0.142.113.721
Protocollo finale
Allegato
Traduzione1
(Stato 1° ottobre 1996)
Il Consiglio federale svizzero e il Presidente della Repubblica Ellenica,
animati dal desiderio di favorire le relazioni tra i due Paesi, hanno risolto di conchiudere una convenzione di domicilio e di protezione giuridica e hanno nominato, a questo scopo, loro plenipotenziari:
(Seguono i nomi dei plenipotenziari)
i quali, debitamente autorizzati a questo scopo, hanno stipulato le disposizioni seguenti:
I cittadini di ciascuna delle parti contraenti avranno il diritto di entrare, di muoversi liberamente e di risiedere nel territorio dell’altra, nei limiti fissati dalle leggi e regolamenti che disciplinano l’entrata, il movimento e il soggiorno di tutti gli altri stranieri.
Per quanto concerne le tasse e oneri qualsiasi imposti per causa del soggiorno o del domicilio, i cittadini delle due parti godranno del trattamento della nazione più favorita.
I cittadini di ciascuna delle parti contraenti che sono o saranno ammessi a risiedere o a domiciliarsi sul territorio dell’altra parte saranno trattati sotto tutti i rispetti, per quanto concerne l’esercizio dei loro mestieri e professioni, l’esercizio delle imprese commerciali o industriali, il traffico e il commercio leciti, alla stessa stregua dei cittadini della nazione più favorita, purché si uniformino alle leggi e regolamenti in vigore. Essi non avranno da pagare né da sopportare per questo fatto alcuna imposta, tassa od onere di qualsiasi natura, diversi o più gravosi di quelli che si esigono dai sudditi della nazione più favorita1.
Le disposizioni che precedono non sono applicabili alle industrie ambulanti, al commercio girovago e alla ricerca di ordinazioni presso le persone che non esercitano né industria né commercio.
I cittadini di ciascuna delle parti contraenti avranno tutta la libertà di possedere beni mobili e immobili nel territorio dell’altra e di acquistare il possesso di questi beni mediante compera, donazione, successione, disposizione testamentaria o in qualsiasi altro modo, nelle stesse condizioni che quelle previste dalle leggi del paese in cui sono situati i beni, per i cittadini di un terzo Stato qualunque. Essi ne avranno inoltre la disposizione alle stesse condizioni che questi ultimi. In nessuno dei casi summenzionati, essi saranno soggetti ad oneri, imposte o tasse, qualunque ne sia la denominazione, diversi o più gravosi di quelli che sono o saranno stabiliti per i cittadini della nazione più favorita.
I cittadini di ciascuna delle parti contraenti potranno esportare, uniformandosi alle leggi del paese, il prodotto della vendita delle loro proprietà e dei loro beni in generale, senza essere costretti a pagare, per questa esportazione, delle tasse diverse o più alte di quelle che dovrebbero pagare in tal caso i cittadini della nazione più favorita.
I cittadini di ciascuna delle parti contraenti godranno, purché si uniformino alle leggi e regolamenti del paese, di protezione e sicurezza complete, per quanto concerne le loro persone e i loro beni. Essi avranno libero accesso, sia come attori, sia come convenuti, presso tutte le istanze giudiziarie o amministrative e, in generale, fruiranno, per tutto quanto si riferisce all’amministrazione della giustizia, dei medesimi diritti e privilegi che i cittadini della nazione più favorita. Essi avranno, in ogni caso, la facoltà di scegliersi da sé, per la tutela dei loro interessi, degli avvocati o mandatari debitamente autorizzati in virtù delle leggi dei paese.
Gli articoli 17 a 22 della convenzione dell’Aja relativa alla procedura civile, del 17 luglio 19051, saranno applicati in Grecia, a favore della Svizzera e dei cittadini svizzeri e, in Svizzera, a favore della Grecia e dei cittadini greci.
1 [CS 12 257]. Vedi all.
Non si procederà in nessun caso, nelle case, magazzini, manifatture o altri locali qualsiasi occupati da cittadini di ciascuna delle parti contraenti residenti sul territorio dell’altra, a visite domiciliari, a perquisizioni, all’esame o all’ispezione dei libri, carte o conti degli interessati, altrimenti che nelle condizioni e nelle forme prescritte dalle leggi e regolamenti in vigore.
I cittadini di ciascuna delle parti contraenti non potranno, sul territorio dell’altra, essere espropriati dei loro beni, né privati, sia pure temporaneamente, del godimento di questi ultimi, se non per causa di utilità pubblica o d’interesse generale, e nella misura applicabile, nelle medesime condizioni, ai nazionali. Le indennità a cui dessero diritto questi provvedimenti saranno concesse nelle condizioni previste a profitto dei nazionali.
I cittadini di ciascuna delle parti contraenti saranno esenti, sul territorio dell’altra, così in tempo di pace come in tempo di guerra, da qualunque specie di servizio militare, da qualunque contribuzione, sia in denaro sia in natura, destinata a surrogare il servizio personale.
Essi non saranno obbligati, in tempo di pace come in tempo di guerra, se non alle prestazioni e requisizioni militari imposte ai cittadini della nazione più favorita, nella stessa misura e secondo gli stessi principi che questi ultimi. Le indennità a cui dessero diritto questi provvedimenti saranno accordate alle condizioni previste in un caso simile per i nazionali o per i cittadini della nazione più favorita.
I cittadini di ciascuna delle parti contraenti saranno esenti da qualsiasi carica o funzione giudiziaria ed amministrativa.
In nessun caso, i cittadini di ciascuna delle parti contraenti saranno soggetti, sul territorio dell’altra parte, ad oneri o a dazi, imposte, tasse o contribuzioni, di qualsiasi natura, diversi o più elevati che quelli che sono o potranno essere imposti a cittadini della nazione più favorita.
1 Vedi la nota all’art. 2 primo par.
Se un cittadino di una delle parti contraenti viene a morire nel territorio dell’altra parte, senza lasciare eredi noti né esecutori testamentari, le autorità dei luogo dove è avvenuto il decesso ne avvertiranno il rappresentante diplomatico o consolare dei paese d’origine, affinché trasmetta agli interessati le informazioni necessarie.
Le autorità a ciò qualificate del luogo della morte o del luogo dove si trovano i beni dei defunto, prenderanno, riguardo a questi beni, tutte le misure conservative che la legislazione del paese prescrive per le successioni dei nazionali. Esse potranno ricorrere alla cooperazione degli agenti diplomatici o consolari dello Stato a cui apparteneva il defunto, per avviare a destinazione le comunicazioni agli eredi prescritte dalla legge, come pure per consegnare agli aventi diritto il ricavo della successione.
La successione dei cittadino di una delle parti contraenti morto sul territorio dell’altra parte sarà retta dalla legge nazionale del defunto in vigore al momento della morte, per quanto concerne la questione di sapere quali siano gli eredi legittimi e le loro quote e in che misura abbiano diritto a una legittima.
Le società commerciali, industriali, agricole, o finanziarie, comprese le società di trasporto e di assicurazione, validamente costituite in conformità delle leggi di una delle parti contraenti e aventi la loro sede sul suo territorio, saranno giuridicamente riconosciute nell’altro paese, purché non perseguano uno scopo illecito o immorale, e potranno, sempreché siano adempite le formalità previste a questo scopo dalle leggi e regolamenti in vigore, estendervi le loro operazioni, acquistarvi ed esercitarvi dei diritti, e continuarvi la loro attività economica. Esse avranno, uniformandosi alle leggi e regolamenti dei paese, libero e facile accesso presso tutte le istanze giudiziarie e amministrative, sia per intentare un’azione, sia per difendersi.
Le società suddette godranno, sotto tutti i rispetti, del trattamento accordato alle società consimili della nazione più favorita; esse non saranno, particolarmente, obbligate ad alcuna contribuzione o gravezza fiscale, di qualsiasi denominazione o di qualsiasi genere, diversa o più elevata che quelle che si riscuotono o si riscoteranno dalle società della nazione più favorita1.
1 Vedi la nota all’art. 2 primo par.
Ciascuna delle parti contraenti potrà nominare dei consoli generali, dei consoli, dei viceconsoli e degli agenti consolari che risiederanno nelle città e località dell’altra parte dove è ammessa l’istituzione di rappresentanze consolari.
I consoli generali, consoli, viceconsoli e agenti consolari dovranno, per poter entrare in funzione, aver ottenuto dal governo dei paese di loro residenza l’exequatur o qualsiasi altra autorizzazione valevole. Il governo che ha accordato l’exequatur o un’autorizzazione analoga avrà la facoltà di ritirarli i indicando i motivi di questo provvedimento.
I funzionari consolari dei due paesi godranno dei medesimi diritti, esenzioni e immunità che quelli che sono o potranno essere accordati ai funzionari consolari del medesimo grado e della medesima categoria della nazione più favorita.
La presente convenzione sarà ratificata e le ratificazioni saranno scambiate ad Atene non appena sia possibile.
La convenzione entrerà in vigore il giorno dello scambio delle ratificazioni e avrà la durata di un anno. Se la convenzione non è denunziata dall’una o dall’altra delle parti contraenti almeno sei mesi prima che spiri il detto periodo di un anno, essa resterà in vigore fino a tanto che non sia denunziata, restando inteso che la denunzia non produrrà i suoi effetti se non dopo spirato un termine di sei mesi.
In fede di che, i plenipotenziari rispettivi hanno firmato la presente convenzione e vi hanno apposto i loro sigilli.
Fatto in doppio esemplare ad Atene, il 1° dicembre 1927.
Eugène Broye |
(art. 5)
Nessuna cauzione o deposito, sotto qualsivoglia denominazione, non può essere imposta, a ragione sia della loro qualità di stranieri, sia della mancanza di domicilio o di residenza nel paese, ai nazionali d’uno degli Stati contraenti, aventi il loro domicilio in uno di questi Stati, che siano attori o intervenienti davanti i tribunali di un altro di questi Stati.
La stessa regola è applicabile al versamento che fosse esatto dagli attori o intervenienti per garantire le spese giudiziarie.
Le convenzioni colle quali gli Stati contraenti avessero stipulata per i loro cittadini la dispensa dalla cauzione judicatum solvi o del versamento delle spese giudiziarie senza condizione di domicilio continuano ad essere applicate.
Le condanne nelle spese processuali, pronunziate in uno degli Stati contraenti contro l’attore o l’interveniente dispensati dalla cauzione dal deposito o dal versamento in virtù sia dell’articolo 17, capoversi 1 e 2, sia della legge dello Stato dove l’azione è intentata, saranno, dietro domanda fatta in via diplomatica, dichiarate gratuitamente esecutive in ciascuno degli altri Stati contraenti dall’autorità competente.
La stessa regola è applicabile alle decisioni giudiziarie per le quali l’ammontare delle spese del processo è fissato ulteriormente.
Le disposizioni che precedono non si oppongono a che due Stati contraenti si intendano per permettere che la domanda di exequatur sia anche fatta direttamente dalla parte interessata.
Le decisioni relative alle spese e sborsi saranno esecutorie senza sentire le parti, ma salvo ricorso ulteriore della parte condannata, in conformità della legislazione del paese ove l’esecuzione ha luogo.
L’autorità competente per statuire sulla domanda d’exequatur si restringerà ad esaminare:
Per adempiere le condizioni prescritte dal capoverso 2, numeri 1 e 2, basterà una dichiarazione dell’autorità competente dello Stato richiedente che constati che la decisione è passata in giudicato. La competenza di questa autorità sarà, salvo intesa contraria, certificata dal più alto funzionario preposto all’amministrazione della giustizia nello Stato richiedente. La dichiarazione e il certificato testé accennati devono essere compilati o tradotti conforme alla regola contenuta nel capoverso 2, numero 3.
I cittadini di ciascuno degli Stati contraenti saranno ammessi in tutti gli altri Stati contraenti al benefizio del patrocinio gratuito, come gli stessi nazionali, conformandosi alla legislazione dello Stato in cui il patrocinio gratuito vien chiesto.
In ogni caso la fede o la dichiarazione d’indigenza deve essere rilasciata o ricevuta dalle autorità della residenza abituale dello straniero o, in mancanza di questa, dalle autorità della sua residenza attuale. Qualora queste ultime autorità non appartenessero a uno Stato contraente, e non ricevessero o non rilasciassero delle fedi o delle dichiarazioni di tale natura, basterà una fede o una dichiarazione, data o ricevuta da un agente diplomatico o consolare del paese al quale appartiene lo straniero.
Se il richiedente non risiede nel paese dove è fatta la domanda, la fede o la dichiarazione di indigenza sarà legalizzata gratuitamente da un agente diplomatico o consolare del paese dove il documento deve essere prodotto.
L’autorità competente a rilasciare la fede o ricevere la dichiarazione di indigenza potrà prendere informazioni sulle condizioni finanziarie del richiedente presso le autorità degli altri Stati contraenti.
L’autorità che deve decidere sulla domanda di gratuito patrocinio conserva, nei limiti delle sue attribuzioni, il diritto di riscontrare le fedi, dichiarazioni e informazioni che le vengono presentate.
1 [CS 12 257]
CS 11 642; FF 1928 I 616 ediz. ted. 648 ediz. franc.
1 Il testo originale è pubblicato sotto lo stesso numero nell’ediz. franc. della presente Raccolta. 2 RU 44 8533 Divenuto senza oggetto dall’Acc. del 9 giu. 1954 (non pubblicato nella RU).
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Übersetzung1
(Stand am 1. Oktober 1996)
Der Schweizerische Bundesrat und der Präsident der Hellenischen Republik,
von dem Wunsche geleitet, die Beziehungen zwischen den beiden Ländern zu fördern, haben beschlossen, ein Niederlassungs- und Rechtsschutzabkommen zu treffen, und haben zu diesem Zwecke zu ihren beiderseitigen Bevollmächtigten ernannt:
(Es folgen die Namen der Bevollmächtigten)
die, hierzu gehörig ermächtigt, folgende Bestimmungen vereinbart haben:
Die Staatsangehörigen eines jeden der vertragschliessenden Teile haben das Recht, im Rahmen der Gesetze und Vorschriften über die Einreise, die Bewegungsfreiheit und den Aufenthalt aller übrigen Ausländer in das Gebiet des andern Teils einzureisen, sich dort zu bewegen und aufzuhalten. Hinsichtlich der für Aufenthalt oder Niederlassung zu tragenden Abgaben und Lasten aller Art sollen die Staatsangehörigen der beiden Teile die Behandlung der meistbegünstigten Nation erfahren.
Unter Beobachtung der geltenden Gesetze und Verordnungen sollen die Staatsangehörigen eines jeden der vertragschliessenden Teile, die zum Aufenthalt oder zur Niederlassung auf dem Gebiete des andern Teils zugelassen sind oder inskünftig zugelassen werden, in allen Stücken hinsichtlich der Ausübung ihres Gewerbes und Berufes, des Betriebs von Handels- und Industrieunternehmungen, des erlaubten Handels und Verkehrs auf gleichem Fusse behandelt werden wie die Angehörigen der meistbegünstigten Nation. Sie haben dafür keine andere oder höhere Steuer, Abgabe oder Last irgendwelcher Art zu entrichten oder zu tragen als die Angehörigen der meistbegünstigten Nation1.
Vorstehende Bestimmungen finden keine Anwendung auf die Wandergewerbe, den Hausierhandel und das Aufsuchen von Warenbestellungen bei Personen, die weder Gewerbe noch Handel betreiben.
1 Siehe auch das Abk. vom 16. Juni 1983 zwischen der Schweizerischen Eidgenossenschaft und der Hellenischen Republik zur Vermeidung der Doppelbesteuerung auf dem Gebiet der Steuern vom Einkommen (SR 0.672.937.21).
Die Staatsangehörigen eines jeden der vertragschliessenden Teile haben volle Freiheit, im Gebiete des andern Teils bewegliches und unbewegliches Vermögen zu besitzen und solches Vermögen durch Kauf, Schenkung, Erbfolge, letztwillige Verfügung oder auf irgendeine andere Art unter den nämlichen Bedingungen zu erwerben, wie sie nach den Gesetzen des Landes, wo sich das Vermögen befindet, für die Angehörigen irgendeines andern Staates vorgesehen sind. Sie können unter den nämlichen Bedingungen darüber verfügen wie diese letztern. In keinem der vorerwähnten Fälle unterliegen sie andern oder höhern Lasten, Steuern oder Abgaben irgendwelcher Bezeichnung als die Angehörigen der meistbegünstigten Nation nach Massgabe der jeweiligen im Lande geltenden Bestimmungen.
Unter Beobachtung der Landesgesetze können die Staatsangehörigen eines jeden der vertragschliessenden Teile den Erlös aus dem Verkauf ihres Eigentums und ihrer Vermögenswerte überhaupt ausführen, ohne deswegen zur Entrichtung von andern oder höhern Abgaben verhalten zu sein als die Angehörigen der meistbegünstigten Nation im gleichen Falle.
Unter Beobachtung der Landesgesetze und Verordnungen sollen sich die Staatsangehörigen eines jeden der vertragschliessenden Teile in Ansehung ihrer Person und ihres Vermögens vollständigen Schutzes und völliger Sicherheit erfreuen. Sie haben sowohl als Kläger wie als Beklagte freien Zutritt zu allen Gerichts- und Verwaltungsstellen, und es kommen ihnen überhaupt hinsichtlich alles dessen, was sich auf die Rechtspflege bezieht, die nämlichen Rechte und Vorrechte zugute wie den Angehörigen der meistbegünstigten Nation. Sie sind auf alle Fälle befugt, nach den Landesgesetzen hierzu gehörig ermächtigte Anwälte oder Vertreter für die Wahrnehmung ihrer Interessen selbst zu wählen.
Die Artikel 17‒22 des Haager Abkommens vom 17. Juli 19051 über Zivilprozess sollen in Griechenland zugunsten der Schweiz und der schweizerischen Staatsangehörigen und in der Schweiz zugunsten von Griechenland und der griechischen Staatsangehörigen Anwendung finden.
1 [BS 12 277]. Siehe Anhang.
In keinem Falle sollen in den Häusern, Lagerräumen, Fabriken oder irgendwelchen andern Lokalen im Besitze derjenigen Staatsangehörigen eines jeden der vertragschliessenden Teile, die im Gebiete des andern Teils niedergelassen sind, Haussuchungen oder Durchsuchungen, eine Nachprüfung oder Durchsicht der Bücher, Papiere oder Rechnungen vorgenommen werden, es sei denn unter den von den geltenden Landesgesetzen und Verordnungen vorgeschriebenen Bedingungen und Formen.
Die Staatsangehörigen eines jeden der vertragschliessenden Teile können auf dem Gebiete des andern Teils hinsichtlich ihres Eigentums nicht enteignet oder, auch nur vorübergehend, in dessen Genuss beschränkt werden, es sei denn aus einem Grunde von öffentlichem Interesse und soweit dies unter den nämlichen Bedingungen für die Inländer zulässig ist. Entschädigungen, zu denen diese Enteignungen berechtigen, werden unter den Bedingungen gewährt, die zugunsten der Inländer vorgesehen sind.
Die Staatsangehörigen eines jeden der vertragschliessenden Teile sind im Gebiete des andern Teils in Kriegs- und Friedenszeiten vom Militärdienste jeder Art und von jeder Geld- oder Naturalleistung befreit, die an Stelle des persönlichen Dienstes tritt.
In Kriegs- und Friedenszeiten sind sie nur zu den militärischen Leistungen und Requisitionen, die den Angehörigen der meistbegünstigten Nation auferlegt sind, verhalten, und zwar in demselben Umfang und nach den nämlichen Grundsätzen wie diese letztern. Entschädigungen, zu denen diese Massnahmen berechtigen, werden unter den Bedingungen gewährt, die im gleichen Falle für die Inländer oder für die Angehörigen der meistbegünstigten Nation vorgesehen sind.
Die Staatsangehörigen eines jeden der vertragschliessenden Teile sind von allen richterlichen oder administrativen Ämtern und Verrichtungen jeder Art befreit.
In keinem Falle sollen die Staatsangehörigen eines jeden der vertragschliessenden Teile im Gebiete des andern Teils andern oder höhern Lasten oder Zöllen, Steuern, Abgaben oder Beitragsleistungen irgendwelcher Art unterliegen als die Angehörigen der meistbegünstigten Nation nach Massgabe der jeweiligen Steuerbestimmungen.
1 Siehe die Fussn. zu Art. 2 Abs. 1.
Stirbt ein Staatsangehöriger des einen der vertragschliessenden Teile im Gebiete des andern Teils, ohne bekannte Erben oder Testamentsvollstrecker zu hinterlassen, so sollen die Behörden des Sterbeorts davon den diplomatischen oder konsularischen Vertreter des Heimatlandes benachrichtigen, damit er den Beteiligten die nötigen Aufschlüsse zugehen lassen kann.
Die zuständigen Behörden des Sterbeortes oder des Ortes, wo sich Eigentum des Erblassers befindet, sollen in Ansehung dieses Vermögens alle Sicherungsmassregeln treffen, welche die Landesgesetzgebung für die Erbschaften von Inländern vorschreibt. Sie können die Vermittlung der diplomatischen oder konsularischen Vertreter des Heimatstaates des Erblassers in Anspruch nehmen, um die gesetzmässigen Mitteilungen an die Erben an ihre Bestimmung gelangen und den Berechtigten den Erlös aus der Hinterlassenschaft zukommen zu lassen.
Für die Staatsangehörigen eines der vertragschliessenden Teile, die im Gebiete des andern Teils sterben, richtet sich die Erbfolge nach dem im Zeitpunkte des Ablebens geltenden Heimatrechte des Erblassers, soweit es sich darum handelt, festzustellen, welches die gesetzlichen Erben und ihre Anteile sind und in welchem Umfange sie auf einen Pflichtteil Anspruch haben.
Die Handels—, Industrie—, Landwirtschafts—, und Finanzgesellschaften, einschliesslich der Transport- und Versicherungsgesellschaften, die nach den Gesetzen des einen der vertragschliessenden Teile rechtsgültig errichtet sind und auf seinem Gebiet ihren Sitz haben, werden im andern Lande rechtlich anerkannt, sofern sie keinen unerlaubten oder unsittlichen Zweck verfolgen; vorbehältlich der Erfüllung der nach den geltenden Landesgesetzen und Verordnungen dieser halb vorgeschriebenen Formalitäten können sie ihre Geschäfte dorthin ausdehnen, dort Rechte erwerben, sie ausüben und ihre wirtschaftliche Tätigkeit entfalten. Unter Beobachtung der Landesgesetze und Verordnungen haben sie freien und leichten Zutritt zu allen Gerichts- und Verwaltungsstellen, sei es als Kläger oder Beklagte.
Die genannten Gesellschaften sollen in allen Stücken die Behandlung erfahren, die gleichartigen Gesellschaften der meistbegünstigten Nation zuteil wird; sie unterliegen namentlich keinen andern oder höhern steuerlichen Auflagen oder Abgaben irgendwelcher Bezeichnung und Art als die Gesellschaften der meistbegünstigten Nation nach Massgabe der jeweilen geltenden steuerlichen Bestimmungen.1
1 Siehe die Fussn. zu Art. 2 Abs. 1.
Jeder der vertragschliessenden Teile kann Generalkonsuln, Konsuln, Vizekonsuln oder Konsularagenten ernennen, die in den Städten und Ortschaften des andern Teils, wo die Errichtung von Konsularvertretungen zulässig ist, Amtssitz haben.
Um ihr Amt antreten zu können, müssen die Generalkonsuln, Konsuln, Vizekonsuln und Konsularagenten von der Regierung des Empfangsstaates das Exequatur oder eine andere gültige Ermächtigung erhalten haben. Die Regierung, die das Exequatur oder eine sonstige entsprechende Ermächtigung erteilt hat, ist berechtigt, sie unter Angabe der Gründe zurückzuziehen.
Die Konsularbeamten der beiden Länder sollen die nämlichen Rechte, Freiheiten und Immunitäten geniessen, wie sie jetzt oder inskünftig den Konsularbeamten gleichen Grades und gleicher Art der meistbegünstigten Nation eingeräumt werden.
Das gegenwärtige Abkommen soll ratifiziert und die Ratifikationsurkunden sollen sobald als möglich in Athen ausgetauscht werden.
Das Abkommen tritt am Tage des Austausches der Ratifikationsurkunden in Kraft und gilt für die Dauer eines Jahres. Wird das Abkommen von keinem der vertragschliessenden Teile mindestens sechs Monate vor Ablauf des erwähnten Zeitraums von einem Jahre gekündigt, so bleibt es weiterhin in Kraft bis zur Kündigung, wobei die Kündigung erst nach Ablauf einer Frist von sechs Monaten wirksam werden soll.
Zu Urkund dessen haben die beiderseitigen Bevollmächtigten das gegenwärtige Abkommen unterzeichnet und mit ihren Siegeln versehen.
So geschehen, in doppelter Unterschrift, zu Athen, den 1. Dezember 1927.
Eugène Broye |
(Art. 5)
Treten Angehörige eines der Vertragsstaaten in einem andern dieser Staaten als Kläger oder Intervenienten vor Gericht auf, so darf; sofern sie in irgendeinem der Vertragsstaaten ihren Wohnsitz haben, ihnen wegen ihrer Eigenschaft als Ausländer oder deswegen, weil sie keinen Wohnsitz oder Aufenthalt im Inlande haben, eine Sicherheitsleistung oder Hinterlegung, unter welcher Benennung es auch sei, nicht auferlegt werden.
Die gleiche Regel findet Anwendung auf die Vorauszahlung, die von den Klägern oder Intervenienten zur Deckung der Gerichtskosten einzufordern wäre.
Die Abkommen, wodurch Vertragsstaaten für ihre Angehörigen ohne Rücksicht auf den Wohnsitz Befreiung von der Sicherheitsleistung für die Prozesskosten oder von der Vorauszahlung der Gerichtskosten vereinbart haben, finden auch weiter Anwendung.
Entscheidungen, wodurch der Kläger oder Intervenient, der nach Artikel 17 Absätze 1 und 2 oder nach dem in dem Staate der Klagerhebung geltenden Rechte von der Sicherheitsleistung, Hinterlegung oder Vorauszahlung befreit worden war, in die Prozesskosten verurteilt wird, sind, wenn das Begehren auf diplomatischem Wege gestellt wird, in jedem der andern Vertragsstaaten durch die zuständige Behörde kostenfrei vollstreckbar zu erklären.
Die gleiche Regel findet Anwendung auf gerichtliche Entscheidungen, durch die der Betrag der Kosten des Prozesses später festgesetzt wird.
Die vorhergehenden Bestimmungen schliessen nicht aus, dass zwei Vertragsstaaten übereinkommen, auch der beteiligten Partei selbst zu gestatten, die Vollstreckbarkeitserklärung zu beantragen.
Die Kostenentscheidungen werden ohne Anhörung der Parteien, jedoch unbeschadet eines späteren Rekurses der verurteilten Partei, gemäss der Gesetzgebung des Landes, wo die Vollstreckung betrieben wird, vollstreckbar erklärt.
Die zur Entscheidung über den Antrag auf Vollstreckbarkeitserklärung zuständige Behörde hat ihre Prüfung darauf zu beschränken:
Den Erfordernissen des Absatzes 2 Ziffern 1 und 2 wird genügt durch eine Erklärung der zuständigen Behörde des ersuchenden Staates, dass die Entscheidung die Rechtskraft erlangt hat. Die Zuständigkeit dieser Behörde ist, vorbehältlich anderweitiger Übereinkunft, durch den höchsten Justizverwaltungsbeamten des ersuchenden Staates zu bescheinigen. Die Erklärung und die Bescheinigung, die soeben erwähnt worden sind, müssen nach Vorschrift des Absatzes 2 Ziffer 3 abgefasst und übersetzt sein.
Die Angehörigen eines jeden der Vertragsstaaten werden in allen andern Vertragsstaaten unter denselben gesetzlichen Bedingungen und Voraussetzungen zum Armenrechte zugelassen, wie die Angehörigen des Staates, in dessen Gebiete die Bewilligung des Armenrechts nachgesucht wird.
Das Armutszeugnis oder die Erklärung des Unvermögens zur Bestreitung der Prozesskosten muss in allen Fällen von den Behörden des gewöhnlichen Aufenthaltsortes des Ausländers, oder in Ermangelung solcher, von den Behörden seines derzeitigen Aufenthaltsortes ausgestellt oder entgegengenommen sein. Gehören diese Behörden keinem der Vertragsstaaten an und werden von ihnen solche Bescheinigungen oder Erklärungen nicht ausgestellt oder entgegengenommen, so genügt die Ausstellung oder Entgegennahme der Bescheinigung oder der Erklärung durch einen diplomatischen oder konsularischen Vertreter des Landes, dem der Ausländer angehört.
Hält der Antragsteller sich nicht in dem Lande auf, wo das Armenrecht nachgesucht wird, so ist das Zeugnis oder die Erklärung des Unvermögens kostenfrei von einem diplomatischen oder konsularischen Vertreter des Landes zu beglaubigen, in dessen Gebiet die Urkunde vorgelegt werden soll.
Die zur Erteilung des Armutszeugnisses oder zur Entgegennahme der Erklärung über das Unvermögen zuständige Behörde kann bei den Behörden der andern Vertragsstaaten über die Vermögensverhältnisse des Antragstellers Erkundigungen einziehen.
Der Behörde, die über den Antrag auf Bewilligung des Armenrechts zu entscheiden hat, bleibt in den Grenzen ihrer Amtsbefugnisse das Recht gewahrt, die ihr vorgelegten Zeugnisse, Erklärungen und Auskünfte auf ihre Richtigkeit hin zu prüfen.
1 [BS 12 277]
BS 11 647; BBl 1928 I 616
1 Der Originaltext findet sich unter der gleichen Nummer in der französischen Ausgabe dieser Sammlung.2 AS 44 8073 Gegenstandslos geworden durch das Abk. vom 9. Juni 1954 (in der AS nicht veröffentlicht).
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Texte original
(Etat le 1er octobre 1996)
Le Conseil fédéral suisse et le Président de la république Hellénique,
animés du désir de favoriser les relations entre les deux pays, ont résolu de conclure une convention d’établissement et de protection juridique et ont nommé à cet effet pour leurs plénipotentiaires respectifs, à savoir:
(suivent les noms des plénipotentiaires)
lesquels, dûment autorisés à cet effet,
sont convenus des dispositions suivantes:
Les ressortissants de chacune des parties contractantes auront le droit d’entrer, de se déplacer et de résider sur le territoire de l’autre dans les limites fixées par les lois et règlements qui régissent l’entrée, le déplacement et le séjour de tous les autres étrangers.
En ce qui concerne les taxes et charges quelconques à supporter du chef du séjour ou de l’établissement, les ressortissants des deux parties jouiront du traitement de la nation la plus favorisée.
Les ressortissants de chacune des parties contractantes qui sont ou seront admis à résider ou à s’établir sur le territoire de l’autre partie seront traités, à tous égards, en ce qui concerne l’exercice de leurs métiers et professions, l’exploitation d’entreprises commerciales ou industrielles, le trafic et le commerce licites, sur un pied d’égalité avec les ressortissants de la nation la plus favorisée, pourvu qu’ils se conforment aux lois et règlements en vigueur. Ils n’auront à payer ou à supporter de ce fait aucun impôt, taxe ou charge, de quelque nature que ce soit, autres ou plus élevés que ceux exigés des ressortissants de la nation la plus favorisée1.
Les dispositions ci-dessus ne sont pas applicables aux industries ambulantes, au colportage et à la recherche de commandes chez les personnes n’exerçant ni industrie ni commerce.
1 Voir en outre la conv. du 16 juin 1983 entre la Confédération suisse et la République hellénique en vue d’éviter les doubles impositions en matière d’impôts sur le revenu (RS 0.672.937.21).
Les ressortissants de chacune des parties contractantes auront toute liberté de posséder des biens mobiliers et immobiliers sur le territoire de l’autre et d’acquérir la possession de ces biens par achat, donation, succession, disposition testamentaire ou de toute autre manière, dans les mêmes conditions que celles qui sont prévues par les lois du pays de la situation des biens pour les ressortissants d’un Etat tiers quelconque. Ils en auront la disposition aux mêmes conditions que ces derniers. Ils ne seront assujettis, dans aucun des cas susvisés, à des charges, impôts ou taxes, sous quelque dénomination que ce soit, autres ou plus élevés que ceux qui sont ou seront établis pour les ressortissants de la nation la plus favorisée.
Les ressortissants de chacune des parties contractantes pourront exporter, en se conformant aux lois du pays, le produit de la vente de leurs propriétés et leurs biens en général, sans être astreints à payer, pour cette exportation, des droits autres ou plus élevés que ceux que les ressortissants de la nation la plus favorisée devraient acquitter en pareil cas.
Les ressortissants de chacune des parties contractantes jouiront, pourvu qu’ils se conforment aux lois et règlements du pays, d’une protection et d’une sécurité complètes, relativement à leurs personnes et à leurs biens. Ils auront libre accès, soit comme demandeurs, soit comme défendeurs, auprès de toutes les instances judiciaires ou administratives et, d’une façon générale, ils bénéficieront, pour tout ce qui se rapporte à l’administration de la justice, des mêmes droits et privilèges que les ressortissants de la nation la plus favorisée. Ils auront, en tout cas, la faculté de choisir eux-mêmes, pour la sauvegarde de leurs intérêts, des avocats ou mandataires dûment autorisés en vertu des lois du pays.
Les art. 17 à 22 de la convention de La Haye relative à la procédure civile, du 17 juillet 19051, seront appliqués, en Grèce, en faveur de la Suisse et des ressortissants suisses et, en Suisse, en faveur de la Grèce et des ressortissants grecs.
1 [RS 12 249]. Voir annexe.
Il ne sera procédé en aucun cas, dans les maisons, magasins, manufactures ou autres locaux quelconques occupés par des ressortissants de chacune des parties contractantes résidant sur le territoire de l’autre, à des visites domiciliaires, à des perquisitions, à l’examen ou à l’inspection des livres, papiers ou comptes des intéressés, autrement que dans les conditions et les formes prescrites par les lois et règlements en vigueur.
Les ressortissants de chacune des parties contractantes ne pourront, sur le territoire de l’autre être expropriés de leurs biens, ni privés, même temporairement, de la jouissance de leurs biens, que pour cause d’utilité publique ou d’intérêt général, dans la mesure applicable dans les mêmes conditions aux nationaux. Les indemnités, auxquelles ces mesures donneraient lieu, seront accordées dans les conditions prévues au profit des nationaux.
Les ressortissants de chacune des parties contractantes seront exempts, sur le territoire de l’autre, en temps de paix comme en temps de guerre, de toute espèce de service militaire, de toute contribution, soit en argent, soit en nature, destinée à tenir lieu de service personnel.
Ils ne seront astreints, en temps de paix comme en temps de guerre, qu’aux prestations et réquisitions militaires imposées aux ressortissants de la nation la plus favorisée, dans la même mesure et d’après les mêmes principes que ces derniers. Les indemnités, auxquelles ces mesures donnent lieu, seront accordées dans les conditions prévues en pareil cas aux nationaux ou aux ressortissants de la nation la plus favorisée.
Les ressortissants de chacune des Parties contractantes seront exempts de toute charge ou fonction judiciaire ou administrative quelconque.
En aucun cas, les ressortissants de chacune des parties contractantes ne seront soumis, sur le territoire de l’autre partie, à des charges ou à des droits, impôts, taxes ou contributions, de quelque nature que ce soit, autres ou plus élevés que ceux qui sont ou pourront être imposés aux ressortissants de la nation la plus favorisée.
1 Voir la note à l’art. 2 al. 1.
Si un ressortissant de l’une des parties contractantes vient à décéder, sur le territoire de l’autre partie, sans laisser d’héritiers connus ni d’exécuteurs testamentaires, les autorités du lieu du décès en aviseront le représentant diplomatique ou consulaire du pays d’origine, afin qu’il transmette aux intéressés les informations nécessaires.
Les autorités qualifiées à cet effet du lieu du décès ou du lieu où se trouvent situés des biens du défunt prendront, à l’égard de ces biens toutes les mesures conservatoires que la législation du pays prescrit pour les successions des nationaux. Elles pourront recourir à l’intermédiaire des agents diplomatiques ou consulaires de l’Etat, auquel appartenait le défunt, pour acheminer à leur destination les communications aux héritiers prescrites par la loi, ainsi que pour remettre aux ayants droit le produit de la succession.
La succession du ressortissant d’une des parties contractantes décédé sur le territoire de l’autre partie sera régie par la loi nationale du défunt en vigueur au moment du décès pour ce qui concerne la question de savoir quels sont les héritiers légaux et leurs quotes-parts et dans quelle mesure ils sont réservataires.
Les sociétés commerciales, industrielles, agricoles ou financières, y compris les sociétés de transport ou d’assurances, valablement constituées d’après les lois de l’une des parties contractantes et ayant leur siège sur son territoire, seront juridiquement reconnues dans l’autre pays, pourvu qu’elles ne poursuivent pas un but illicite ou contraire aux moeurs, et elles pourront, sous réserve de l’accomplissement des formalités prévues à cet effet par les lois et règlements en vigueur, y étendre leurs opérations, y acquérir des droits, les exercer et y poursuivre leur activité économique. Elles auront, en se conformant aux lois et règlements du pays, libre et facile accès auprès de toutes les instances judiciaires et administratives, soit pour intenter une action, soit pour s’y défendre.
Lesdites sociétés jouiront, à tous égards, du traitement accordé aux sociétés similaires de la nation la plus favorisée; elles ne seront astreintes notamment, à aucune contribution ou redevance fiscale, de quelque dénomination et de quelque espèce que ce soit, autres ou plus élevées que celles qui sont ou seront perçues des sociétés de la nation la plus favorisée1.
1 Voir la note à l’art. 2 al. 1.
Chacune des parties contractantes pourra nommer des consuls généraux, des consuls, des vice-consuls et des agents consulaires qui résideront dans les villes et places de l’autre partie où l’installation de postes consulaires est admise.
Les consuls généraux, consuls, vice-consuls et agents consulaires devront, pour pouvoir entrer en fonctions, avoir obtenu du gouvernement du pays de leur résidence l’exequatur ou toute autre autorisation valable. Le gouvernement qui a accordé l’exequatur ou une autorisation analogue aura la faculté de les retirer en indiquant les motifs de cette mesure.
Les fonctionnaires consulaires des deux pays jouiront des mêmes droits, exemptions et immunités que ceux qui sont ou pourront être accordés aux fonctionnaires consulaires de même grade et de même catégorie de la nation la plus favorisée.
La présente convention sera ratifiée et les ratifications en seront échangées à Athènes, aussitôt que faire se pourra.
La convention entrera en vigueur le jour de l’échange des ratifications et aura la durée d’une année. Si la convention n’est pas dénoncée par l’une ou l’autre des parties contractantes au moins six mois avant l’expiration de ladite période d’une année, elle restera en vigueur jusqu’à ce qu’elle soit dénoncée, cette dénonciation ne devant produire ses effets qu’après l’expiration d’un délai de six mois.
En foi de quoi, les plénipotentiaires respectifs ont signé la présente convention et y ont apposé leurs sceaux.
Fait, en double, à Athènes, le 1er décembre 1927.
Eugène Broye |
(art. 5)
Aucune caution ni dépôt, sous quelque dénomination que ce soit, ne peut être imposé, à raison soit de leur qualité d’étrangers, soit du défaut de domicile ou de résidence dans le pays, aux nationaux d’un des Etats contractants, ayant leur domicile dans l’un de ces Etats, qui seront demandeurs ou intervenants devant les tribunaux d’un autre de ces Etats.
La même règle s’applique au versement qui serait exigé des demandeurs ou intervenants pour garantir les frais judiciaires.
Les conventions par lesquelles des Etats contractants auraient stipulé pour leurs ressortissants la dispense de la caution judicatum solvi ou du versement des frais judiciaires sans condition de domicile continueront à s’appliquer.
Les condamnations aux frais et dépens du procès, prononcées dans un des Etats contractants contre le demandeur ou l’intervenant dispensés de la caution, du dépôt ou du versement en vertu soit de l’article 17, alinéas 1 et 2, soit de la loi de l’Etat où l’action est intentée, seront, sur une demande faite par la voie diplomatique, rendues gratuitement exécutoires par l’autorité compétente dans chacun des autres Etats contractants.
La même règle s’applique aux décisions judiciaires par lesquelles le montant des frais du procès est fixé ultérieurement.
Les dispositions qui précèdent ne s’opposent pas à ce que deux Etats contractants s’entendent pour permettre que la demande d’exequatur soit aussi faite directement par la partie intéressée.
Les décisions relatives aux frais et dépens seront déclarées exécutoires sans entendre les parties, mais sauf recours ultérieur de la partie condamnée, conformément à la législation du pays où l’exécution est poursuivie.
L’autorité compétente pour statuer sur la demande d’exequatur se bornera à examiner:
Pour satisfaire aux conditions prescrites par l’alinéa 2, numéros 1 et 2, il suffira d’une déclaration de l’autorité compétente de l’Etat requérant constatant que la décision est passée en force de chose jugée. La compétence de cette autorité sera, sauf entente contraire, certifiée parle plus haut fonctionnaire préposé à l’administration de la justice dans l’Etat requérant. La déclaration et le certificat dont il vient d’être parlé doivent être rédigés ou traduits conformément à la règle contenue dans l’alinéa 2, numéro 3.
Les ressortissants de chacun des Etats contractants seront admis dans tous les autres Etats contractants au bénéfice de l’assistance judiciaire gratuite, comme les nationaux eux-mêmes, en se conformant à la législation de l’Etat où l’assistance judiciaire gratuite est réclamée.
Dans tous les cas, le certificat ou la déclaration d’indigence doit être délivré ou reçu par les autorités de la résidence habituelle de l’étranger, ou, à défaut de celles-ci, par les autorités de sa résidence actuelle. Dans le cas où ces dernières autorités n’appartiendraient pas à un Etat contractant et ne recevraient pas ou ne délivreraient pas des certificats ou des déclarations de cette nature, il suffira d’un certificat ou d’une déclaration, délivré ou reçu par un agent diplomatique ou consulaire du pays auquel l’étranger appartient.
Si le requérant ne réside pas dans le pays où la demande est formée, le certificat ou la déclaration d’indigence sera légalisé gratuitement par un agent diplomatique ou consulaire du pays où le document doit être produit.
L’autorité compétente pour délivrer le certificat ou recevoir la déclaration d’indigence pourra prendre des renseignements sur la situation de fortune du requérant auprès des autorités des autres Etats contractants.
L’autorité chargée de statuer sur la demande d’assistance judiciaire gratuite conserve, dans les limites de ses attributions, le droit de contrôler les certificats, déclarations et renseignements qui lui sont fournis.
1 [RS 12 249]
RS 11 635; FF 1928 I 648
1 RO 44 8652 Devenu sans objet par l’ac. du 9 juin 1954 (non publié au RO).
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