti insieme, per il lavoro e per il nostro Paese»

- questo era ed è il mio motto, prima da imprenditore, ora da consigliere federale. Perché solo un Paese leader come il nostro può offrire a tutti il pieno impiego e dunque prospettive e sicurezza sociale. Ma sta perdendo terreno. Per questo dobbiamo offrire alle imprese condizioni concorrenziali e liberali per attirare gli investimenti e creare posti di lavoro qui in Svizzera. Inoltre, dobbiamo curare il partenariato sociale, invece di creare gabbie con nuove leggi.

Signore e signori,
ci vuole il coraggio di prendere decisioni forti, in cui tutti devono fare la loro parte, altrimenti non si raggiunge nessun risultato. Dobbiamo tornare ad agire con coraggio e guardare al futuro con fiducia. Il futuro non è fatto di divieti, ma di idee da realizzare; diamo più responsabilità e assumiamoci più responsabilità. Quando i tempi sono difficili possiamo esaltare le nostre forze, unirci per raggiungere gli obiettivi più importanti e prendere decisioni coraggiose per tentare nuove strade. Signore e signori, mi impegnerò con tutte le mie forze e tutto il mio entusiasmo per unire gli schieramenti.

Vi ringrazio per la vostra fiducia e il vostro sostegno.

Fa fede la versione orale!


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