Il Consigliere federale Couchepin ribadisce il no all'iniziativa «Per una cassa malati unica e sociale»

Berna, 22.12.2006 - Il Consiglio federale e il Parlamento respingono l'iniziativa popolare «Per una cassa malati unica e sociale» lanciata dal «Mouvement Populaire des Familles». Per il collegio di governo il sistema attuale a più casse malati presenta netti vantaggi. L'intento degli iniziativisti di far dipendere i premi dal reddito e dalla sostanza non risolverebbe il problema dell'aumento dei costi dell'assicurazione di base, come ha illustrato il capo del Dipartimento federale dell'interno Pascal Couchepin nell'ambito di un conferenza stampa.

L'attuale assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie garantisce cure mediche di elevata qualità a tutta la popolazione. L'assicurazione malattia è esercitata da 87 casse malati ed è finanziata mediante i premi, le franchigie, l'aliquota percentuale degli assicurati e le entrate fiscali. Il sistema vigente assicura anche un equilibrio sociale: gli assicurati di modeste condizioni economiche beneficiano infatti di una riduzione dei premi o di un'esenzione dal loro pagamento e i costi che ne derivano sono assunti da Confederazione e Cantoni.

Gli intenti principali dell'iniziativa sono due: esercitare l'assicurazione di base mediante un'unica cassa malati e stabilire i premi delle casse malati in funzione del reddito e della sostanza degli assicurati.
Una cassa unica comporterebbe per gli assicurati l'impossibilità di scegliere la propria cassa malati per quanto concerne l'assicurazione di base. Di conseguenza verrebbe meno la concorrenza tra le diverse casse e, con essa, i vantaggi offerti dai modelli assicurativi attuali che contribuiscono al risparmio dei costi per l'assicurazione di base e per gli assicurati.
La fissazione dei premi sulla base del reddito e della sostanza equivarrebbe ad introdurre una nuova tassa. Ciononostante i costi globali dell'assicurazione malattia continuerebbero ad aumentare e, secondo le previsioni, in misura ancora maggiore rispetto ad oggi. Nel testo dell'iniziativa non è neppure chiaro quali assicurati dovranno attendersi ad un aumento dei premi e quali invece beneficeranno di una loro riduzione sulla scorta del nuovo sistema di finanziamento.
Anche la direzione della cassa unica, nella forma proposta, presenta dei rischi: sono previsti un consiglio di amministrazione e un consiglio di vigilanza. I due organi dovrebbero comprendere un pari numero di rappresentanti dei poteri pubblici, dei fornitori di prestazioni e delle organizzazioni di difesa degli assicurati. Un accordo tariffario tra le diverse forze in campo sarebbe possibile soltanto dopo un lungo e complesso processo. Quello di cui il sistema attuale ha bisogno è la capacità di adeguarsi e di reagire con rapidità; un'esigenza che la direzione prevista non sembra in grado di garantire. Il passaggio dalla gestione attuale a una cassa unica provocherebbe una pericolosa destabilizzazione dell'intero sistema  per un certo periodo di tempo.

Ma alla base del rigetto dell'iniziativa da parte del Consiglio federale vi sono anche considerazioni di fondo: con la nuova struttura e il nuovo assetto di finanziamento, gli iniziativisti si limitano a due aspetti dell'assicurazione malattia, rinunciando ad affrontare il nocciolo della questione di tale sistema assicurativo. Ma soprattutto tale cambiamento non risolverebbe il problema dell'eccessivo incremento dei costi e vanificherebbe gli sforzi del Consiglio federale e del Parlamento volti ad apportare miglioramenti al sistema.


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