Il presidente della Confederazione accoglie la segretaria generale del Consiglio d’Europa: scambio di vedute sulle prospettive dopo il vertice di Reykjavík

Berna, 07.09.2023 - Giovedì 7 settembre 2023 la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić ha effettuato una visita in Svizzera e si è incontrata con il Presidente della Confederazione Alain Berset. I colloqui erano incentrati sulle prospettive del Consiglio d'Europa all'indomani del vertice di Reykjavík. Altri temi discussi sono stati la gestione delle conseguenze della guerra in Ucraina e la protezione dei diritti umani in Europa. Il presidente della Confederazione ha consegnato lo strumento di ratifica della Svizzera relativo al rafforzamento della protezione dei dati.

Entrambe le parti hanno elogiato lo slancio impresso nel corso della primavera e i risultati del vertice, tra cui i «Principi di Reykjavík per la democrazia». Ora, in un periodo di grandi sfide per il continente e di scarse risorse, la sfida risiede nella concretizzazione di questi obiettivi. Il presidente della Confederazione ha ribadito la posizione della Svizzera, secondo cui i legami tra il Consiglio d'Europa, l'OSCE, la Comunità politica europea e le organizzazioni delle Nazioni Unite - comprese quelle con sede a Ginevra - devono essere rafforzati.

Il vertice ha portato all'istituzione di un registro per documentare i danni causati dalla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina. Questo dovrebbe contribuire ad assicurare le prove dei crimini commessi dalla Russia. A Reykjavík Alain Berset ha firmato la dichiarazione di intenti e il 30 agosto il Consiglio federale ha deciso l'adesione della Svizzera al Registro dei danni. La Svizzera sostiene così il processo politico di ricostruzione avviato dalla «Ukraine Recovery Conference» a Lugano nel 2022.

Durante l'incontro di giovedì è stata discussa anche l'aspirazione del Kosovo a entrare a far parte del Consiglio d'Europa. La Svizzera accoglie con favore questo passo. Tra l'altro, gli abitanti del Paese - e quindi anche i membri della minoranza serba e di altre comunità - otterrebbero così l'accesso alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Nell'aprile 2023, il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha approvato in una prima fase l'adesione del Kosovo. Prima di prendere una decisione definitiva si tratterà di esaminare se il sistema giuridico kosovaro soddisfa i requisiti posti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU).

La CEDU è diventata un riferimento centrale per le autorità legislative e giudiziarie europee. Dal punto di vista della Svizzera, l'indipendenza e il ruolo prominente assunto dalla Corte europea dei diritti dell'uomo sono uno dei successi più importanti conseguiti dal Consiglio d'Europa e dagli Stati che ne fanno parte. Il presidente della Confederazione si è rammaricato che la CEDU e il suo dispositivo siano oggi sotto pressione. È più importante che mai difendere la base di valori su cui si essa fonda. Nel 2024 il Consiglio d'Europa celebrerà il suo 75° anniversario e ricorrerà anche il 50° anniversario della ratifica della CEDU da parte della Svizzera. I due anniversari offriranno ancora una volta all'Organizzazione e alla Svizzera l'opportunità di sottolineare i risultati conseguiti dal Consiglio d'Europa nella protezione dei diritti umani.

Rafforzamento della protezione dei dati
In occasione dell'incontro a Berna, il presidente della Confederazione ha anche consegnato alla segretaria generale del Consiglio d'Europa il documento che conferma la ratifica della Svizzera dello sviluppo della Convenzione europea sulla protezione dei dati 108 del 1981. Il protocollo di modifica (108+) vuole essere una risposta alle sfide poste dalla digitalizzazione.

In quanto unico strumento internazionale legalmente vincolante per la protezione dei dati personali, la Convenzione europea sulla protezione dei dati 108 svolge un ruolo cruciale nella promozione del diritto alla tutela della sfera privata in tutto il mondo. Il protocollo di modifica rafforzerà questo ruolo, ma non entrerà in vigore fino a quando 38 Stati contraenti non lo avranno ratificato. La Convenzione e il protocollo di modifica sono aperti agli Stati che non sono membri del Consiglio d'Europa e quindi hanno un impatto anche al di fuori dell'Europa.


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