Iniziativa popolare "Per imprese responsabili": pur riconoscendo le richieste dell’iniziativa, il Consiglio federale opta per un’altra via

Berna, 15.09.2017 - Per il Consiglio federale è chiaro che le imprese svizzere devono assumersi le loro responsabilità in materia di diritti umani e di tutela dell’ambiente anche quando esercitano le loro attività all’estero. Riconosce quindi le richieste fondamentali dell’iniziativa popolare "Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente", ma ritiene che punti troppo in alto, soprattutto per quanto riguarda le norme sulla responsabilità. Il Consiglio federale preferisce affidarsi a una soluzione concordata su scala internazionale e agli strumenti esistenti, in particolare ai piani d’azione recentemente approvati. Propone quindi al Parlamento di sottoporre l’iniziativa al Popolo senza controprogetto e con la raccomandazione di respingerla. Nella sua seduta del 15 settembre 2017 ha adottato il corrispondente messaggio.

L’iniziativa popolare "Per imprese responsabili" è stata depositata il 10 ottobre 2016 con 120 418 firme valide. L’iniziativa chiede che le imprese aventi sede statutaria, amministrazione centrale o centro d’attività principale in Svizzera siano obbligate a usare regolarmente la dovuta diligenza individuando le ripercussioni della loro attività economica sui diritti umani e sull’ambiente. Dovrebbero inoltre essere tenute a rendere conto dei risultati ottenuti in seguito all’applicazione di tale obbligo di diligenza. Qualora un’impresa svizzera commetta una violazione dei diritti umani o delle norme ambientali, la responsabilità della violazione in questione ricadrebbe su di essa anche se commessa da una sua filiale all’estero. Le imprese svizzere sarebbero quindi ritenute responsabili anche per le attività delle imprese sulle quali esercitano un controllo economico senza partecipare attivamente agli affari operativi.

Il Consiglio federale attribuisce grande importanza al rispetto dei diritti umani e alla protezione dell’ambiente. Il suo impegno in questi due ambiti fa parte del suo mandato costituzionale e nel programma di legislatura 2016-2019 ha definito entrambi i settori come obiettivi costanti e prioritari, appoggiando così le richieste di base dell’iniziativa.

L’iniziativa punta troppo in alto

Il Consiglio federale ritiene però che l’iniziativa popolare punti troppo in alto. Essa prevede, oltre all’obbligo di presentare un rapporto, un obbligo di diligenza esplicito esteso anche alle società controllate all’estero e a tutte le relazioni d’affari delle imprese.

Inoltre, le disposizioni in materia di responsabilità richieste dall’iniziativa sono più severe rispetto a quelle in vigore in quasi tutti gli altri ordinamenti giuridici. Se l’iniziativa venisse accettata, la Svizzera attuerebbe norme non concertate a livello internazionale nuocendo alla sua piazza economica. Le imprese potrebbero inoltre sottrarsi ai nuovi obblighi spostando la loro sede all’estero. È alla luce di queste riflessioni che il Consiglio federale respinge l’iniziativa.

Il Consiglio federale si affida a una soluzione internazionale e ai piani d’azione

Il Consiglio federale punta sugli strumenti esistenti, incoraggiando ad esempio l’elaborazione di norme internazionali che mirino a una gestione responsabile delle imprese e impegnandosi ad attuarle in Svizzera. Inoltre, anche gli sforzi della Svizzera relativi alla cooperazione internazionale contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi principali proposti dall’iniziativa.

Infine, il Consiglio federale rinvia ai tre piani d’azione recentemente approvati, con i quali l’economia svizzera viene esortata a rispettare i diritti umani e l’ambiente: il piano d’azione nazionale del 9 dicembre 2016 per l’attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, il piano d’azione del 1° aprile 2015 sulla responsabilità sociale d’impresa e infine il rapporto del 20 aprile 2016 "Economia verde: le misure della Confederazione per preservare le risorse e garantire il futuro della Svizzera", che rappresenta uno sviluppo del relativo piano d’azione approvato nel 2013.

Il Consiglio federale ritiene che questi strumenti rispondano ampiamente alle richieste fondamentali dell’iniziativa "Per imprese responsabili". Il Consiglio federale verifica periodicamente l’attuazione dei suddetti piani d’azione e se necessario ne adegua gli strumenti. Nel caso in cui l’attuazione delle misure da parte delle imprese non dovesse soddisfare le sue aspettative, si riserva il diritto di prendere altri provvedimenti, arrivando eventualmente anche a elaborare strumenti giuridicamente vincolanti.


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