Parità salariale: secondo uno studio di esperti i modelli statistici di misurazione della Confederazione sono adeguati

Berna, 18.11.2015 - I modelli statistici di misurazione applicati dalla Confederazione sono scientificamente riconosciuti e adeguati a misurare la disparità salariale fra donne e uomini. Questa la conclusione cui giunge il rapporto sui metodi statistici della Confederazione concernenti la parità salariale fra donna e uomo che il Consiglio federale ha adottato oggi.

Il rapporto è stato elaborato in adempimento del postulato Noser «Rilevazione della parità salariale. Migliorare l'attendibilità» (14.3388), che
incaricava il Consiglio federale di riesaminare i modelli statistici per la misurazione della disparità salariale prendendo in considerazione ulteriori
fattori suscettibili di determinare differenze salariali. Nel postulato si chiedeva inoltre di verificare l'adeguatezza del valore medio quale indicatore di differenze salariali. Nel suo rapporto il Consiglio federale si basa su uno studio condotto dall'Università di San Gallo e dall'istituto di ricerca INFRAS, nonché su un sondaggio rappresentativo presso le imprese.

Nello studio sono stati esaminati due modelli statistici: il modello di analisi della statistica nazionale dell'Ufficio federale di statistica UST (livello nazionale) e il modello di analisi standard della Confederazione (livello aziendale), sul quale è basato lo strumento di autoverifica Logib sviluppato dall'Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo UFU.

Livello nazionale: modello di analisi della statistica nazionale - UST
Ogni due anni l'Ufficio federale di statistica (UST) elabora una statistica nazionale per spiegare le differenze salariali a livello federale. Secondo lo studio, il metodo statistico applicato dalla Confederazione è scientificamente riconosciuto e rappresenta bene la quota dei singoli fattori
che determinano differenze salariali, in linea con le norme scientifiche e internazionali. Tuttavia, poiché è impostato sul valore medio può produrre risultati influenzati dai salari molto alti o molto bassi.

Il Consiglio federale incarica il Dipartimento federale dell'interno di valutare nei dettagli entro la fine di giugno del 2017 altri metodi statistici,
che siano tra l'altro impostati sul valore mediano invece che sul valore medio. Gli altri tre fattori citati nel postulato (perfezionamenti, conoscenze linguistiche ed esperienze di gestione) non dovranno essere considerati nel modello di analisi della statistica nazionale. Infatti, oltre a non rappresentare un plusvalore per la spiegazione delle differenze salariali, richiedono informazioni impossibili da rilevare in modo attendibile. Per quanto riguarda il grado d'occupazione nella carriera professionale (esperienza professionale effettiva), i modelli d'orario di lavoro e le sollecitazioni fisiche e psichiche, si dovrà verificare attentamente se le informazioni necessarie non possano essere desunte da registri amministrativi.

Livello aziendale: modello di analisi standard della Confederazione - UFU

Su un metodo statistico analogo è fondato il modello di analisi standard della Confederazione, che persegue altri obiettivi ed è applicato nei
controlli eseguiti nel settore degli acquisti pubblici per rilevare discriminazioni salariali sistematiche a livello aziendale. Questo modello si
differenzia da quello della statistica nazionale in quanto considera soltanto fattori applicabili obiettivamente e senza discriminazioni.

Nel sondaggio la maggioranza delle imprese consultate considera adeguato il modello di analisi standard della Confederazione, apprezzando in particolare il facile utilizzo dello strumento di analisi Logib. Delle 2712 imprese interpellate, 1305 (48 %) hanno partecipato al sondaggio. Inoltre, sono state poste domande molto circostanziate a 50 imprese e sono stati intervistati 26 esperti di questioni salariali.

Il Consiglio federale giunge alla conclusione che il metodo statistico attualmente utilizzato a livello aziendale è scientificamente e giuridicamente riconosciuto e va quindi conservato. L'aggiunta alla statistica, richiesta dal postulato, di ulteriori fattori suscettibili di giustificare differenze salariali comporterebbe per le imprese oneri supplementari sproporzionati rispetto al plusvalore informativo che ne ricaverebbero. Inoltre, alcuni di questi fattori sono potenzialmente discriminatori. Va mantenuta anche la soglia di tolleranza del 5 per cento applicata nel modello di analisi standard, che permette di tener conto della potenziale influenza di eventuali fattori specifici dell'impresa non discriminatori.


Indirizzo cui rivolgere domande

Sylvie Durrer, direttrice UFU
Tel.: +41 58 462 68 40
E-mail: sylvie.durrer@ebg.admin.ch

Didier Froidevaux, UST, sezione Salari e condizioni di lavoro
Tel.: +41 58 463 67 56
E-Mail: didier.froidevaux@bfs.admin.ch



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Ufficio federale di statistica
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