1988 - Allocuzione di Capodanno del Presidente della Confederazione Otto Stich

1° gennaio 1988 - Fa fede il testo parlato

Per molti di noi l'inizio di un nuovo anno è occasione d'introspezione, raccoglimento e meditazione - ma è anche il momento delle speranze, dei progetti, dei buoni propositi. A nome del Consiglio federale auguro a tutti un felice 1988. Ma lo auguro in particolare a chi guarda con apprensione al futuro, a chi - per una ragione o per un'altra - non partecipa al nostro benessere. Penso ai malati, agli handicappati, a certi anziani - a coloro che sono afflitti da lutti familiari o che stanno lottando contro gravi difficoltà - a chi ha perso il posto di lavoro o non l'ha ancora trovato, a chi è vittima di ristrutturazioni che non lasciano più spazio alle sue conoscenze. Coraggio, fiducia, salute - buone prospettive ed ancora migliori occasioni: sono questi gli auguri che formulo per i nostri giovani, confrontati a volte con situazioni più complesse di quelle vissute dalle generazioni precedenti, essi che devono affrontare, ancora privi d'esperienza, evoluzioni sempre più rapide, una continua valanga di informazioni e notizie. Credo fermamente che il dialogo e la solidarietà tra generazioni, permesse fondamentali per una migliore convivenza sociale, possano essere rafforzati. E mi auguro di tutto cuore che all'incomprensione subentrino la tolleranza e la disponibilità. Il Parlamento eletto in ottobre sarà presto chiamato a pronunciarsi su importanti temi politici, come la concretizzazione della protezione dell'ambiente ed il futuro delle nostre grandi opere sociali. Lo stato attuale delle finanze federali lascia fortunatamente abbastanza spazio all'azione politica, anche se recentemente la situazione monetaria e finanziaria internazionale ha intimorito molti, ha fatto nascere dubbi ed incertezze sulla nostra sicurezza economica. Per migliorare la stabilità monetaria e finanziaria è necessaria - anzi indispensabile una stretta collaborazione internazionale. Il Consiglio federale segue da vicino gli avvenimenti, li esamina con cura, et trarrà le debite conclusioni. Spingendo poi lo sguardo oltre i confini nazionali, costatiamo con profonda soddisfazione che dal dialogo tra le superpotenze sono scaturiti risultati impensabili solo un anno fa: ora nemmeno i più scettici e prudenti possono negare che la politica di pace ha compiuto un passo avanti. Questa politica esula dalla sfera d'influenza del nostro piccolo Paese, ma noi possiamo portarvi un contributo aiutando fermamente a ridurre il pesante squilibrio tra la povertà del sud e la ricchezza del nord - aiutando a garantire più giustizia e più libertà nel mondo intero. Non dobbiamo nemmeno dimenticare che in Svizzera vivono tanti stranieri persone di usi e costumi diversi, con altre aspirazioni ed altri ideali. Molte non sono venute da noi spontaneamente, ma perché costrettevi dal bisogno, o scacciate dalla guerra. Orbene, dobbiamo invitarle a partecipare alla nostra vita sociale, anche se ciò dovesse creare problemi e difficoltà. Potremo dare il nostro contributo alla pace solo se essa regnerà nel nostro Paese. Premessa indispensabile è il dialogo tra sindacati ed associazioni professionali da un lato, imprenditori ed organizzazioni padronali dall'altro. Ma la garanzia della pace interna richiede anche che noi si sia in grado di formare ed istruire i giovani, e postula un'attenta cura dell'intesa tra le nostre quattro culture nazionali. Guardiamoci dal sottovalutare il nostro grande successo politico: I'aver forgiato e sviluppato nei secoli una coerente unità statale nonostante la molteplicità delle lingue e delle culture, le divergenze di mentalità e di pensiero. Credo che potremo continuare questa nostra opera esemplare se ognuno di noi - donna o uomo - invece di chiedersi egoisticamente cosa lo Stato possa fare per lui, si chiederà cosa possa fare lui per questo nostro Stato. Sono convinto che un simile atteggiamento ci permetterà di vincere le grandi sfide del futuro, ben meglio di un comportamento passivo, d'attesa, senza creatività. Care concittadine e cari concittadini, in questo senso vi auguro un felice e prospero 1988, tanto coraggio e forza d'animo.

Ultima modifica 07.12.2015

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