Rapporto sulle possibili riforme in materia di imposta sul capitale e imposta sul patrimonio

Berna, 22.11.2023 - Vi sono diversi motivi che si oppongono a un’imposta sul capitale e a un’imposta sul patrimonio. Questi svantaggi potrebbero almeno essere mitigati grazie al passaggio da un gettito fiscale generato dall’imposta sul patrimonio e sul capitale a uno generato dalle imposte sul reddito. È questa la conclusione a cui giungono gli autori del rapporto in adempimento del postulato Derder 17.4292, adottato dal Consiglio federale nella seduta del 22 novembre 2023.

Il postulato accolto dal Consiglio nazionale nel 2019 invitava il Consiglio federale a redigere un rapporto su eventuali agevolazioni fiscali e sulle relative conseguenze in materia di imposta sul capitale e imposta sul patrimonio per le PMI in rapida crescita. In effetti, vi sono diversi argomenti che si oppongono a un’imposta sul capitale e a un’imposta sul patrimonio. Ad esempio, se la situazione inerente ai ricavi è delicata, occorre a volte alienare una parte del patrimonio per saldare il debito fiscale. Inoltre, queste imposte possono comportare una sovraimposizione o una sottoimposizione: se l’investimento non è redditizio a lungo termine, l’onere fiscale può rivelarsi troppo elevato. Per contro, gli investimenti molto redditizi possono essere tassati a un’aliquota inferiore alla media rispetto a un’imposta sul reddito complessivo.

Misure di riforma puntuali

Il rapporto esamina cinque opzioni di riforma puntuali in materia di imposta sul capitale e imposta sul patrimonio.

  •  Differimento e dilazione dell’imposizione (si applica a entrambe le imposte): i contribuenti con investimenti a basso reddito potrebbero differire o dilazionare il pagamento delle imposte.
  • Valutazione retrospettiva per l’imposta sul patrimonio: le quote sociali potrebbero essere valutate in base al loro valore reale anziché, ad esempio, in base al prezzo di mercato.

  • Freno all’imposta sul patrimonio: l’onere fiscale sul patrimonio potrebbe essere calcolato in base al rendimento generato e risultare inferiore in caso di tasso d’interesse basso.

  • Riscossione facoltativa dell’imposta sul capitale: la legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette dei Cantoni e dei Comuni potrebbe essere modificata per consentire ai Cantoni di rinunciare del tutto alla riscossione di un’imposta sul capitale.

  • Freno all’imposta sul capitale: l’onere fiscale sul capitale potrebbe essere calcolato in base al rendimento generato e risultare inferiore in caso di tasso d’interesse basso.

Agevolazioni tariffarie e controfinanziamento

L’adozione di misure puntuali potrebbe tuttavia aumentare la complessità del sistema fiscale e comportare problemi di delimitazione, distorsioni e falsi incentivi. Quale alternativa possono essere prese in considerazione anche agevolazioni tariffarie generali in merito a queste imposte, che comporterebbero tuttavia una sensibile riduzione delle entrate. Come specificato dal rapporto, il controfinanziamento potrebbe essere garantito attraverso un aumento della percentuale dell’imposizione parziale per i dividendi provenienti da partecipazioni qualificate o tramite l’introduzione di un’imposta sugli utili da capitale nel quadro del patrimonio privato. Entrambe queste misure potrebbero anche essere combinate se si volesse prendere in considerazione un’agevolazione tariffaria di vasta portata.

Il Consiglio federale è fondamentalmente favorevole al passaggio da un gettito fiscale generato dalle imposte sulla sostanza a uno generato dalle imposte sul reddito. Tuttavia, l’imposta sul capitale e l’imposta sul patrimonio sono imposte cantonali, la sovranità tariffale spetta quindi ai Cantoni. Tuttavia, il Consiglio federale è disposto a integrare i risultati del rapporto in quello relativo all’adempimento del postulato Walti 23.3752 «Per preservare l’attrattiva e garantire finanze sane, la Svizzera ha bisogno di una strategia fiscale e di ubicazione a lungo termine», sempre che questo postulato venga adottato dal Parlamento.

 


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