0.142.40
Capitolo I: Disposizioni generali
Capitolo II: Condizione giuridica
Capitolo III: Attività lucrativa
Capitolo IV: Vantaggi sociali
Capitolo V: Provvedimenti amministrativi
Capitolo VI: Disposizioni finali
Allegato
Modello del titolo di viaggio
Campo d’applicazione il 19 febbraio 2019
Traduzione
(Stato 19 febbraio 2019)
Le Alte Parti contraenti,
considerando che la Carta delle Nazioni Unite1 e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite hanno affermato il principio che gli esseri umani, senza discriminazione, devono godere dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali,
considerando che l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha più volte manifestato il suo profondo interessamento per gli apolidi e si è preoccupata di garantire loro, nella maggiore misura possibile, l’esercizio dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali,
considerando che unicamente gli apolidi rifugiati possono beneficiare della Convenzione del 28 luglio 19512 sullo statuto dei rifugiati e che esistono numerosi apolidi ai quali detta Convenzione non è applicabile,
considerando che è auspicabile di regolare e migliorare le condizioni degli apolidi mediante un accordo internazionale,
hanno convenuto le disposizioni seguenti:
1. Ai fini della presente Convenzione, il termine «apolide» indica una persona che nessuno Stato considera come suo cittadino nell’applicazione della sua legislazione.
2. Questa Convenzione non sarà applicabile:
Ogni apolide ha, verso il paese in cui risiede, doveri che includono segnatamente l’obbligo di conformarsi alle leggi ed ai regolamenti, come pure alle misure prese per il mantenimento dell’ordine pubblico.
Gli Stati contraenti applicheranno agli apolidi le disposizioni di questa Convenzione senza discriminazione quanto alla razza, la religione o al paese d’origine.
Gli Stati contraenti concedono agli apolidi, sul loro territorio, un trattamento almeno tanto favorevole quanto quello concesso ai propri cittadini per ciò che concerne la libertà di praticare la religione e la libertà d’istruzione religiosa dei figli.
Nessuna disposizione di questa Convenzione pregiudica gli altri diritti e vantaggi accordati agli apolidi indipendentemente da questa Convenzione.
Agli effetti della presente Convenzione, la locuzione «nelle stesse circostanze» implica che tutte le condizioni (segnatamente quelle riguardanti la durata e le premesse per il soggiorno o la residenza) che l’interessato dovrebbe adempiere per poter esercitare il diritto in causa, se non fosse un apolide, devono essere adempiute dallo stesso, escluse le condizioni che per loro natura non possono essere adempiute da un apolide.
1. Con riserva delle disposizioni più favorevoli previste dalla presente Convenzione, ogni Stato contraente deve accordare agli apolidi il trattamento concesso agli stranieri in genere.
2. Dopo un soggiorno di tre anni, tutti gli apolidi fruiscono, sul territorio degli Stati contraenti, dell’esenzione della condizione della reciprocità legislativa.
3. Ciascuno Stato contraente continua a concedere agli apolidi i diritti e i vantaggi cui essi già avevano diritto, indipendentemente dalla reciprocità, alla data d’entrata in vigore della presente Convenzione per detto Stato.
4. Gli Stati contraenti esaminano con benevolenza la possibilità di concedere agli apolidi, indipendentemente dalla reciprocità, diritti e vantaggi non compresi tra quelli cui possono pretendere in virtù dei paragrafi 2 e 3, come pure la possibilità di estendere l’esenzione dalla condizione della reciprocità ad apolidi che non adempiono le condizioni previste nei paragrafi 2 e 3.
5. Le disposizioni dei paragrafi 2 e 3 del presente articolo sono applicabili tanto ai diritti ed ai vantaggi previsti negli articoli 13, 18, 19, 21 e 22 della presente Convenzione, quanto a quelli che non sono previsti nella Convenzione.
Per quanto concerne le misure straordinarie che possono essere prese contro la persona, i beni o gli interessi dei cittadini o degli ex—cittadini di uno Stato determinato, gli Stati contraenti non le applicheranno a un apolide per il solo fatto di questa cittadinanza. Gli Stati contraenti che, secondo la loro legislazione, non possono applicare la norma generale prevista nel presente articolo autorizzano in casi appropriati esenzioni in favore di tali apolidi.
Nessuna disposizione della presente Convenzione impedisce a uno Stato contraente, in tempo di guerra o in altre circostanze gravi ed eccezionali, di prendere provvisoriamente, rispetto a una persona determinata, le misure che detto Stato considera indispensabili per la sicurezza nazionale, fino al momento in cui lo Stato contraente di cui si tratta abbia accertato che tale persona è effettivamente un apolide e che le misure prese devono essere mantenute nei suoi confronti nell’interesse della sicurezza nazionale.
1. Se, durante la seconda guerra mondiale, un apolide è stato deportato e trasferito sul territorio di uno Stato contraente e vi risiede, la durata di questo soggiorno forzato è computata come residenza regolare su detto territorio.
2. Se, durante la seconda guerra mondiale, un apolide è stato deportato dal territorio di uno Stato contraente e vi è ritornato prima dell’entrata in vigore della presente Convenzione per stabilirvi la sua residenza, il periodo che precede la deportazione e quello a essa successivo sono considerati come un solo periodo ininterrotto, per tutti i casi in cui è richiesta una residenza ininterrotta.
Trattandosi di apolidi regolarmente impiegati come membri dell’equipaggio di un natante che batte bandiera di uno Stato contraente, questo Stato deve esaminare con benevolenza la possibilità di autorizzare tali apolidi a stabilirsi sul suo territorio e di rilasciare loro titoli di viaggio oppure di ammetterli temporaneamente sul suo territorio, in particolare per agevolare loro la costituzione del domicilio in un altro Paese.
1. Lo statuto personale di un apolide è determinato in base alla legge del paese di domicilio o, in mancanza di un domicilio, in base alla legge del paese di residenza.
2. I diritti precedentemente acquisiti dall’apolide e derivanti dal suo statuto personale, in particolare quelli risultanti dal matrimonio, saranno rispettati da tutti gli Stati contraenti, con riserva, se è il caso, dell’adempimento delle formalità previste dalla legislazione di ciascuno Stato; tuttavia, deve trattarsi di un diritto che detto Stato avrebbe riconosciuto quand’anche l’interessato non fosse divenuto un apolide.
Gli Stati contraenti concedono a ciascun apolide un trattamento quanto favorevole possibile e, in ogni caso, un trattamento non meno favorevole di quello concesso, nelle stesse circostanze, agli stranieri in genere per quanto concerne l’acquisto della proprietà mobiliare ed immobiliare ed i diritti a ciò relativi, nonché i contratti di locazione e gli altri contratti concernenti la proprietà mobiliare ed immobiliare.
In materia di protezione della proprietà industriale, segnatamente di invenzioni, di disegni, di modelli, di marchi di fabbrica, di nome commerciale, ed in materia di protezione della proprietà letteraria, artistica e scientifica, ciascun apolide fruisce, nello Stato in cui ha la sua residenza abituale, della protezione concessa ai cittadini di detto paese. Nel territorio di uno qualsiasi degli altri Stati contraenti, egli fruisce della protezione concessa in detto territorio ai cittadini dello Stato in cui ha la sua residenza abituale.
Per quanto concerne le associazioni a scopo apolitico e non lucrativo e i sindacati professionali, gli Stati contraenti concedono agli apolidi che risiedono regolarmente sul loro territorio un trattamento quanto favorevole possibile e, in ogni caso, un trattamento non meno favorevole di quello concesso, nelle stesse circostanze, agli stranieri in genere.
1. Ciascun apolide può adire liberamente i tribunali sul territorio degli Stati contraenti.
2. Nello Stato contraente in cui ha la sua residenza abituale, l’apolide fruisce dello stesso trattamento concesso ai cittadini di detto Stato, per ciò che concerne il diritto di adire i tribunali, comprese l’assistenza giudiziaria e l’esenzione dalla cautio judicatum solvi.
3. Negli Stati contraenti in cui non ha la sua residenza abituale, l’apolide fruisce, per quanto concerne i diritti previsti nel paragrafo 2, dello stesso trattamento concesso ai cittadini del paese in cui ha la sua residenza abituale.
1. Gli Stati contraenti concedono agli apolidi residenti regolarmente sul loro territorio un trattamento quanto favorevole possibile e, in ogni caso, un trattamento non meno favorevole di quello concesso, nelle stesse circostanze, agli stranieri in genere per ciò che concerne l’esercizio di una attività professionale dipendente.
2. Gli Stati contraenti esaminano con benevolenza la possibilità di prendere misure intese a parificare i diritti degli apolidi a quelli dei loro cittadini per quanto concerne l’esercizio delle professioni dipendenti, segnatamente se si tratta di apolidi entrati sul loro territorio in applicazione di un programma di assunzione di mano d’opera oppure di un piano d’immigrazione.
Gli Stati contraenti concedono agli apolidi che si trovano regolarmente sul loro territorio un trattamento quanto favorevole possibile, e, in ogni caso, un trattamento non meno favorevole di quello concesso, nelle stesse circostanze, agli stranieri in genere, per ciò che concerne l’esercizio di una professione indipendente nell’agricoltura, nell’industria, nell’artigianato e nel commercio, come pure la costituzione di società commerciali ed industriali.
Ciascuno Stato contraente concede agli apolidi che risiedono regolarmente sul suo territorio, se sono titolari di diplomi riconosciuti dalle autorità competenti di detto Stato e desiderano esercitare una professione liberale, un trattamento quanto favorevole possibile e, in ogni caso, un trattamento non meno favorevole di quello concesso, nelle stesse circostanze, agli stranieri in genere.
Qualora esista un sistema di razionamento cui è sottoposta la popolazione nel suo insieme e che disciplina la ripartizione generale di prodotti scarseggianti, gli apolidi saranno trattati come i cittadini nazionali.
In materia di alloggi, gli Stati contraenti concedono agli apolidi che risiedono regolarmente sul loro territorio, per quanto siffatto problema sia disciplinato da leggi e regolamenti o sia sottoposto al controllo delle autorità pubbliche, un trattamento quanto favorevole possibile e, in ogni caso, un trattamento non meno favorevole di quello concesso, nelle stesse circostanze, agli stranieri in genere.
1. In materia di scuola primaria, gli Stati contraenti concedono agli apolidi lo stesso trattamento concesso ai loro cittadini.
2. Per ciò che riguarda l’insegnamento nelle scuole che non sono scuole primarie, segnatamente circa l’ammissione agli studi, il riconoscimento di certificati di studio, di diplomi e di titoli universitari rilasciati all’estero, l’esenzione dalle tasse scolastiche e l’assegnazione di borse di studio, gli Stati contraenti concedono agli apolidi un trattamento quanto favorevole possibile e, in ogni caso, un trattamento non meno favorevole di quello concesso, nelle stesse circostanze, agli stranieri in genere.
In materia di assistenza e di soccorsi pubblici, gli Stati contraenti concedono agli apolidi che risiedono regolarmente sul loro territorio lo stesso trattamento concesso ai loro cittadini.
1. Gli Stati contraenti concedono agli apolidi che risiedono regolarmente sul loro territorio lo stesso trattamento concesso ai loro cittadini, per ciò che concerne:
2. I diritti a prestazioni derivanti dalla morte di un apolide in seguito ad infortunio sul lavoro o a malattia professionale non sono lesi dal fatto che l’avente diritto risiede fuori del territorio dello Stato contraente.
3. Gli Stati contraenti estenderanno agli apolidi i vantaggi degli accordi conchiusi o che dovessero conchiudere tra di loro, concernenti la conservazione dei diritti acquisiti o in corso d’acquisizione in materia di sicurezza sociale, sempreché gli apolidi adempiano le condizioni previste per i cittadini dei paesi firmatari di siffatti accordi.
4. Gli Stati contraenti esaminano con benevolenza la possibilità di estendere agli apolidi, entro i limiti dei possibile, i vantaggi di accordi analoghi in vigore o che fossero un giorno in vigore tra questi Stati contraenti e Stati non contraenti.
1. Qualora, per esercitare un diritto, un apolide necessitasse normalmente della cooperazione di autorità straniere, alle quali egli non può ricorrere, gli Stati contraenti sul cui territorio egli risiede vigileranno che detta cooperazione gli sia concessa dalle proprie autorità.
2. Le autorità indicate nel paragrafo 1 rilasciano o fanno rilasciare agli apolidi, sotto il loro controllo, i documenti o gli attestati che sono normalmente rilasciati a uno straniero dalle sue autorità nazionali o per il loro tramite.
3. I documenti o gli attestati rilasciati in tal modo sostituiscono gli atti ufficiali rilasciati agli stranieri dalle loro autorità nazionali o per il loro tramite e fanno fede fino a prova del contrario.
4. Con riserva delle eccezioni che potrebbero essere ammesse in favore degli indigenti, per i servizi indicati nel presente articolo possono essere riscosse delle tasse, che devono tuttavia essere moderate e corrispondere a quelle imposte ai cittadini dello Stato di cui si tratta, per servizi analoghi.
5. Le disposizioni dei presente articolo non pregiudicano affatto gli articoli 27 e 28.
Ciascuno Stato contraente concede agli apolidi che si trovano regolarmente sul suo territorio il diritto di scegliervi il luogo di residenza e di circolarvi liberamente, con le riserve previste dall’ordinamento applicabile, nelle stesse circostanze, agli stranieri in genere.
Gli Stati contraenti rilasciano documenti d’identità a tutti gli apolidi che si trovano sul loro territorio e non posseggono un valido titolo di viaggio.
1. Gli Stati contraenti rilasciano agli apolidi che risiedono regolarmente sul loro territorio titoli di viaggio che permettano loro di viaggiare fuori di tale territorio, sempreché non vi si oppongano motivi impellenti di sicurezza nazionale o d’ordine pubblico. Le disposizioni dell’allegato alla presente Convenzione sono applicabili a siffatti titoli. Gli Stati contraenti possono rilasciare un titolo di viaggio di questa natura a qualsiasi altro apolide che si trovi sul loro territorio; essi esamineranno con particolare attenzione i casi di apolidi che, trovandosi sul loro territorio, non sono in grado di ottenere un documento di viaggio dal paese della loro residenza regolare.
1. Gli Stati contraenti non devono riscuotere dagli apolidi imposte, tasse o diritti di qualsiasi genere diversi da quelli o d’importo superiore a quelli imposti ai loro cittadini in circostanze analoghe.
2. Le disposizioni del paragrafo precedente non si oppongono all’applicazione agli apolidi delle disposizioni di leggi e regolamenti concernenti le tasse dovute dagli stranieri per il rilascio di documenti amministrativi, compresi i documenti d’identità.
1. Ciascuno Stato contraente deve permettere agli apolidi, conformemente alle leggi e ai regolamenti del loro paese, di trasferire gli averi che hanno introdotto sul suo territorio nel territorio di un altro paese in cui sono stati ammessi per stabilirvisi.
2. Ciascuno Stato contraente esaminerà con benevolenza le domande di apolidi che desiderano ottenere l’autorizzazione di trasferire ogni altro avere necessario alla loro sistemazione in un altro paese in cui sono stati ammessi per stabilirvisi.
1. Gli Stati contraenti possono espellere un apolide che risiede regolarmente sul loro territorio soltanto per motivi di sicurezza nazionale o d’ordine pubblico.
2. L’espulsione può essere eseguita soltanto in base ad una decisione presa conformemente alla procedura prevista dalla legge. L’apolide deve, se motivi impellenti di sicurezza nazionale non vi si oppongono, essere ammesso a produrre prove a sua discolpa, a presentare ricorso e a farsi rappresentare a questo scopo davanti ad un’autorità competente o davanti ad una o più persone specialmente designate dall’autorità competente.
3. Gli Stati contraenti assegnano a detto apolide un termine adeguato per permettergli di farsi ammettere regolarmente in un altro paese. Gli Stati contraenti possono prendere, durante tale termine, tutte le misure interne che reputano opportune.
Gli Stati contraenti facilitano, entro i limiti del possibile, l’assimilazione e la naturalizzazione degli apolidi. Essi si sforzano in particolare di accelerare la procedura di naturalizzazione e di ridurre, per quanto possibile, le tasse e le spese della procedura.
Gli Stati contraenti comunicheranno al Segretario generale delle Nazioni Unite il testo delle leggi e dei regolamenti che essi potrebbero promulgare per garantire l’applicazione della presente Convenzione.
Per quanto non possano essere composte in altro modo, le contestazioni tra le Parti circa l’interpretazione o l’applicazione della presente Convenzione saranno sottoposte, a richiesta di una delle Parti in causa, alla Corte internazionale di Giustizia.
1. La presente Convenzione è aperta alla firma presso la Sede della Organizzazione delle Nazioni Unite fino al 31 dicembre 1955.
2. Essa può essere firmata:
3. Essa dev’essere ratificata e gli strumenti di ratificazione devono essere depositati presso il Segretario generale delle Nazioni Unite.
4. Gli Stati indicati nel paragrafo 2 del presente articolo possono aderire alla presente Convenzione. L’adesione avviene mediante il deposito di uno strumento di adesione presso il Segretario generale delle Nazioni Unite.
1. Ogni Stato può, all’atto della firma, della ratificazione o adesione, dichiarare che la presente Convenzione sarà applicabile a tutti i territori che esso rappresenta in campo internazionale, oppure a uno o più territori siffatti. Tale dichiarazione ha effetto a contare dall’entrata in vigore della Convenzione per detto Stato.
2. In seguito, l’estensione dell’applicazione può avvenire in ogni tempo mediante notificazione al Segretario generale delle Nazioni Unite e ha effetto dopo novanta giorni a contare dalla data in cui il Segretario generale delle Nazioni Unite ha ricevuto la notificazione, oppure alla data d’entrata in vigore della Convenzione per detto Stato, se quest’ultima data è posteriore.
3. Per ciò che concerne i territori ai quali la presente Convenzione non sarà applicabile alla data della firma, della ratificazione o adesione, ogni Stato interessato esaminerà la possibilità di prendere, appena possibile, le misure necessarie per l’estensione dell’applicazione a detti territori, con riserva del consenso dei governi di tali territori, qualora ciò fosse richiesto per motivi costituzionali.
Nel caso di Stati federativi o di Stati non unitari, sono applicate le seguenti disposizioni:
1. All’atto della firma, della ratificazione o dell’adesione, ciascuno Stato può fare riserve circa gli articoli della presente Convenzione, eccettuati gli articoli 1, 3, 4, 16 (1) e 33 a 42 compreso.
2. Ciascuno Stato contraente che abbia fatto una riserva conformemente al paragrafo 1 del presente articolo può in ogni tempo ritirarla mediante notificazione scritta al Segretario generale delle Nazioni Unite.
1. La presente Convenzione entra in vigore il novantesimo giorno dopo la data del deposito del sesto strumento di ratificazione o di adesione.
2. Per ciascuno Stato che ratificherà la presente Convenzione o vi aderirà dopo il deposito del sesto strumento di ratificazione o di adesione, essa entra in vigore il novantesimo giorno dopo la data del deposito dello strumento di ratificazione o di adesione da parte di detto Stato.
1. Ciascuno Stato contraente può disdire la presente Convenzione, in ogni tempo, mediante notificazione scritta al Segretario generale delle Nazioni Unite.
2. La disdetta ha effetto, per lo Stato interessato, un anno dopo la data in cui è stata ricevuta dal Segretario generale delle Nazioni Unite.
3. Ciascuno Stato che ha fatto una dichiarazione o una notificazione conformemente all’articolo 36 può comunicare successivamente al Segretario generale delle Nazioni Unite che la Convenzione non è più applicabile ai territori indicati nella comunicazione. In questo caso, la Convenzione cessa di essere applicabile ai territori di cui si tratta, un anno dopo la data in cui il Segretario generale ha ricevuto la comunicazione.
1. Ciascuno Stato contraente può in ogni tempo, mediante notificazione scritta al Segretario generale delle Nazioni Unite, domandare la revisione della presente Convenzione.
2. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite raccomanda, se è il caso, le misure che devono essere prese circa siffatta domanda.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite comunica a tutti gli Stati Membri delle Nazioni Unite e agli Stati non membri indicati nell’articolo 35:
In fede di che, i sottoscritti, a ciò debitamente autorizzati, hanno firmato, in nome dei loro rispettivi Governi, la presente Convenzione.
Fatto a Nuova York, il ventotto settembre millenovecentocinquantaquattro, in un solo esemplare i cui testi inglese, spagnolo e francese fanno parimente fede, che sarà depositato negli archivi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e le cui copie certificate conformi saranno mandate a tutti gli Stati Membri delle Nazioni Unite ed agli Stati non membri indicati nell’articolo 35.
(Seguono le firme)
1. Il titolo di viaggio previsto dall’articolo 28 della presente Convenzione deve indicare che il portatore è un apolide, ai sensi della Convenzione del 28 settembre 1954.
2. Questo titolo dev’essere compilato in almeno due lingue, di cui una dev’essere la lingua inglese o francese.
3. Gli Stati contraenti esamineranno la possibilità d’adottare un titolo di viaggio conforme al modello qui accluso.
Con riserva dei regolamenti dei Paesi che rilasciano il titolo di viaggio, i figli possono essere indicati nel titolo di un genitore o, in circostanze eccezionali, di un altro adulto.
Le tasse riscosse per il rilascio del titolo di viaggio non devono essere superiori alla tariffa minima prevista per i passaporti nazionali.
Con riserva di casi speciali o eccezionali, il titolo è rilasciato per il più gran numero possibile di paesi.
la durata di validità del titolo sarà di almeno tre mesi e di due anni al massimo.
1. Per il rinnovamento del titolo o la proroga della sua validità è competente l’autorità che l’ha rilasciato, fintanto che il titolare non si è stabilito regolarmente in un altro territorio e risiede regolarmente sul territorio di detta autorità. Nelle medesime condizioni, l’autorità che ha rilasciato il titolo scaduto è competente per l’allestimento di un nuovo titolo.
2. I rappresentanti diplomatici o consolari possono essere autorizzati a prorogare, per un periodo non superiore a sei mesi, la validità dei titoli di viaggio rilasciati dai loro Governi.
3. Gli Stati contraenti esaminano con benevolenza la possibilità di rinnovare o di prorogare la validità dei titoli di viaggio, o di rilasciarne dei nuovi, agli apolidi che non risiedono più regolarmente sul loro territorio, se quest’ultimi non possono ottenere un titolo di viaggio dal Paese della loro residenza regolare.
Gli Stati contraenti riconoscono la validità dei titoli rilasciati conformemente alle disposizioni dell’articolo 28 della presente Convenzione.
Le autorità competenti del paese nel quale l’apolide desidera recarsi devono, se sono disposte a permettergli l’entrata, apporre il loro visto sul titolo di viaggio, sempreché un visto sia necessario.
1. Gli Stati contraenti s’impegnano a rilasciare visti di transito agli apolidi che hanno ottenuto il visto di un territorio di destinazione finale.
2. Il rilascio di siffatti visti può essere rifiutato per i motivi che possono giustificare il rifiuto di un visto agli stranieri in genere.
Le tasse per il rilascio di visti d’uscita, d’entrata o di transito non devono superare la tariffa minima applicabile ai visti di passaporti stranieri.
Se un apolide cambia il luogo di residenza e si stabilisce regolarmente nel territorio di un altro Stato contraente, il rilascio di un nuovo titolo, conformemente ai termini e alle condizioni dell’articolo 28 della Convenzione, spetta all’autorità competente di detto territorio, alla quale l’apolide ha il diritto di presentare la sua richiesta.
L’autorità che rilascia un nuovo titolo è tenuta a ritirare il titolo scaduto e a rimandarlo al paese che l’ha rilasciato, se nel documento scaduto è specificato che il titolo dev’essere restituito al paese che l’ha rilasciato; in caso contrario, l’autorità che rilascia il nuovo titolo deve ritirare e annullare quello scaduto.
1. Ogni titolo di viaggio rilasciato conformemente all’articolo 28 della presente Convenzione darà al titolare, salvo menzione contraria, il diritto di ritornare sul territorio dello Stato che l’ha rilasciato in qualunque momento del periodo di validità di tale titolo. Tuttavia, il periodo durante il quale il titolare potrà rientrare sul territorio del paese che ha rilasciato il titolo di viaggio non potrà essere inferiore a tre mesi, salvo il caso in cui il paese nel quale l’apolide desidera recarsi non esige che il titolo di viaggio implichi il diritto di rientro.
2. Con riserva delle disposizioni del capoverso precedente, uno Stato contraente può esigere che il titolare del documento si sottoponga a tutte le condizioni che possono essere imposte alle persone che escono dal paese o che vi rientrano.
Con la sola riserva delle prescrizioni del paragrafo 13, le disposizioni del presente allegato non pregiudicano in nessun modo le leggi ed i regolamenti che disciplinano, nei territori degli Stati contraenti, le condizioni di entrata, di transito, di soggiorno, di domicilio e d’uscita.
Il rilascio del titolo, come pure le iscrizioni che vi sono contenute, non determinano né pregiudicano lo statuto del titolare, in particolare per quanto concerne la cittadinanza.
Il rilascio del titolo non conferisce al titolare diritto alcuno alla protezione dei rappresentanti diplomatici e consolari dello Stato che rilascia il titolo, e non conferisce ipso facto, a questi rappresentanti, un diritto di protezione.
Si raccomanda che il titolo abbia la forma di un libretto (cm 15 10 circa), stampato in modo da rendere facilmente individuabili la cancellature e le alterazioni fatte con mezzi chimici od altri, e che la frase «Convenzione del 28 settembre 1954» sia impressa ripetutamente su ogni pagina, nella lingua del paese che rilascia il titolo.
Copertina del libretto
Titolo di viaggio
(Convenzione del 28 settembre 1954)
No. .....................
(1)
Titolo di viaggio
(Convenzione del 28 settembre 1954)
Questo documento scade .................. il salvo proroga della validità.
Cognome
Nome(i)
Accompagnato da ........... figli(o)
(Il presente titolo consta di 32 pagine, copertina esclusa).
(2)
Luogo e data di nascita |
Professione |
Residenza attuale |
Cognome (antecedente il matrimonio) e nome(i) della moglie* |
Cognome e nome(i) del marito* |
* | Cancellare quanto non fa al caso. |
Connotati
Statura |
Capelli |
Colore degli occhi |
Naso |
Forma del viso |
Colorito |
Segni particolari |
Figli accompagnanti il titolare
Cognome | Nome(i) | Luogo di nascita | Sesso | |||
(Il presente titolo consta di 32 pagine, copertina esclusa).
(3)
Fotografia del titolare e sigillo dell’autorità che rilascia il titolo Impronte digitali del titolare (facoltativo)
Firma dei titolare: | |
(Il presente titolo consta di 32 pagine, copertina esclusa)
(4)
1. Questo titolo è rilasciato per i paesi seguenti:
2. Documento (i) sulla cui base il presente titolo è rilasciato:
Rilasciato a |
Data: |
Firma e sigillo dell’autorità che rilascia il titolo: | |
Tassa riscossa: |
(Il presente titolo consta di 32 pagine, copertina esclusa)
(5)
Proroga
Tassa riscossa: | dal | ||
al | |||
Fatto a | il |
Firma e sigillo dell’autorità di proroga: | |||
Proroga
Tassa riscossa: | dal | ||
al | |||
Fatto a | il |
Firma e sigillo dell’autorità di proroga: | |||
(Il presente titolo consta di 32 pagine, copertina esclusa)
(6)
Proroga
Tassa riscossa: | dal | ||
al | |||
Fatto a | il |
Firma e sigillo dell’autorità di proroga: | |||
Proroga
Tassa riscossa: | dal | ||
al | |||
Fatto a | il |
Firma e sigillo dell’autorità di proroga: | |||
(Il presente titolo consta di 32 pagine, copertina esclusa)
(7–32)
Visti
Iscrivere in ogni visto il nome del titolare.
(Il presente titolo consta di 32 pagine, copertina esclusa)
Stati partecipanti | Ratifica Adesione (A) Dichiarazione di successione (S) | Entrata in vigore | ||
Albania | 23 giugno | 2003 A | 22 settembre | 2003 |
Algeria | 15 luglio | 1964 A | 13 ottobre | 1964 |
Antigua e Barbuda* | 25 ottobre | 1988 S | 1° novembre | 1981 |
Argentina* | 1° giugno | 1972 A | 30 agosto | 1972 |
Armenia | 18 maggio | 1994 A | 16 agosto | 1994 |
Australia | 13 dicembre | 1973 A | 13 marzo | 1974 |
Austria* | 8 febbraio | 2008 A | 8 maggio | 2008 |
Azerbaigian | 16 agosto | 1996 A | 14 novembre | 1996 |
Barbados* | 6 marzo | 1972 | 30 novembre | 1960 |
Belgio | 27 maggio | 1960 | 25 agosto | 1960 |
Belize | 14 settembre | 2006 A | 13 dicembre | 2006 |
Benin | 8 dicembre | 2011 A | 7 marzo | 2012 |
Bolivia | 6 ottobre | 1983 A | 4 gennaio | 1984 |
Bosnia e Erzegovina | 1° settembre | 1993 S | 6 marzo | 1992 |
Botswana* | 25 febbraio | 1969 | 30 settembre | 1966 |
Brasile | 13 agosto | 1996 | 11 novembre | 1996 |
Bulgaria* | 22 marzo | 2012 A | 20 giugno | 2012 |
Burkina Faso | 1° maggio | 2012 A | 30 luglio | 2012 |
Ceca, Repubblica* | 19 luglio | 2004 A | 17 ottobre | 2004 |
Ciad | 12 agosto | 1999 A | 10 novembre | 1999 |
Cile | 11 aprile | 2018 A | 10 luglio | 2018 |
Cina | ||||
Cina-Hong Kong*a | 10 giugno | 1997 | 1° luglio | 1999 |
Corea (Sud) | 22 agosto | 1962 A | 20 novembre | 1962 |
Costa d’Avorio | 3 ottobre | 2013 A | 1° gennaio | 2014 |
Costa Rica | 2 novembre | 1977 | 31 gennaio | 1978 |
Croazia | 12 ottobre | 1992 S | 8 ottobre | 1991 |
Danimarca* | 17 gennaio | 1956 | 16 aprile | 1956 |
Ecuador | 2 ottobre | 1970 | 31 dicembre | 1970 |
El Salvador* | 9 febbraio | 2015 | 10 maggio | 2015 |
Figi* | 12 giugno | 1972 | 10 ottobre | 1970 |
Filippine | 22 settembre | 2011 | 21 dicembre | 2011 |
Finlandia* | 10 ottobre | 1968 A | 8 gennaio | 1969 |
Francia* | 8 marzo | 1960 | 6 giugno | 1960 |
Gambia | 1° luglio | 2014 A | 29 settembre | 2014 |
Georgia | 23 dicembre | 2011 A | 22 marzo | 2012 |
Germania* | 2 agosto | 1976 | 24 gennaio | 1977 |
Grecia | 4 novembre | 1975 A | 2 febbraio | 1976 |
Guatemala* | 28 novembre | 2000 | 26 febbraio | 2001 |
Guinea | 21 marzo | 1962 A | 19 giugno | 1962 |
Guinea-Bissau | 19 settembre | 2016 A | 18 dicembre | 2016 |
Haiti | 27 settembre | 2018 A | 26 dicembre | 2018 |
Honduras | 1° ottobre | 2012 | 30 dicembre | 2012 |
Irlanda* | 17 dicembre | 1962 A | 17 marzo | 1963 |
Israele | 23 dicembre | 1958 | 23 marzo | 1959 |
Italia* | 3 dicembre | 1962 | 3 marzo | 1963 |
Kiribati* | 29 novembre | 1983 S | 12 luglio | 1979 |
Lesotho* | 4 novembre | 1974 | 4 ottobre | 1966 |
Lettonia* | 5 novembre | 1999 A | 3 febbraio | 2000 |
Liberia | 11 settembre | 1964 A | 10 dicembre | 1964 |
Libia | 16 maggio | 1989 A | 14 agosto | 1989 |
Liechtenstein | 25 settembre | 2009 | 24 dicembre | 2009 |
Lituania | 7 febbraio | 2000 A | 7 maggio | 2000 |
Lussemburgo | 27 giugno | 1960 | 25 settembre | 1960 |
Macedonia | 18 gennaio | 1994 S | 17 novembre | 1991 |
Malawi | 7 ottobre | 2009 A | 5 gennaio | 2010 |
Mali | 27 maggio | 2016 A | 25 agosto | 2016 |
Messico* | 7 giugno | 2000 A | 5 settembre | 2000 |
Moldova* | 19 aprile | 2012 A | 18 luglio | 2012 |
Montenegro | 23 ottobre | 2006 S | 3 giugno | 2006 |
Mozambico | 1° ottobre | 2014 A | 30 dicembre | 2014 |
Nicaragua* | 15 luglio | 2013 A | 13 ottobre | 2013 |
Niger | 7 novembre | 2014 A | 5 febbraio | 2015 |
Nigeria | 20 settembre | 2011 A | 19 dicembre | 2011 |
Norvegia | 19 novembre | 1956 | 17 febbraio | 1957 |
Paesi Bassi* | 12 aprile | 1962 | 11 luglio | 1962 |
Panama | 2 giugno | 2011 A | 31 agosto | 2011 |
Paraguay | 1° luglio | 2014 A | 29 settembre | 2014 |
Perù | 23 gennaio | 2014 A | 23 aprile | 2014 |
Portogallo* | 1° ottobre | 2012 A | 30 dicembre | 2012 |
Regno Unito* | 16 aprile | 1959 | 17 luglio | 1959 |
Romania* | 27 gennaio | 2006 A | 27 aprile | 2006 |
Ruanda | 4 ottobre | 2006 A | 2 gennaio | 2007 |
Saint Vincent e Grenadine* | 27 aprile | 1999 S | 27 ottobre | 1979 |
Senegal | 21 settembre | 2005 A | 20 dicembre | 2005 |
Serbia | 12 marzo | 2001 S | 27 aprile | 1992 |
Sierra Leone | 9 maggio | 2016 A | 7 agosto | 2016 |
Slovacchia* | 3 aprile | 2000 A | 2 luglio | 2000 |
Slovenia | 6 luglio | 1992 S | 25 giugno | 1991 |
Spagna* | 12 maggio | 1997 A | 10 agosto | 1997 |
Svezia* | 2 aprile | 1965 | 1° luglio | 1965 |
Svizzera | 3 luglio | 1972 | 1° ottobre | 1972 |
Swaziland | 16 novembre | 1999 A | 14 febbraio | 2000 |
Trinidad e Tobago | 11 aprile | 1966 | 31 agosto | 1962 |
Tunisia | 29 luglio | 1969 A | 27 ottobre | 1969 |
Turchia | 26 marzo | 2015 A | 24 giugno | 2015 |
Turkmenistan | 7 dicembre | 2011 A | 6 marzo | 2012 |
Ucraina | 25 marzo | 2013 A | 23 giugno | 2013 |
Uganda | 15 aprile | 1965 A | 14 luglio | 1965 |
Ungheria* | 21 novembre | 2001 A | 19 febbraio | 2002 |
Uruguay | 2 aprile | 2004 A | 1° luglio | 2004 |
Zambia* | 1° novembre | 1974 | 24 ottobre | 1964 |
Zimbabwe | 1° dicembre | 1998 S | 18 aprile | 1980 |
a Dal 19 mar. 1963 al 30 giu. 1997 la Conv. era applicabile a Hong Kong in base a una dichiarazione d’estensione territoriale del Regno Unito. Dal 1° lug. 1997, Hong Kong è diventata una Regione amministrativa speciale (RAS) della Repubblica Popolare Cinese. In virtù della dichiarazione cinese del 10 giu. 1997, la Conv. è applicabile anche alla RAS Hong Kong dal 1° lug. 1997. |
1 Cpv. 1 del DF del 27 apr. 1972 (RU 1992 2317).
2 La frase tra parentesi può venire inserita dai Governi che lo desiderano.
3 RU 1972 2150, 1975 1742, 1976 2856, 1982 2072, 1984 976, 1990 322, 1993 2266, 2004 3219, 2006 4391, 2009 3181, 2011 3289, 2012 1551, 2013 271, 2014 3271, 2016 2217 e 2019 747. Una versione aggiornata del campo d’applicazione è pubblicata sul sito Internet del DFAE (www.dfae.admin.ch/trattati).
Übersetzung aus dem französischen und englischen Originaltext
(Stand am 19. Februar 2019)
Die Hohen Vertragsparteien,
in der Erwägung, dass die Charta der Vereinten Nationen1 und die am 10. Dezember 1948 von der Generalversammlung angenommene allgemeine Erklärung der Menschenrechte den Grundsatz bestätigt haben, dass die Menschen ohne Unterschied die Menschenrechte und die Grundfreiheiten geniessen sollen,
in der Erwägung, dass die Vereinten Nationen wiederholt ihr grosses Interesse für die Staatenlosen bekundet und sich bestrebt haben diesen in möglichst weitem Umfang die Ausübung der Menschenrechte und der Grundfreiheiten zu gewährleisten,
in der Erwägung, dass nur diejenigen Staatenlosen, die gleichzeitig Flüchtlinge sind, durch das Abkommen vom 28. Juli 19512 über die Rechtsstellung der Flüchtlinge erfasst werden und dass jenes Abkommen auf zahlreiche Staatenlose nicht anwendbar ist,
in der Erwägung, dass es wünschenswert ist, die Stellung der Staatenlosen durch ein internationales Übereinkommen zu regeln und zu verbessern,
haben folgendes vereinbart:
1. «Staatenlos» im Sinne dieses Übereinkommens ist eine Person, die kein Staat auf Grund seiner Gesetzgebung als seinen Angehörigen betrachtet.
2. Dieses Übereinkommen ist nicht anwendbar:
Jeder Staatenlose hat gegenüber dem Land, in dem er sich aufhält, Pflichten, zu denen insbesondere die Verpflichtung gehört, sich den Gesetzen und Verordnungen sowie den Massnahmen zur Aufrechterhaltung der öffentlichen Ordnung zu unterziehen.
Die vertragschliessenden Staaten haben die Bestimmungen dieses Übereinkommens auf die Staatenlosen ohne Unterschied der Rasse, der Religion oder des Herkunftslandes anzuwenden.
Die vertragschliessenden Staaten gewähren den Staatenlosen auf ihrem Gebiet eine mindestens ebenso günstige Behandlung in Bezug auf die Freiheit in der Religionsausübung und die Freiheit des Religionsunterrichts ihrer Kinder wie den eigenen Staatsangehörigen.
Keine Bestimmung dieses Übereinkommens berührt die sonstigen Rechte und Vorteile, die den Staatenlosen unabhängig von diesem Übereinkommen gewährt werden.
Im Sinne dieses Übereinkommens bedeutet der Ausdruck «unter den gleichen Umständen», dass eine Person alle Bedingungen (vor allem diejenigen betreffend Dauer und Voraussetzungen von Aufenthalt und Niederlassung) zur Ausübung eines Rechts erfüllen muss, gleich wie wenn sie nicht staatenlos wäre; ausgenommen hievon sind nur die Bedingungen, die ihrer Natur nach von einem Staatenlosen nicht erfüllt werden können.
1. Unter Vorbehalt der in diesem Übereinkommen vorgesehenen günstigeren Bestimmungen gewährt jeder vertragschliessende Staat den Staatenlosen die Behandlung, die er Ausländern im Allgemeinen gewährt.
2. Nach dreijährigem Aufenthalt sind die Staatenlosen in den vertragschliessenden Staaten von der Gegenseitigkeit in Bezug auf die gesetzlichen Bestimmungen befreit.
3. Die vertragschliessenden Staaten gewähren den Staatenlosen weiterhin die Rechte und Vergünstigungen, die ihnen ohne Rücksicht auf Gegenseitigkeit schon beim Inkrafttreten dieses Übereinkommens zukamen.
4. Die vertragschliessenden Staaten prüfen wohlwollend die Möglichkeit, den Staatenlosen bei fehlender Gegenseitigkeit weiter gehende Rechte und Vergünstigungen als die zu gewähren, auf die sie nach den Absätzen 2 und 3 Anspruch erheben können, sowie ferner die Möglichkeit, Staatenlose, die die Voraussetzungen dieser beiden Absätze nicht erfüllen, vom Erfordernis der Gegenseitigkeit zu befreien.
5. Die Bestimmungen der Absätze 2 und 3 finden sowohl auf die in den Artikeln 13, 18, 19, 21 und 22 des Übereinkommens erwähnten Rechte und Vergünstigungen Anwendung als auch auf solche, die in diesem Übereinkommen nicht enthalten sind.
Die vertragschliessenden Staaten wenden Sondermassnahmen, die gegen die Person, das Vermögen oder die Interessen der Angehörigen oder ehemaligen Angehörigen eines bestimmten Staates ergriffen werden könnten, nicht auf einen Staatenlosen an, nur weil er die Staatsangehörigkeit dieses Staates besessen hat. Die vertragschliessenden Staaten, die auf Grund ihrer Gesetzgebung diesen allgemeinen Grundsatz nicht einhalten können, gewähren in geeigneten Fällen Ausnahmen zugunsten der Staatenlosen.
Keine Bestimmung dieses Übereinkommens hindert einen vertragschliessenden Staat daran, in Kriegszeiten oder bei andern schwerwiegenden und aussergewöhnlichen Umständen gegenüber einer bestimmten Person vorübergehend die für die Staatssicherheit erforderlichen Massnahmen zu ergreifen, bis abgeklärt ist, ob die Person tatsächlich staatenlos ist und ob die gegen sie ergriffenen Massnahmen im Interesse der Staatssicherheit aufrechterhalten bleiben müssen.
1. Ist ein Staatenloser im Verlaufe des Zweiten Weltkrieges verschleppt und in das Gebiet eines der vertragschliessenden Staaten gebracht worden und hält sich dort auf, so gilt die Dauer des Zwangsaufenthaltes in diesem Gebiet als rechtmässiger Aufenthalt.
2. Ist ein Staatenloser während des Zweiten Weltkrieges aus dem Gebiet eines vertragschliessenden Staates verschleppt worden und vor dem Inkrafttreten dieses Übereinkommens dorthin zurückgekehrt, um dort Aufenthalt zu nehmen, so gilt die Zeit vor und nach dieser Zwangsverschleppung in allen Fällen, in denen ein ununterbrochener Aufenthalt verlangt wird, als ein einziger ununterbrochener Zeitraum.
Die vertragschliessenden Staaten prüfen wohlwollend die Möglichkeit, Staatenlose, die reguläre Besatzungsmitglieder eines Schiffes sind, das ihre Flagge führt, die Wohnsitznahme auf ihrem Gebiet zu gestatten, ihnen Reisepapiere auszustellen oder sie vorübergehend aufzunehmen, um ihnen insbesondere die Wohnsitznahme in einem andern Land zu erleichtern.
1. Die personenrechtliche Stellung eines Staatenlosen bestimmt sich nach dem Gesetz seines Wohnsitzlandes oder, wenn er keinen Wohnsitz hat, nach dem Gesetz des Aufenthaltslandes.
2. Rechte, die ein Staatenloser vorher erworben hat und die auf seiner personenrechtlichen Stellung beruhen, insbesondere solche Rechte, die sich aus der Eheschliessung ergeben, sind von den vertragschliessenden Staaten zu achten, vorausgesetzt, dass die in der Gesetzgebung dieses Staates allfällig vorgesehenen Formalitäten erfüllt sind; Voraussetzung ist ferner, dass es sich um Rechte handelt, die von diesem Staat auch dann anerkannt worden wären, wenn die fragliche Person nicht staatenlos geworden wäre.
Die vertragschliessenden Staaten gewähren den Staatenlosen in Bezug auf den Erwerb von beweglichem und unbeweglichem Eigentum und den dazu gehörenden Rechten und in Bezug auf Miet— und andere Verträge über bewegliches und unbewegliches Eigentum eine möglichst günstige Behandlung, die auf alle Fälle nicht ungünstiger ist als die, welche Ausländern im allgemeinen unter den gleichen Umständen gewährt wird.
In Bezug auf den Schutz des gewerblichen Eigentums, insbesondere von Erfindungen, technischen Plänen, Modellen, Fabrikmarken, Handelsfirmen, und auf den Schutz von Werken der Literatur, Kunst und Wissenschaft geniessen Staatenlose im Land, wo sie ihren gewöhnlichen Aufenthalt haben, den Schutz, der den eigenen Staatsangehörigen gewährt wird. Im Gebiet eines andern vertragschliessenden Staates geniesst der Staatenlose den Schutz, der dort Staatsangehörigen des Landes gewährt wird, in dem er seinen gewöhnlichen Aufenthalt hat.
Die vertragschliessenden Staaten gewähren den Staatenlosen, die sich rechtmässig auf ihrem Gebiet aufhalten, in Bezug auf Vereinigungen zu unpolitischen und nicht auf Erwerb gerichteten Zwecken sowie in Bezug auf Gewerkschaften eine möglichst günstige Behandlung, die auf alle Fälle nicht ungünstiger ist als die, welche Ausländern im allgemeinen unter den gleichen Umständen gewährt wird.
1. Staatenlose haben auf dem Gebiete der vertragschliessenden Staaten freien Zutritt zu den Gerichten.
2. Staatenlosen wird im vertragschliessenden Staat, wo sie ihren gewöhnlichen Aufenthalt haben, hinsichtlich der Zulassung vor Gericht, einschliesslich des Armenrechts und der Befreiung von der cautio judicatum solvi, die gleiche Behandlung zuteil wie den Angehörigen dieses Staates.
3. In den vertragschliessenden Staaten, in denen ein Staatenloser nicht seinen gewöhnlichen Aufenthalt hat, geniesst er in Bezug auf die in Absatz 2 erwähnten Rechte die gleiche Behandlung wie ein Angehöriger des Landes, in dem er seinen gewöhnlichen Aufenthalt hat.
1. Die vertragschliessenden Staaten gewähren Staatenlosen, die sich rechtmässig auf ihrem Gebiet aufhalten, in Bezug auf den Stellenantritt eine möglichst günstige Behandlung, die auf alle Fälle nicht ungünstiger ist als die, welche Ausländern im allgemeinen unter den gleichen Umständen gewährt wird.
2. Die vertragschliessenden Staaten prüfen wohlwollend die Möglichkeit, Massnahmen zu treffen, um die Rechte aller Staatenlosen in Bezug auf den Stellenantritt den eigenen Staatsangehörigen anzugleichen, insbesondere der Staatenlosen, die auf Grund eines Anwerbungsprogramms für Arbeitskräfte oder eines Einwanderungsplanes in ihr Gebiet gekommen sind.
Die vertragschliessenden Staaten gewähren den Staatenlosen, die sich rechtmässig auf ihrem Gebiet aufhalten, in Bezug auf die selbständige Erwerbstätigkeit in der Landwirtschaft, Industrie, im Gewerbe und Handel sowie auf die Gründung von Handels— oder Industriefirmen eine möglichst günstige Behandlung, die auf alle Fälle nicht ungünstiger ist als die, welche Ausländern im allgemeinen unter den gleichen Umständen gewährt wird.
Jeder vertragschliessende Staat gewährt den Staatenlosen, die sich rechtmässig auf seinem Gebiet aufhalten, die Diplome besitzen, welche von den zuständigen Behörden dieses Staates anerkannt werden, und die einen freien Beruf ausüben wollen, eine möglichst günstige Behandlung, die auf alle Fälle nicht ungünstiger ist als die, welche Ausländern im allgemeinen unter den gleichen Umständen gewährt wird.
Wo ein Rationierungssystem besteht, das die allgemeine Verteilung von Mangelwaren regelt und dem die ganze Bevölkerung unterworfen ist, sind die Staatenlosen wie die eigenen Staatsangehörigen zu behandeln.
In Bezug auf die Unterkunft gewähren die vertragschliessenden Staaten, soweit diese Frage durch Gesetze und Verordnungen geregelt ist oder unter der Kontrolle der öffentlichen Behörden steht, den Staatenlosen, die sich rechtmässig auf ihrem Gebiet aufhalten, eine möglichst günstige Behandlung, die auf alle Fälle nicht ungünstiger ist als die, welche Ausländern im allgemeinen unter den gleichen Umständen gewährt wird.
1. Die vertragschliessenden Staaten gewähren Staatenlosen in Bezug auf den Unterricht in den Primarschulen die gleiche Behandlung wie den eigenen Staatsangehörigen.
2. Die vertragschliessenden Staaten gewähren den Staatenlosen hinsichtlich des Unterrichts in andern als den Primarschulen, insbesondere was die Zulassung zum Studium, die Anerkennung von ausländischen Studienzeugnissen, Diplomen und Universitätsgraden sowie den Gebührenerlass und die Erteilung von Stipendien anbetrifft, eine möglichst günstige Behandlung, die auf alle Fälle nicht ungünstiger ist als die, welche Ausländern im allgemeinen unter den gleichen Umständen gewährt wird.
Die vertragschliessenden Staaten gewähren den auf ihrem Gebiet rechtmässig sich aufhaltenden Staatenlosen die gleiche Fürsorge und öffentliche Unterstützung wie den eigenen Staatsangehörigen.
1. Die vertragschliessenden Staaten gewähren den rechtmässig auf ihrem Gebiet sich aufhaltenden Staatenlosen die gleiche Behandlung wie den eigenen Staatsangehörigen in Bezug auf:
2. Die Entschädigungsansprüche, die durch den Tod eines Staatenlosen infolge Arbeitsunfalls oder Berufskrankheit entstehen, werden dadurch nicht beeinträchtigt, dass sich der Begünstigte ausserhalb des Gebietes des vertragschliessenden Staates aufhält.
3. Die vertragschliessenden Staaten erstrecken die Vorteile der untereinander abgeschlossenen oder noch abzuschliessenden Abkommen über die Erhaltung wohlerworbener Rechte und von Anwartschaften auf dem Gebiete der Sozialversicherung auf die Staatenlosen, sofern diese die Bedingungen erfüllen, die für die Staatsangehörigen der Signatarstaaten dieser Abkommen vorgesehen sind.
4. Die vertragschliessenden Staaten prüfen wohlwollend die Möglichkeit, die Vorteile ähnlicher Abkommen, die zwischen ihnen und Nichtvertragsstaaten in Kraft sind oder sein werden, soweit als möglich auf Staatenlose auszudehnen.
1. Wenn ein Staatenloser normalerweise für die Ausübung eines Rechtes die Mitwirkung ausländischer Behörden benötigt, an die er nicht gelangen kann, sorgen die vertragschliessenden Staaten, auf deren Gebiet er sich aufhält, dafür, dass ihm die Beihilfe durch die eigenen Behörden gewährt wird.
2. Die in Absatz 1 erwähnten Behörden stellen den Staatenlosen die Dokumente oder Bescheinigungen aus oder lassen sie unter ihrer Aufsicht ausstellen, die normalerweise einem Ausländer durch seine heimatlichen Behörden oder durch deren Vermittlung ausgestellt werden.
3. Die in dieser Weise ausgestellten Dokumente oder Bescheinigungen ersetzen die amtlichen Urkunden, die Ausländern durch die Behörden ihres Landes oder durch deren Vermittlung ausgestellt werden, sie gelten bis zum Beweise des Gegenteils als rechtmässig.
4. Abgesehen von Ausnahmen, die zugunsten von Bedürftigen zugelassen werden müssen, können für die hier erwähnten Amtshandlungen Gebühren erhoben werden; diese müssen aber mässig sein und den Gebühren entsprechen, die von den eigenen Staatsangehörigen für ähnliche Amtshandlungen erhoben werden.
5. Die Bestimmungen dieses Artikels berühren die Artikel 27 und 28 nicht.
Jeder vertragschliessende Staat räumt den Staatenlosen, die sich rechtmässig auf seinem Gebiet aufhalten, das Recht ein, dort ihren Aufenthaltsort zu wählen und sich frei zu bewegen, vorbehältlich der Bestimmungen, die unter den gleichen Umständen für Ausländer im Allgemeinen gelten.
Die vertragschliessenden Staaten stellen jedem Staatenlosen, der sich auf ihrem Gebiet aufhält und der kein gültiges Reisepapier besitzt, einen Identitätsausweis aus.
Die vertragschliessenden Staaten stellen den Staatenlosen, die sich rechtmässig auf ihrem Gebiet aufhalten, Reiseausweise aus, die ihnen Reisen ausserhalb dieses Gebietes gestatten, vorausgesetzt, dass keine zwingenden Gründe der Staatssicherheit oder öffentlichen Ordnung entgegenstehen. Die Bestimmungen im Anhang zu diesem Übereinkommen finden auf diese Dokumente Anwendung. Die vertragschliessenden Staaten können einen solchen Reiseausweis auch jedem andern Staatenlosen auf ihrem Gebiet ausstellen; sie werden den Fällen von Staatenlosen besondere Aufmerksamkeit schenken, die sich auf ihrem Gebiet aufhalten und nicht in der Lage sind, von dem Lande, wo sie ihren ordentlichen Aufenthalt haben, einen Reiseausweis zu erlangen.
1. Die vertragschliessenden Staaten erheben von den Staatenlosen keine anderen oder höheren Gebühren, Abgaben oder Steuern irgendwelcher Art, als sie unter ähnlichen Verhältnissen jetzt oder künftig von den eigenen Staatsangehörigen verlangt werden.
2. Diese Vorschrift steht der Anwendung der gesetzlichen und sonstigen Bestimmungen nicht entgegen, welche die Gebühren für die Ausstellung von Verwaltungsdokumenten, einschliesslich Identitätsausweisen, an Ausländer betreffen.
1. Jeder vertragschliessende Staat gestattet den Staatenlosen nach Massgabe seiner Gesetze und Verordnungen, Vermögenswerte, die sie auf sein Staatsgebiet gebracht haben, in das Gebiet eines anderen Landes überzuführen, in dem sie zur Ansiedlung zugelassen worden sind.
2. Jeder vertragschliessende Staat prüft wohlwollend die Gesuche von Staatenlosen, die um die Ermächtigung nachsuchen, alle andern Vermögenswerte, die zur Ansiedlung in einem andern Land erforderlich sind, in ein anderes Land zu überführen, in dem sie zur Ansiedlung aufgenommen worden sind.
1. Die vertragschliessenden Staaten weisen einen Staatenlosen, der sich rechtmässig auf ihrem Gebiet aufhält, nur aus Gründen der Staatssicherheit oder der öffentlichen Ordnung aus.
2. Die Ausweisung eines Staatenlosen kann nur auf Grund eines Entscheides, der nach dem gesetzlich vorgeschriebenen Verfahren getroffen wurde, durchgeführt werden. Soweit nicht zwingende Gründe der Staatssicherheit entgegenstehen, muss dem Staatenlosen erlaubt werden, Beweise zu seiner Entlastung beizubringen, Rekurs einzureichen und sich dabei vor einer zuständigen Behörde oder vor einer oder mehreren von der zuständigen Behörde bezeichneten Personen vertreten zu lassen.
3. Die vertragschliessenden Staaten räumen einem ausgewiesenen Staatenlosen eine angemessene Frist ein, um ihm den Versuch zu einer rechtmässigen Einreise in ein anderes Land zu ermöglichen. Die vertragschliessenden Staaten können während dieser Frist alle innerstaatlichen Massnahmen treffen, die sie für notwendig erachten.
Die vertragschliessenden Staaten erleichtern soweit als möglich die Assimilierung und Einbürgerung der Staatenlosen. Sie bemühen sich insbesondere, das Einbürgerungsverfahren zu beschleunigen und die Gebühren und Kosten des Verfahrens nach Möglichkeit herabzusetzen.
Die vertragschliessenden Staaten werden dem Generalsekretär der Vereinten Nationen den Text der Gesetze und Verordnungen mitteilen, die sie zur Durchführung dieses Übereinkommens erlassen.
Jede Streitigkeit zwischen den Parteien dieses Übereinkommens über dessen Auslegung oder Durchführung, die auf andere Weise nicht beigelegt werden kann, ist auf Begehren einer der an der Streitigkeit beteiligten Parteien dem Internationalen Gerichtshof zu unterbreiten.
1. Dieses Übereinkommen liegt am Sitz der Organisation der Vereinten Nationen bis zum 31. Dezember 1955 zur Unterzeichnung auf.
2. Es liegt zur Unterzeichnung auf:
3. Es ist zu ratifizieren; die Ratifikationsurkunden sind beim Generalsekretär der Vereinten Nationen zu hinterlegen.
4. Die in Absatz 2 dieses Artikels bezeichneten Staaten können diesem Übereinkommen beitreten. Der Beitritt erfolgt durch Hinterlegung einer Beitrittsurkunde beim Generalsekretär der Vereinten Nationen.
1. Jeder Staat kann im Zeitpunkt der Unterzeichnung, der Ratifikation oder des Beitritts erklären, dass sich die Geltung dieses Übereinkommens auf alle Gebiete erstreckt, die er in den internationalen Beziehungen vertritt, oder nur auf eines oder mehrere von ihnen. Eine solche Erklärung wird in dem Zeitpunkt wirksam, in dem dieses Übereinkommen für den betreffenden Staat in Kraft tritt.
2. In jedem späteren Zeitpunkt erfolgt diese Erweiterung des Geltungsbereichs durch eine an den Generalsekretär der Vereinten Nationen gerichtete Mitteilung; sie wird nach Ablauf von neunzig Tagen seit dem Eingang der Mitteilung beim Generalsekretär der Vereinten Nationen wirksam oder in dem Zeitpunkt, in dem das Übereinkommen für den betreffenden Staat in Kraft tritt, wenn dieser letzte Zeitpunkt später liegt.
3. Bei Gebieten, für die dieses Übereinkommen im Zeitpunkt der Unterzeichnung, Ratifikation oder des Beitritts nicht gilt, prüft jeder interessierte Staat die Möglichkeit, sobald wie möglich alle erforderlichen Massnahmen zu ergreifen, um den Geltungsbereich dieses Übereinkommens auf diese Gebiete zu erweitern, gegebenenfalls unter dem Vorbehalt der Zustimmung der Regierungen dieser Gebiete, wenn eine solche aus verfassungsmässigen Gründen erforderlich ist.
Im Falle eines Bundesstaates oder eines Staates, der kein Einheitsstaat ist, finden nachstehende Bestimmungen Anwendung:
1. Im Zeitpunkt der Unterzeichnung, der Ratifikation oder des Beitritts kann jeder Staat zu den Artikeln des Übereinkommens Vorbehalte machen,
ausgenommen zu den Artikeln 1, 3, 4, 16 Absatz 1 und 33–42 einschliesslich.
2. Jeder vertragschliessende Staat, der gemäss Absatz 1 dieses Artikels einen Vorbehalt gemacht hat, kann ihn jederzeit durch eine diesbezügliche Mitteilung an den Generalsekretär der Vereinten Nationen zurückziehen.
1. Dieses Übereinkommen tritt am neunzigsten Tage nach dem Zeitpunkt der Hinterlegung der sechsten Ratifikations— oder Beitrittsurkunde in Kraft.
2. Für jeden Staat, der das Übereinkommen nach Hinterlegung der sechsten Ratifikations— oder Beitrittsurkunde ratifiziert oder ihm beitritt, tritt es am neunzigsten Tage nach dem Zeitpunkt der Hinterlegung der Ratifikations- oder Beitrittsurkunde dieses Staates in Kraft.
1. Jeder vertragschliessende Staat kann das Übereinkommen jederzeit durch eine an den Generalsekretär der Vereinten Nationen zu richtende Mitteilung kündigen.
2. Die Kündigung wird für den betreffenden Staat ein Jahr nach dem Zeitpunkt des Eingangs der Mitteilung beim Generalsekretär der Vereinten Nationen wirksam.
3. Jeder Staat, der eine Erklärung oder Mitteilung gemäss Artikel 36 gemacht hat, kann jederzeit später dem Generalsekretär der Vereinten Nationen mitteilen, dass das Übereinkommen auf das in der Mitteilung bezeichnete Gebiet nicht mehr Anwendung findet. Das Übereinkommen findet alsdann auf dieses Gebiet ein Jahr nach dem Zeitpunkt des Eingangs der Mitteilung beim Generalsekretär keine Anwendung mehr.
1. Jeder vertragschliessende Staat kann jederzeit durch eine an den Generalsekretär der Vereinten Nationen zu richtende Mitteilung die Revision dieses Übereinkommens verlangen.
2. Die Generalversammlung der Vereinten Nationen empfiehlt die in Bezug auf dieses Begehren gegebenenfalls zu treffenden Massnahmen.
Der Generalsekretär der Vereinten Nationen macht allen Mitgliedstaaten der Vereinten Nationen sowie den in Artikel 35 bezeichneten Nichtmitgliedstaaten Mitteilung über:
Zu Urkund dessen haben die gehörig bevollmächtigten Unterzeichneten dieses Übereinkommen im Namen ihrer Regierungen unterzeichnet.
Geschehen zu New York, am achtundzwanzigsten September eintausendneunhundertvierundfünfzig, in einer einzigen Ausfertigung, deren englischer, spanischer und französischer Wortlaut gleichermassen verbindlich ist, die in den Archiven der Organisation der Vereinten Nationen hinterlegt wird und von welcher allen Mitgliedstaaten der Vereinten Nationen sowie den in Artikel 35 bezeichneten Nichtmitgliedstaaten beglaubigte Abschriften übermittelt werden.
(Es folgen die Unterschriften)
1. Der in Artikel 28 dieses Übereinkommens erwähnte Reiseausweis hat anzugeben, dass der Inhaber staatenlos im Sinne des Übereinkommens vom 28. September 1954 ist.
2. Der Ausweis ist mindestens in zwei Sprachen abzufassen, von denen eine die englische oder die französische Sprache ist.
3. Die vertragschliessenden Staaten prüfen die Möglichkeit, einen Reiseausweis gemäss beigefügtem Muster einzuführen.
Vorbehältlich der Vorschriften des Ausstellerlandes können Kinder im Ausweis eines Elternteils oder ausnahmsweise eines anderen Erwachsenen aufgeführt werden.
Die für die Ausstellung des Ausweises erhobenen Gebühren dürfen den niedrigsten Ansatz, der für heimatliche Pässe gilt, nicht übersteigen.
Ausser in besondern oder aussergewöhnlichen Fällen ist der Ausweis für möglichst viele Länder auszustellen.
Die Gültigkeitsdauer des Ausweises beträgt mindestens drei Monate und höchstens zwei Jahre.
1. Die Erneuerung oder Verlängerung des Reiseausweises ist Sache der ausstellenden Behörde, solange der Inhaber sich nicht in einem andern Gebiet niedergelassen hat und sich rechtmässig auf dem Gebiet dieser Behörde aufhält. Zur Ausstellung eines neuen Ausweises ist unter der gleichen Bedingung die Behörde zuständig, die den frühern Ausweis abgegeben hat.
2. Diplomatische und konsularische Vertretungen können ermächtigt werden, die Gültigkeitsdauer der von ihrer Regierung ausgestellten Ausweise um höchstens sechs Monate zu verlängern.
3. Die vertragschliessenden Staaten prüfen wohlwollend, ob Staatenlosen, die sich nicht mehr rechtmässig auf ihrem Gebiet aufhalten und die vom Land
ihres rechtmässigen Aufenthalts keinen Reiseausweis erhalten können, ein solcher ausgestellt, erneuert oder verlängert werden kann.
Die vertragschliessenden Staaten anerkennen die gemäss Artikel 28 dieses Übereinkommens abgegebenen Ausweise.
Die zuständigen Behörden des Landes, in das der Staatenlose reisen will, tragen, wenn sie bereit sind, ihn aufzunehmen, in seinen Reiseausweis ein Visum ein, sofern dies notwendig ist.
1. Die vertragschliessenden Staaten verpflichten sich, Staatenlosen, die das Einreisevisum des endgültigen Bestimmungsgebietes erhalten haben, Transitvisa zu erteilen.
2. Die Erteilung dieses Visums kann aus Gründen verweigert werden, die auch gegenüber jedem andern Ausländer die Verweigerung des Visums rechtfertigen würden.
Die Gebühren für die Erteilung von Aus—, Ein— oder Durchreisevisa dürfen den für Visa in ausländischen Pässen vorgesehenen niedrigsten Ansatz nicht übersteigen.
Wenn ein Staatenloser sich rechtmässig auf dem Gebiet eines andern vertragschliessenden Staates niederlässt, ist es Sache der zuständigen Behörden dieses Gebietes, ihm gemäss Artikel 28 einen neuen Reiseausweis abzugeben; der Staatenlose kann sie darum ersuchen.
Die Behörde, die einen neuen Ausweis abgibt, hat den früheren einzuziehen und dem Ausstellungsland zurückzusenden, falls dies im Ausweis vorgesehen ist; ist dies nicht der Fall, zieht sie ihn ein und annulliert ihn.
1. Ein nach Artikel 28 des Übereinkommens ausgestellter Reiseausweis berechtigt den Inhaber, vorbehältlich eines anders lautenden Vermerks, jederzeit während der Gültigkeitsdauer des Ausweises in das Gebiet des ausstellenden Staates zurückzukehren. Die Frist zur Rückkehr darf aber nicht weniger als drei Monate betragen, ausser wenn das Land, in welches der Staatenlose reisen will, keine Rückkehrgarantie im Reiseausweis verlangt.
2. Unter Vorbehalt von Absatz 1 kann jeder vertragschliessende Staat verlangen, dass sich der Inhaber des Ausweises allen Formalitäten unterwirft, die in Bezug auf Ausreise oder Rückkehr in das Land vorgeschrieben werden können.
Die Bestimmungen dieses Anhanges, mit Ausnahme von Paragraph 13, berühren in keiner Weise die Gesetze und Verordnungen, die auf dem Gebiete der vertragschliessenden Staaten die Bedingungen für die Zulassung, die Durchreise, den Aufenthalt, die Niederlassung und die Ausreise regeln.
Weder die Abgabe des Ausweises noch die eingetragenen Vermerke bestimmen oder berühren den Status des Inhabers, insbesondere was die Staatsangehörigkeit anbelangt.
Die Ausstellung des Ausweises gibt dem Inhaber keinen Anspruch auf diplomatischen oder konsularischen Schutz des Staates, der den Ausweis abgegeben hat, und überträgt nicht ipso facto dessen Vertretern Schutzbefugnisse.
Es wird empfohlen, den Ausweis in Form eines Heftes (15 x 10 cm) auszustellen und ihn so zu drucken, dass jede mit chemischen oder anderen Mitteln vorgenommene Radierung oder Änderung leicht festgestellt werden kann und dass die Worte «Übereinkommen vom 28. September 1954» auf jeder Seite in der Sprache des ausstellenden Landes fortlaufend wiederholt werden.
Umschlag des Heftes
Reiseausweis
(Übereinkommen vom 28. September 1954)
Nr. ......................
(1)
Reiseausweis
(Übereinkommen vom 28. September 1954)
Dieser Ausweis wird am .................. ungültig, sofern er nicht verlängert wird.
Name
Vorname(n)
Begleitet von ........ Kind (Kindern).
(Dieser Ausweis enthält ohne Umschlag 32 Seiten.)
(2)
Geburtsort und -datum: |
Beruf: |
Gegenwärtiger Wohnort: |
Mädchenname und Vorname(n) der Ehefrau1: |
Name und Vorname(n) des Ehemannes1: |
Nichtzutreffendes streichen |
Personenbeschreibung
Grösse: |
Haare: |
Farbe der Augen: |
Nase: |
Gesichtsform: |
Hautfarbe: |
Besondere Kennzeichen: |
Den Inhaber begleitende Kinder
Name | Vorname(n) | Geburtsort und -datum | Geschlecht | |||
(Dieser Ausweis enthält ohne Umschlag 32 Seiten.)
(3)
Lichtbild des Inhabers und Stempel der den Ausweis ausstellenden Behörde. Fingerabdrücke des Inhabers (wenn erforderlich).
Unterschrift des Inhabers | |
(Dieser Ausweis enthält ohne Umschlag 32 Seiten.)
(4)
1. Dieser Ausweis ist für folgende Länder gültig:
2. Dieser Ausweis wird auf Grund folgender Unterlage(n) ausgestellt:
Ausgestellt in: |
Datum: |
Unterschrift und Stempel der den Ausweis ausstellenden Behörde: | |
Erhobene Gebühr: |
(Dieser Ausweis enthält ohne Umschlag 32 Seiten.)
(5)
Verlängerung der Gültigkeitsdauer
Erhobene Gebühr: | Vom | ||
bis | |||
Fait à: | Datum: |
Unterschrift und Stempel der die Gültigkeit des Ausweises verlängernden Behörde: | |||
Verlängerung der Gültigkeitsdauer
Erhobene Gebühr: | Vom | ||
bis | |||
Ausgestellt in: | Datum: |
Unterschrift und Stempel der die Gültigkeit des Ausweises verlängernden Behörde: | |||
(Dieser Ausweis enthält ohne Umschlag 32 Seiten.)
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(7–32)
Visa
Der Name des Ausweisinhabers ist in jedem Visum zu wiederholen.
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Vertragsstaaten | Ratifikation Beitritt (B) Nachfolgeerklärung (N) | Inkrafttreten | ||
Albanien | 23. Juni | 2003 B | 22. September | 2003 |
Algerien | 15. Juli | 1964 B | 13. Oktober | 1964 |
Antigua und Barbuda* | 25. Oktober | 1988 N | 1. November | 1981 |
Argentinien* | 1. Juni | 1972 B | 30. August | 1972 |
Armenien | 18. Mai | 1994 B | 16. August | 1994 |
Aserbaidschan | 16. August | 1996 B | 14. November | 1996 |
Australien | 13. Dezember | 1973 B | 13. März | 1974 |
Barbados* | 6. März | 1972 | 30. November | 1960 |
Belgien | 27. Mai | 1960 | 25. August | 1960 |
Belize | 14. September | 2006 B | 13. Dezember | 2006 |
Benin | 8. Dezember | 2011 B | 7. März | 2012 |
Bolivien | 6. Oktober | 1983 B | 4. Januar | 1984 |
Bosnien und Herzegowina | 1. September | 1993 N | 6. März | 1992 |
Botsuana* | 25. Februar | 1969 | 30. September | 1966 |
Brasilien | 13. August | 1996 | 11. November | 1996 |
Bulgarien* | 22. März | 2012 B | 20. Juni | 2012 |
Burkina Faso | 1. Mai | 2012 B | 30. Juli | 2012 |
Chile | 11. April | 2018 B | 10. Juli | 2018 |
China | ||||
Hongkonga | 10. Juni | 1997 | 1. Juli | 1997 |
Costa Rica | 2. November | 1977 | 31. Januar | 1978 |
Côte d’Ivoire | 3. Oktober | 2013 B | 1. Januar | 2014 |
Dänemark* | 17. Januar | 1956 | 16. April | 1956 |
Deutschland* | 2. August | 1976 | 24. Januar | 1977 |
Ecuador | 2. Oktober | 1970 | 31. Dezember | 1970 |
El Salvador* | 9. Februar | 2015 | 10. Mai | 2015 |
Fidschi* | 12. Juni | 1972 | 10. Oktober | 1970 |
Finnland* | 10. Oktober | 1968 B | 8. Januar | 1969 |
Frankreich* | 8. März | 1960 | 6. Juni | 1960 |
Gambia | 1. Juli | 2014 B | 29. September | 2014 |
Georgien | 23. Dezember | 2011 B | 22. März | 2012 |
Griechenland | 4. November | 1975 B | 2. Februar | 1976 |
Guatemala* | 28. November | 2000 | 26. Februar | 2001 |
Guinea | 21. März | 1962 B | 19. Juni | 1962 |
Guinea-Bissau | 19. September | 2016 B | 18. Dezember | 2016 |
Haiti | 27. September | 2018 B | 26. Dezember | 2018 |
Honduras | 1. Oktober | 2012 | 30. Dezember | 2012 |
Irland* | 17. Dezember | 1962 B | 17. März | 1963 |
Israel | 23. Dezember | 1958 | 23. März | 1959 |
Italien* | 3. Dezember | 1962 | 3. März | 1963 |
Kiribati* | 29. November | 1983 N | 12. Juli | 1979 |
Korea (Süd-) | 22. August | 1962 B | 20. November | 1962 |
Kroatien | 12. Oktober | 1992 N | 8. Oktober | 1991 |
Lesotho* | 4. November | 1974 | 4. Oktober | 1966 |
Lettland* | 5. November | 1999 B | 3. Februar | 2000 |
Liberia | 11. September | 1964 B | 10. Dezember | 1964 |
Libyen | 16. Mai | 1989 B | 14. August | 1989 |
Liechtenstein | 25. September | 2009 | 24. Dezember | 2009 |
Litauen | 7. Februar | 2000 B | 7. Mai | 2000 |
Luxemburg | 27. Juni | 1960 | 25. September | 1960 |
Malawi | 7. Oktober | 2011 B | 5. Januar | 2011 |
Mali | 27. Mai | 2016 B | 25. August | 2016 |
Mazedonien | 18. Januar | 1994 N | 17. November | 1991 |
Mexiko* | 7. Juni | 2000 B | 5. September | 2000 |
Moldau* | 19. April | 2012 B | 18. Juli | 2012 |
Montenegro | 23. Oktober | 2006 N | 3. Juni | 2006 |
Mosambik | 1. Oktober | 2014 B | 30. Dezember | 2014 |
Nicaragua* | 15. Juli | 2013 B | 13. Oktober | 2013 |
Niederlande* | 12. April | 1962 | 11. Juli | 1962 |
Niger | 7. November | 2014 B | 5. Februar | 2015 |
Nigeria | 20. September | 2011 B | 19. Dezember | 2011 |
Norwegen | 19. November | 1956 | 17. Februar | 1957 |
Österreich* | 8. Februar | 2008 B | 8. Mai | 2008 |
Panama | 2. Juni | 2011 B | 31. August | 2011 |
Paraguay | 1. Juli | 2014 B | 29. September | 2014 |
Peru | 23. Januar | 2014 B | 23. April | 2014 |
Philippinen | 22. September | 2011 | 21. Dezember | 2011 |
Portugal* | 1. Oktober | 2012 B | 30. Dezember | 2012 |
Ruanda | 4. Oktober | 2006 B | 2. Januar | 2007 |
Rumänien* | 27. Januar | 2006 B | 27. April | 2006 |
Sambia* | 1. November | 1974 | 24. Oktober | 1964 |
Schweden* | 2. April | 1965 | 1. Juli | 1965 |
Schweiz | 3. Juli | 1972 | 1. Oktober | 1972 |
Senegal | 21. September | 2005 B | 20. Dezember | 2005 |
Serbien | 12. März | 2001 N | 27. April | 1992 |
Sierra Leone | 9. Mai | 2016 B | 7. August | 2016 |
Simbabwe | 1. Dezember | 1998 N | 18. April | 1980 |
Slowakei* | 3. April | 2000 B | 2. Juli | 2000 |
Slowenien | 6. Juli | 1992 N | 25. Juni | 1991 |
Spanien* | 12. Mai | 1997 B | 10. August | 1997 |
St. Vincent und die Grenadinen* | 27. April | 1999 N | 27. Oktober | 1979 |
Swasiland | 16. November | 1999 B | 14. Februar | 2000 |
Trinidad und Tobago | 11. April | 1966 | 31. August | 1962 |
Tschad | 12. August | 1999 B | 10. November | 1999 |
Tschechische Republik* | 19. Juli | 2004 B | 17. Oktober | 2004 |
Tunesien | 29. Juli | 1969 B | 27. Oktober | 1969 |
Türkei | 26. März | 2015 B | 24. Juni | 2015 |
Turkmenistan | 7. Dezember | 2011 B | 6. März | 2012 |
Uganda | 15. April | 1965 B | 14. Juli | 1965 |
Ukraine | 25. März | 2013 B | 23. Juni | 2013 |
Ungarn* | 21. November | 2001 B | 19. Februar | 2002 |
Uruguay | 2. April | 2004 B | 1. Juli | 2004 |
Vereinigtes Königreich* | 16. April | 1959 | 15. Juli | 1959 |
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a Vom 19. März 1963 bis zum 30. Juni 1997 war das Übereinkommen auf Grund einer Ausdehnungserklärung des Vereinigten Königreichs in Hongkong anwendbar. Seit dem 1. Juli 1997 bildet Hongkong eine Besondere Verwaltungsregion (SAR) der Volksrepublik China. Auf Grund der chinesischen Erklärung vom 10. Juni 1997 ist das Übereinkommen seit dem 1. Juli 1997 auch in der SAR Hongkong anwendbar. |
1 Abs. 1 des BB vom 27. April 1972 (AS 1972 2317)
2 Dieser in Klammern gesetzte Satz kann von Regierungen, die dies wünschen, eingesetzt werden.
3 AS 1972 2320, 1975 1742, 1976 2856, 1982 2072, 1984 976, 1990 322, 1993 2266, 2004 3219, 2006 4391, 2009 3181, 2011 3289, 2012 1551, 2013 271, 2014 3271, 2016 2217, 2019 747. Eine aktualisierte Fassung des Geltungsbereiches findet sich auf der Internetseite des EDA (www.eda.admin.ch/vertraege).
Texte original
(Etat le 19 février 2019)
Les Hautes Parties contractantes,
considérant que la Charte des Nations Unies1 et la Déclaration universelle des droits de l’homme approuvée le 10 décembre 1948 par l’Assemblée générale des Nations Unies ont affirmé ce principe que les êtres humains, sans discrimination, doivent jouir des droits de l’homme et des libertés fondamentales,
considérant que l’Organisation des Nations Unies a, à plusieurs reprises, manifesté la profonde sollicitude qu’elle éprouve pour les apatrides et qu’elle s’est préoccupée d’assurer à ceux-ci l’exercice le plus large possible des droits de l’homme et des libertés fondamentales,
considérant que seuls les apatrides qui sont aussi des réfugiés peuvent bénéficier de la convention du 28 juillet 19512 relative au statut des réfugiés et qu’il existe de nombreux apatrides auxquels ladite Convention n’est pas applicable,
considérant qu’il est désirable de régler et d’améliorer la condition des apatrides par un accord international,
sont convenues des dispositions ci-après:
1. Aux fins de la présente Convention, le terme «apatride» désigne une personne qu’aucun Etat ne considère comme son ressortissant par application de sa législation.
2. Cette Convention ne sera pas applicable:
Tout apatride a, à l’égard du pays où il se trouve, des devoirs qui comportent notamment l’obligation de se conformer aux lois et règlements ainsi qu’aux mesures prises pour le maintien de l’ordre public.
Les Etats contractants appliqueront les dispositions de cette Convention aux apatrides sans discrimination quant à la race, la religion ou au pays d’origine.
Les Etats contractants accorderont aux apatrides sur leur territoire un traitement au moins aussi favorable que celui accordé aux nationaux en ce qui concerne la liberté de pratiquer leur religion et en ce qui concerne la liberté d’instruction religieuse de leurs enfants.
Aucune disposition de cette Convention ne porte atteinte aux autres droits et avantages accordés, indépendamment de cette Convention, aux apatrides.
Aux fins de cette Convention, les termes «dans les mêmes circonstances» impliquent que toutes les conditions (et notamment celles qui ont trait à la durée et aux conditions de séjour ou de résidence) que l’intéressé devrait remplir pour pouvoir exercer le droit en question, s’il n’était pas un apatride, doivent être remplies par lui, à l’exception des conditions qui, en raison de leur nature, ne peuvent pas être remplies par un apatride.
1. Sous réserve des dispositions plus favorables prévues par cette Convention, tout Etat contractant accordera aux apatrides le régime qu’il accorde aux étrangers en général.
2. Après un délai de résidence de trois ans, tous les apatrides bénéficieront, sur le territoire des Etats contractants, de la dispense de réciprocité législative.
3. Tout Etat contractant continuera à accorder aux apatrides les droits et avantages auxquels ils pouvaient déjà prétendre, en l’absence de réciprocité, à la date d’entrée en vigueur de cette Convention pour ledit Etat.
4. Les Etats contractants envisageront avec bienveillance la possibilité d’accorder aux apatrides, en l’absence de réciprocité, des droits et des avantages outre ceux auxquels ils peuvent prétendre en vertu des par. 2 et 3, ainsi que la possibilité de faire bénéficier de la dispense de réciprocité des apatrides qui ne remplissent pas les conditions visées aux par. 2 et 3.
5. Les dispositions des par. 2 et 3 ci-dessus s’appliquent aussi bien aux droits et avantages visés aux art. 13, 18, 19, 21 et 22 de cette Convention qu’aux droits et avantages qui ne sont pas prévus par elle.
En ce qui concerne les mesures exceptionnelles qui peuvent être prises contre la personne, les biens ou les intérêts des ressortissants ou des anciens ressortissants d’un Etat déterminé, les Etats contractants n’appliqueront pas ces mesures à un apatride uniquement parce qu’il a possédé la nationalité de l’Etat en question. Les Etats contractants qui, de par leur législation, ne peuvent appliquer le principe général consacré dans cet article, accorderont dans des cas appropriés des dispenses en faveur de tels apatrides.
Aucune des dispositions de la présente Convention n’a pour effet d’empêcher un Etat contractant, en temps de guerre ou dans d’autres circonstances graves et exceptionnelles, de prendre provisoirement à l’égard d’une personne déterminée les mesures que cet Etat estime indispensables à la sécurité nationale, en attendant qu’il soit établi par ledit Etat contractant que cette personne est effectivement un apatride et que le maintien desdites mesures est nécessaire à son égard dans l’intérêt de la sécurité nationale.
1. Lorsqu’un apatride a été déporté au cours de la deuxième guerre mondiale et transporté sur le territoire de l’un des Etats contractants et y réside, la durée de ce séjour forcé comptera comme résidence régulière sur ce territoire.
2. Lorsqu’un apatride a été déporté du territoire d’un Etat contractant au cours de la deuxième guerre mondiale et y est retourné avant l’entrée en vigueur de cette Convention pour y établir sa résidence, la période qui précède et celle qui suit cette déportation seront considérées, à toutes les fins pour lesquelles une résidence ininterrompue est nécessaire, comme ne constituant qu’une seule période ininterrompue.
Dans le cas d’apatrides régulièrement employés comme membres de l’équipage à bord d’un navire battant pavillon d’un Etat contractant, cet Etat examinera avec bienveillance la possibilité d’autoriser lesdits apatrides à s’établir sur son territoire et de leur délivrer des titres de voyage ou de les admettre à titre temporaire sur son territoire, afin notamment de faciliter leur établissement dans un autre pays.
1. Le statut personnel de tout apatride sera régi par la loi du pays de son domicile ou, à défaut de domicile, par la loi du pays de sa résidence.
2. Les droits précédemment acquis par l’apatride et découlant du statut personnel, et notamment ceux qui résultent du mariage, seront respectés par tout Etat contractant, sous réserve, le cas échéant, de l’accomplissement des formalités prévues par la législation dudit Etat, étant entendu, toutefois, que le droit en cause doit être de ceux qui auraient été reconnus par la législation dudit Etat si l’intéressé n’était devenu apatride.
Les Etats contractants accorderont à tout apatride un traitement aussi favorable que possible et, de toute façon, un traitement qui ne soit pas moins favorable que celui qui est accordé, dans les mêmes circonstances, aux étrangers en général en ce qui concerne l’acquisition de la propriété mobilière et immobilière et autres droits s’y rapportant, le louage et les autres contrats relatifs à la propriété mobilière et immobilière.
En matière de protection de la propriété industrielle, notamment d’inventions, dessins, modèles, marques de fabrique, nom commercial, et en matière de protection de la propriété littéraire, artistique et scientifique, tout apatride bénéficiera dans le pays où il a sa résidence habituelle de la protection qui est accordée aux nationaux dudit pays. Dans le territoire de l’un quelconque des autres Etats contractants, il bénéficiera de la protection qui est accordée dans ledit territoire aux nationaux du pays dans lequel il a sa résidence habituelle.
Les Etats contractants accorderont aux apatrides qui résident régulièrement sur leur territoire, en ce qui concerne les associations à but non politique et non lucratif et les syndicats professionnels, un traitement aussi favorable que possible et, de toute façon, un traitement qui ne soit pas moins favorable que celui qui est accordé, dans les mêmes circonstances, aux étrangers en général.
1. Tout apatride aura, sur le territoire des Etats contractants, libre et facile accès devant les tribunaux.
2. Dans l’Etat contractant où il a sa résidence habituelle, tout apatride jouira du même traitement qu’un ressortissant en ce qui concerne l’accès aux tribunaux, y compris l’assistance judiciaire et l’exemption de la caution judicatum solvi.
3. Dans les Etats contractants autres que celui où il a sa résidence habituelle et en ce qui concerne les questions visées au par. 2, tout apatride jouira du même traitement qu’un ressortissant du pays dans lequel il a sa résidence habituelle.
1. Les Etats contractants accorderont à tout apatride résidant régulièrement sur leur territoire un traitement aussi favorable que possible et, de toute façon, un traitement qui ne soit pas moins favorable que celui qui est accordé, dans les mêmes circonstances, aux étrangers en général en ce qui concerne l’exercice d’une activité professionnelle salariée.
2. Les Etats contractants envisageront avec bienveillance l’adoption de mesures tendant à assimiler les droits de tous les apatrides en ce qui concerne l’exercice des professions salariées à ceux de leurs nationaux, et ce notamment pour les apatrides qui sont entrés sur leur territoire en application d’un programme de recrutement de la main-d’oeuvre ou d’un plan d’immigration.
Les Etats contractants accorderont aux apatrides se trouvant régulièrement sur leur territoire un traitement aussi favorable que possible et, de toute façon, un traitement qui ne soit pas moins favorable que celui qui est accordé, dans les mêmes circonstances, aux étrangers en général, en ce qui concerne l’exercice d’une profession non salariée dans l’agriculture, l’industrie, l’artisanat et le commerce, ainsi que la création de sociétés commerciales et industrielles.
Tout Etat contractant accordera aux apatrides résidant régulièrement sur son territoire, qui sont titulaires de diplômes reconnus par les autorités compétentes dudit Etat et qui sont désireux d’exercer une profession libérale, un traitement aussi favorable que possible et, de toute façon, un traitement qui ne soit pas moins favorable que celui qui est accordé, dans les mêmes circonstances, aux étrangers en général.
Dans le cas où il existe un système de rationnement auquel est soumise la population dans son ensemble et qui réglemente la répartition générale de produits dont il y a pénurie, les apatrides seront traités comme les nationaux.
En ce qui concerne le logement, les Etats contractants accorderont, dans la mesure où cette question tombe sous le coup des lois et règlements ou est soumise au contrôle des autorités publiques, aux apatrides résidant régulièrement sur leur territoire un traitement aussi favorable que possible et, de toute façon, un traitement qui ne soit pas moins favorable que celui qui est accordé, dans les mêmes circonstances, aux étrangers en général.
1. Les Etats contractants accorderont aux apatrides le même traitement qu’aux nationaux en ce qui concerne l’enseignement primaire.
2. Les Etats contractants accorderont aux apatrides un traitement aussi favorable que possible et, de toute façon, un traitement qui ne soit pas moins favorable que celui qui est accordé aux étrangers en général, dans les mêmes circonstances, quant aux catégories d’enseignement autres que l’enseignement primaire et, notamment, en ce qui concerne l’accès aux études, la reconnaissance de certificats d’études, de diplômes et de titres universitaires délivrés à l’étranger, la remise des droits et taxes et l’attribution de bourses d’études.
Les Etats contractants accorderont aux apatrides résidant régulièrement sur leur territoire le même traitement en matière d’assistance et de secours publics qu’à leurs nationaux.
1. Les Etats contractants accorderont aux apatrides résidant régulièrement sur leur territoire le même traitement qu’aux nationaux en ce qui concerne les matières suivantes:
2. Les droits à prestation ouverts par le décès d’un apatride survenu du fait d’un accident du travail ou d’une maladie professionnelle ne seront pas affectés par le fait que l’ayant droit réside en dehors du territoire de l’Etat contractant.
3. Les Etats contractants étendront aux apatrides le bénéfice des accords qu’ils ont conclus ou viendront à conclure entre eux concernant le maintien des droits acquis ou en cours d’acquisition en matière de sécurité sociale, pour autant que les apatrides réunissent les conditions prévues pour les nationaux des pays signataires des accords en question.
4. Les Etats contractants examineront avec bienveillance la possibilité d’étendre, dans toute la mesure du possible, aux apatrides le bénéfice d’accords similaires qui sont ou seront en vigueur entre ces Etats contractants et des Etats non contractants.
1. Lorsque l’exercice d’un droit par un apatride nécessiterait normalement le concours d’autorités étrangères auxquelles il ne peut recourir, les Etats contractants sur le territoire desquels il réside veilleront à ce que ce concours lui soit fourni par leurs propres autorités.
2. La ou les autorités visées au par. 1 délivreront ou feront délivrer, sous leur contrôle, aux apatrides les documents ou certificats qui, normalement, seraient délivrés à un étranger par ses autorités nationales ou par leur intermédiaire.
3. Les documents ou certificats ainsi délivrés remplaceront les actes officiels délivrés à des étrangers par leurs autorités nationales ou par leur intermédiaire et feront foi jusqu’à preuve du contraire.
4. Sous réserve des exceptions qui pourraient être admises en faveur des indigents, les services mentionnés dans le présent article pourront être rétribués, mais ces rétributions seront modérées et en rapport avec les perceptions opérées sur les nationaux à l’occasion de services analogues.
5. Les dispositions de cet article n’affectent en rien les art. 27 et 28.
Tout Etat contractant accordera aux apatrides se trouvant régulièrement sur son territoire le droit d’y choisir leur lieu de résidence et d’y circuler librement, sous les réserves instituées par la réglementation applicable aux étrangers en général, dans les mêmes circonstances.
Les Etats contractants délivreront des pièces d’identité à tout apatride se trouvant sur leur territoire et qui ne possède pas un titre de voyage valable.
Les Etats contractants délivreront aux apatrides résidant régulièrement sur leur territoire des titres de voyage destinés à leur permettre de voyager hors de ce territoire, à moins que des raisons impérieuses de sécurité nationale ou d’ordre public ne s’y opposent. Les dispositions de l’annexe à cette Convention s’appliqueront à ces documents. Les Etats contractants pourront délivrer un tel titre de voyage à tout autre apatride se trouvant sur leur territoire; ils accorderont une attention particulière aux cas d’apatrides se trouvant sur leur territoire et qui ne sont pas en mesure d’obtenir un titre de voyage du pays de leur résidence régulière.
1. Les Etats contractants n’assujettiront pas les apatrides à des droits, taxes, impôts, sous quelque dénomination que ce soit, autres ou plus élevés que ceux qui sont ou qui seront perçus sur leurs nationaux dans des situations analogues.
2. Les dispositions du paragraphe précédent ne s’opposent pas à l’application aux apatrides des dispositions des lois et règlements concernant les taxes afférentes à la délivrance aux étrangers de documents administratifs, pièces d’identité y comprises.
1. Tout Etat contractant permettra aux apatrides, conformément aux lois et règlements de leur pays, de transférer les avoirs qu’ils ont fait entrer sur son territoire dans le territoire d’un autre pays où ils ont été admis afin de s’y réinstaller.
2. Tout Etat contractant accordera sa bienveillante attention aux demandes présentées par des apatrides qui désirent obtenir l’autorisation de transférer tous autres avoirs nécessaires à leur réinstallation dans un autre pays où ils ont été admis afin de s’y réinstaller.
1. Les Etats contractants n’expulseront un apatride se trouvant régulièrement sur leur territoire que pour des raisons de sécurité nationale ou d’ordre public.
2. L’expulsion de cet apatride n’aura lieu qu’en exécution d’une décision rendue conformément à la procédure prévue par la loi. L’apatride devra, sauf si des raisons impérieuses de sécurité nationale s’y opposent, être admis à fournir des preuves tendant à le disculper, à présenter un recours et à se faire représenter à cet effet devant une autorité compétente ou devant une ou plusieurs personnes spécialement désignées par l’autorité compétente.
3. Les Etats contractants accorderont à un tel apatride un délai raisonnable pour lui permettre de chercher à se faire admettre régulièrement dans un autre pays. Les Etats contractants peuvent appliquer, pendant ce délai, telle mesure d’ordre interne qu’ils jugeront opportune.
Les Etats contractants faciliteront, dans toute la mesure du possible, l’assimilation et la naturalisation des apatrides. Ils s’efforceront notamment d’accélérer la procédure de naturalisation et de réduire, dans toute la mesure du possible, les taxes et les frais de cette procédure.
Les Etats contractants communiqueront au Secrétaire général des Nations Unies le texte des lois et des règlements qu’ils pourront promulguer pour assurer l’application de cette Convention.
Tout différend entre les parties à cette Convention relatif à son interprétation ou à son application, qui n’aura pu être réglé par d’autres moyens, sera soumis à la Cour internationale de Justice à la demande de l’une des parties au différend.
1. Cette Convention sera ouverte à la signature au Siège de l’Organisation des Nations Unies jusqu’au 31 décembre 1955.
2. Elle sera ouverte à la signature:
3. Elle devra être ratifiée et les instruments de ratification seront déposés auprès du Secrétaire général des Nations Unies.
4. Les Etats visés au par. 2 du présent article pourront adhérer à cette Convention. L’adhésion se fera par le dépôt d’un instrument d’adhésion auprès du Secrétaire général des Nations Unies.
1. Tout Etat pourra, au moment de la signature, ratification ou adhésion, déclarer que cette Convention s’étendra à l’ensemble des territoires qu’il représente sur le plan international, ou à l’un ou plusieurs d’entre eux. Une telle déclaration produira ses effets au moment de l’entrée en vigueur de la Convention pour ledit Etat.
2. A tout moment ultérieur, cette extension se fera par notification adressée au Secrétaire général des Nations Unies et produira ses effets à partir du quatre-vingt-dixième jour qui suivra la date à laquelle le Secrétaire général des Nations Unies aura reçu la notification ou à la date d’entrée en vigueur de la Convention pour ledit Etat si cette dernière date est postérieure.
3. En ce qui concerne les territoires auxquels cette Convention ne s’appliquerait pas à la date de la signature, ratification ou adhésion, chaque Etat intéressé examinera la possibilité de prendre aussitôt que possible toutes mesures nécessaires afin d’aboutir à l’application de cette Convention auxdits territoires, sous réserve, le cas échéant, de l’assentiment des gouvernements de ces territoires qui serait requis pour des raisons constitutionnelles.
Dans le cas d’un Etat fédératif ou non unitaire, les dispositions ci-après s’appliqueront:
1. Au moment de la signature, de la ratification ou de l’adhésion, tout Etat pourra formuler des réserves aux articles de la Convention autres que les art. 1, 3, 4, 16 (1) et 33 à 42 inclus.
2. Tout Etat contractant ayant formulé une réserve conformément au par. 1 de cet article pourra à tout moment la retirer par une communication à cet effet adressée au Secrétaire général des Nations Unies.
1. Cette Convention entrera en vigueur le quatre-vingt-dixième jour qui suivra la date du dépôt du sixième instrument de ratification ou d’adhésion.
2. Pour chacun des Etats qui ratifieront la Convention ou y adhéreront après le dépôt du sixième instrument de ratification ou d’adhésion, elle entrera en vigueur le quatre-vingt-dixième jour qui suivra la date du dépôt par cet Etat de son instrument de ratification ou d’adhésion.
1. Tout Etat contractant pourra dénoncer la Convention à tout moment par notification adressée au Secrétaire général des Nations Unies.
2. La dénonciation prendra effet pour l’Etat intéressé un an après la date à laquelle elle aura été reçue par le Secrétaire général des Nations Unies.
3. Tout Etat qui a fait une déclaration ou une notification conformément à l’art. 36 pourra notifier ultérieurement au Secrétaire général des Nations Unies que la Convention cessera de s’appliquer à tout territoire désigné dans la notification. La Convention cessera alors de s’appliquer au territoire en question un an après la date à laquelle le Secrétaire général aura reçu cette notification.
1. Tout Etat contractant pourra en tout temps, par voie de notification adressée au Secrétaire général des Nations Unies, demander la révision de cette Convention.
2. L’Assemblée générale des Nations Unies recommandera les mesures à prendre, le cas échéant, au sujet de cette demande.
Le Secrétaire général des Nations Unies notifiera à tous les Etats Membres des Nations Unies et aux Etats non membres visés à l’art. 35:
En foi de quoi, les soussignés, dûment autorisés, ont signé, au nom de leurs Gouvernements respectifs, la présente Convention.
Fait à New York, le vingt-huit septembre mil neuf cent cinquante-quatre, en un seul exemplaire dont les textes anglais, espagnol et français font également foi et qui sera déposé dans les archives de l’Organisation des Nations Unies et dont les copies certifiées conformes seront remises à tous les Etats Membres des Nations Unies et aux Etats non membres visés à l’art. 35.
(Suivent les signatures)
1. Le titre de voyage visé par l’art. 28 de cette Convention doit indiquer que le porteur est un apatride au sens de la Convention du 28 septembre 1954.
2. Ce titre sera rédigé en deux langues au moins: l’une des deux sera la langue anglaise ou la langue française.
3. Les Etats contractants examineront la possibilité d’adopter un titre de voyage du modèle ci-joint.
Sous réserve des règlements du pays de délivrance, les enfants pourront être mentionnés dans le titre d’un parent, ou, dans des circonstances exceptionnelles, d’un autre adulte.
Les droits à percevoir pour la délivrance du titre ne dépasseront pas le tarif le plus bas appliqué aux passeports nationaux.
Sous réserve de cas spéciaux ou exceptionnels, le titre sera délivré pour le plus grand nombre possible de pays.
La durée de validité du titre sera de trois mois au moins et de deux ans au plus.
1. Le renouvellement ou la prolongation de validité du titre est du ressort de l’autorité qui l’a délivré, aussi longtemps que le titulaire ne s’est pas établi régulièrement dans un autre territoire et réside régulièrement sur le territoire de ladite autorité. L’établissement d’un nouveau titre est, dans les mêmes conditions, du ressort de l’autorité qui a délivré l’ancien titre.
2. Les représentants diplomatiques ou consulaires pourront être autorisés à prolonger, pour une période qui ne dépassera pas six mois, la validité des titres de voyage délivrés par leurs gouvernements respectifs.
3. Les Etats contractants examineront avec bienveillance la possibilité de renouveler ou de prolonger la validité des titres de voyage ou d’en délivrer de nouveaux à des apatrides qui ne sont plus des résidents réguliers dans leur territoire dans les cas où ces apatrides ne sont pas en mesure d’obtenir un titre de voyage du pays de leur résidence régulière.
Les Etats contractants reconnaîtront la validité des titres délivrés conformément aux dispositions de l’art. 28 de cette Convention.
Les autorités compétentes du pays dans lequel l’apatride désire se rendre apposeront, si elles sont disposées à l’admettre, un visa sur le titre dont il est titulaire, si un tel visa est nécessaire.
1. Les Etats contractants s’engagent à délivrer des visas de transit aux apatrides ayant obtenu le visa d’un territoire de destination finale.
2. La délivrance de ce visa pourra être refusée pour les motifs pouvant justifier le refus de visa à tout étranger.
Les droits afférents à la délivrance de visas de sortie, d’admission ou de transit ne dépasseront pas le tarif le plus bas appliqué aux visas de passeports étrangers.
Dans le cas d’un apatride changeant de résidence et s’établissant régulièrement dans le territoire d’un autre Etat contractant, la responsabilité de délivrer un nouveau titre incombera désormais, aux termes et aux conditions de l’art. 28, à l’autorité compétente dudit territoire, à laquelle l’apatride aura le droit de présenter sa demande.
L’autorité qui délivre un nouveau titre est tenue de retirer l’ancien titre et d’en faire retour au pays qui l’a délivré si l’ancien document spécifie qu’il doit être retourné au pays qui l’a délivré; dans le cas contraire, l’autorité qui délivre le titre nouveau retirera et annulera l’ancien.
1. Tout titre de voyage délivré en application de l’art. 28 de cette Convention donnera, sauf mention contraire, le droit au titulaire de revenir sur le territoire de l’Etat qui l’a délivré à n’importe quel moment pendant la période de validité de ce titre. Toutefois, la période pendant laquelle le titulaire pourra rentrer dans le pays qui a délivré le titre de voyage ne pourra être inférieure à trois mois, sauf lorsque le pays où l’apatride désire se rendre n’exige pas que le titre de voyage comporte le droit de rentrée.
2. Sous réserve des dispositions de l’alinéa précédent, un Etat contractant peut exiger que le titulaire de ce titre se soumette à toutes les formalités qui peuvent être imposées à ceux qui sortent du pays ou à ceux qui y rentrent.
Sous la seule réserve des stipulations du paragraphe 13, les dispositions de la présente annexe n’affectent en rien les lois et règlements régissant, dans les territoires des Etats contractants, les conditions d’admission, de transit, de séjour, d’établissement et de sortie.
La délivrance du titre, pas plus que les mentions y apposées, ne détermine ni n’affecte le statut du titulaire, notamment en ce qui concerne la nationalité.
La délivrance du titre ne donne au titulaire aucun droit à la protection des représentants diplomatiques et consulaires du pays de délivrance, et ne confère pas ipso facto à ces représentants un droit de protection.
Il est recommandé que le titre ait la forme d’un carnet (15 cm x 10 cm environ), qu’il soit imprimé de telle façon que les ratures ou altérations par des moyens chimiques ou autres puissent se remarquer facilement, et que les mots «Convention du 28 septembre 1954» soient imprimés en répétition continue sur chacune des pages, dans la langue du pays qui délivre le titre.
Couverture du carnet
Titre de voyage
(Convention du 28 septembre 1954)
No ......................
(1)
Titre de voyage
(Convention du 28 septembre 1954)
Ce document expire le .................. sauf prorogation de validité.
Nom:
Prénom(s):
Accompagné de ........ enfant(s)
(Ce titre contient 32 pages, non compris la couverture.
(2)
Lieu et date de naissance: |
Profession: |
Résidence actuelle: |
Nom (avant le mariage) et prénom(s) de l’épouse:* |
Nom et prénom(s) du mari:* |
* | Biffer la mention inutile. |
Signalement
Taille: |
Cheveux: |
Couleur des yeux: |
Nez: |
Forme du visage: |
Teint: |
Signes particuliers: |
Enfants accompagnant le titulaire
Nom | Prénom(s) | Lieu et date de naissance | Sexe | |||
(Ce titre contient 32 pages, non compris la couverture.)
(3)
Photographie du titulaire et cachet de l’autorité qui délivre le titre Empreintes digitales du titulaire (facultatif)
Signature du titulaire: | |
(Ce titre contient 32 pages, non compris la couverture.)
(4)
1. Ce titre est délivré pour les pays suivants:
2. Document ou documents sur la base duquel ou desquels le présent titre est délivré:
Délivre à |
Date: |
Signature et cachet de l’autorité qui délivre le titre: | |
Taxe perçue: |
(Ce titre contient 32 pages, non compris la couverture.)
(5)
Prorogation de validité
Taxe perçue: | du | ||
au | |||
Fait à: | le |
Signature et cachet de l’autorité qui proroge la validité du titre: | |||
Prorogation de validité
Taxe perçue: | du | ||
au | |||
Fait à: | le |
Signature et cachet de l’autorité qui proroge la validité du titre: | |||
(Ce titre contient 32 pages, non compris la couverture.)
(6)
Prorogation de validité
Taxe perçue: | du | ||
au | |||
Fait à: | le |
Signature et cachet de l’autorité qui proroge la validité du titre: | |||
Prorogation de validité
Taxe perçue: | du | ||
au | |||
Fait à: | le |
Signature et cachet de l’autorité qui proroge la validité du titre: | |||
(Ce titre contient 32 pages, non compris la couverture.)
(7–32)
Visa
Reproduire dans chaque visa le nom du titulaire.
(Ce titre contient 32 pages, non compris la couverture.)
Etats parties | Ratification Adhésion (A) Déclaration de succession (S) | Entrée en vigueur | ||
Albanie | 23 juin | 2003 A | 22 septembre | 2003 |
Algérie | 15 juillet | 1964 A | 13 octobre | 1964 |
Allemagne* | 2 août | 1976 | 24 janvier | 1977 |
Antigua-et-Barbuda* | 25 octobre | 1988 S | 1er novembre | 1981 |
Argentine* | 1er juin | 1972 A | 30 août | 1972 |
Arménie | 18 mai | 1994 A | 16 août | 1994 |
Australie | 13 décembre | 1973 A | 13 mars | 1974 |
Autriche* | 8 février | 2008 A | 8 mai | 2008 |
Azerbaïdjan | 16 août | 1996 A | 14 novembre | 1996 |
Barbade* | 6 mars | 1972 | 30 novembre | 1960 |
Belgique | 27 mai | 1960 | 25 août | 1960 |
Belize | 14 septembre | 2006 A | 13 décembre | 2006 |
Bénin | 8 décembre | 2011 A | 7 mars | 2012 |
Bolivie | 6 octobre | 1983 A | 4 janvier | 1984 |
Bosnie et Herzégovine | 1er septembre | 1993 S | 6 mars | 1992 |
Botswana* | 25 février | 1969 | 30 septembre | 1966 |
Brésil | 13 août | 1996 | 11 novembre | 1996 |
Bulgarie* | 22 mars | 2012 A | 20 juin | 2012 |
Burkina Faso | 1er mai | 2012 A | 30 juillet | 2012 |
Chili | 11 avril | 2018 A | 10 juillet | 2018 |
Chine | ||||
Hong Kong a | 10 juin | 1997 | 1er juillet | 1997 |
Corée (Sud) | 22 août | 1962 A | 20 novembre | 1962 |
Costa Rica | 2 novembre | 1977 | 31 janvier | 1978 |
Côte d’Ivoire | 3 octobre | 2013 A | 1er janvier | 2014 |
Croatie | 12 octobre | 1992 S | 8 octobre | 1991 |
Danemark* | 17 janvier | 1956 | 16 avril | 1956 |
El Salvador* | 9 février | 2015 | 10 mai | 2015 |
Equateur | 2 octobre | 1970 | 31 décembre | 1970 |
Espagne* | 12 mai | 1997 A | 10 août | 1997 |
Fidji* | 12 juin | 1972 | 10 octobre | 1970 |
Finlande* | 10 octobre | 1968 A | 8 janvier | 1969 |
France* | 8 mars | 1960 | 6 juin | 1960 |
Gambie | 1er juillet | 2014 A | 29 septembre | 2014 |
Géorgie | 23 décembre | 2011 A | 22 mars | 2012 |
Grèce | 4 novembre | 1975 A | 2 février | 1976 |
Guatemala* | 28 novembre | 2000 | 26 février | 2001 |
Guinée | 21 mars | 1962 A | 19 juin | 1962 |
Guinée-Bissau | 19 septembre | 2016 A | 18 décembre | 2016 |
Haïti | 27 septembre | 2018 A | 26 décembre | 2018 |
Honduras | 1er octobre | 2012 | 30 décembre | 2012 |
Hongrie* | 21 novembre | 2001 A | 19 février | 2002 |
Irlande* | 17 décembre | 1962 A | 17 mars | 1963 |
Israël | 23 décembre | 1958 | 23 mars | 1959 |
Italie* | 3 décembre | 1962 | 3 mars | 1963 |
Kiribati* | 29 novembre | 1983 S | 12 juillet | 1979 |
Lesotho* | 4 novembre | 1974 | 4 octobre | 1966 |
Lettonie* | 5 novembre | 1999 A | 3 février | 2000 |
Libéria | 11 septembre | 1964 A | 10 décembre | 1964 |
Libye | 16 mai | 1989 A | 14 août | 1989 |
Liechtenstein | 25 septembre | 2009 | 24 décembre | 2009 |
Luxembourg | 27 juin | 1960 | 25 septembre | 1960 |
Macédoine | 18 janvier | 1994 S | 17 novembre | 1991 |
Malawi | 7 octobre | 2009 A | 5 janvier | 2010 |
Mali | 27 mai | 2016 A | 25 août | 2016 |
Mexique* | 7 juin | 2000 A | 5 septembre | 2000 |
Moldova* | 19 avril | 2012 A | 18 juillet | 2012 |
Monténégro | 23 octobre | 2006 S | 3 juin | 2006 |
Mozambique | 1er octobre | 2014 A | 30 décembre | 2014 |
Nicaragua* | 15 juillet | 2013 A | 13 octobre | 2013 |
Niger | 7 novembre | 2014 A | 5 février | 2015 |
Nigéria | 20 septembre | 2011 A | 19 décembre | 2011 |
Norvège | 19 novembre | 1956 | 17 février | 1957 |
Ouganda | 15 avril | 1965 A | 14 juillet | 1965 |
Lituanie | 7 février | 2000 A | 7 mai | 2000 |
Panama | 2 juin | 2011 A | 31 août | 2011 |
Paraguay | 1er juillet | 2014 A | 29 septembre | 2014 |
Pays-Bas* | 12 avril | 1962 | 11 juillet | 1962 |
Pérou | 23 janvier | 2014 A | 23 avril | 2014 |
Philippines | 22 septembre | 2011 | 21 décembre | 2011 |
Portugal* | 1er octobre | 2012 A | 30 décembre | 2012 |
République tchèque* | 19 juillet | 2004 A | 17 octobre | 2004 |
Roumanie* | 27 janvier | 2006 A | 27 avril | 2006 |
Royaume-Uni | 16 avril | 1959 | 15 juillet | 1959 |
Rwanda | 4 octobre | 2006 A | 2 janvier | 2007 |
Saint-Vincent-et-les Grenadines* | 27 avril | 1999 S | 27 octobre | 1979 |
Sénégal | 21 septembre | 2005 A | 20 décembre | 2005 |
Serbie | 12 mars | 2001 S | 27 avril | 1992 |
Sierra Leone | 9 mai | 2016 A | 7 août | 2016 |
Slovaquie* | 3 avril | 2000 A | 2 juillet | 2000 |
Slovénie | 6 juillet | 1992 S | 25 juin | 1991 |
Suède* | 2 avril | 1965 | 1er juillet | 1965 |
Suisse | 3 juillet | 1972 | 1er octobre | 1972 |
Swaziland | 16 novembre | 1999 A | 14 février | 2000 |
Tchad | 12 août | 1999 A | 10 novembre | 1999 |
Trinité-et-Tobago | 11 avril | 1966 | 31 août | 1962 |
Tunisie | 29 juillet | 1969 A | 27 octobre | 1969 |
Turkménistan | 7 décembre | 2011 A | 6 mars | 2012 |
Turquie | 26 mars | 2015 A | 24 juin | 2015 |
Ukraine | 25 mars | 2013 A | 23 juin | 2013 |
Uruguay | 2 avril | 2004 A | 1er juillet | 2004 |
Zambie* | 1er novembre | 1974 | 24 octobre | 1964 |
Zimbabwe | 1er décembre | 1998 S | 18 avril | 1980 |
| ||||
a Du 19 mars 1963 au 30 juin 1997, la Convention était applicable à Hong Kong sur la base d’une déclaration d’extension territoriale du Royaume-Uni. A partir du 1er juillet 1997, Hong Kong est devenue une Région administrative spéciale (RAS) de la République populaire de Chine. En vertu de la déclaration chinoise du 10 juin 1997, la Convention est également applicable à la RAS Hong Kong à partir du 1er juillet 1997. |
1 Al. 1 de l’AF du 27 avril 1972 (RO 1972 2371)
2 La phrase entre crochets peut être insérée par les gouvernements qui le désirent.
3 RO 1972 2374, 1975 1742, 1976 2856, 1982 2072, 1984 976, 1990 322, 1993 2266, 2004 3219, 2006 4391, 2009 3181, 2011 3289, 2012 1551, 2013 271, 2014 3271, 2016 2217, 2019 747. Une version du champ d’application mise à jour est publiée sur le site web du DFAE (www.dfae.admin.ch/traites).