Veicolo EAGLE avvistato in Ucraina: esito dell’indagine

Berna, 21.06.2023 - Il 21 giugno 2023 il capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) ha informato il Consiglio federale sull’esito dell’indagine concernente il veicolo EAGLE avvistato in Ucraina. Si tratta di un veicolo EAGLE I esportato in Ucraina in violazione di una dichiarazione di non riesportazione da parte dall’ex direttore di una società privata tedesca. Di conseguenza, le esportazioni di materiale bellico a questa persona non saranno più autorizzate a causa dell’elevato rischio di riesportazione a un destinatario finale indesiderato.

Alla fine di marzo 2023 diversi media hanno riferito di un veicolo blindato EAGLE della società svizzera General Dynamics European Land Systems - Mowag GmbH avvistato in Ucraina. La SECO ha immediatamente avviato un'indagine, che si è conclusa lo scorso 12 giugno con il seguente esito.

Negli anni ‘90 sono stati esportati 36 veicoli EAGLE I dalla Svizzera alla Danimarca. Nel 2013 la Danimarca ha esportato 27 di questi veicoli a una società privata tedesca con il consenso della Svizzera. In una dichiarazione di non riesportazione la società tedesca si era impegnata a non trasferire i 27 veicoli EAGLE I a terzi all'estero senza previo consenso scritto del nostro Paese. Alla fine del 2018 l'ex direttore di questa società ha rilevato i 27 veicoli in questione, che sono quindi diventati di sua proprietà.

Secondo gli accertamenti con la Germania e con l'ex direttore in questione, 11 di questi 27 veicoli EAGLE I sono stati esportati in Ucraina con l'approvazione delle autorità tedesche preposte al controllo delle esportazioni. Pur avendo firmato una dichiarazione di non riesportazione, l'ex direttore non ha chiesto il consenso della SECO per l'esportazione in Ucraina ritenendo che tale dichiarazione non fosse più pertinente a causa dell'avvenuta demilitarizzazione dei veicoli (rimozione della copertura blindata protettiva e dei finestrini) e della conferma di tale condizione da parte del Ministero federale della difesa tedesco. La demilitarizzazione ai sensi della legge tedesca non ha tuttavia alcuna influenza sull'applicabilità della legge svizzera sul materiale bellico e quindi sulla validità della dichiarazione di non riesportazione rilasciata alla Svizzera, come comunicato dalla SECO all'ex-direttore.

Poiché la violazione della suddetta dichiarazione non è stata commessa dalle autorità tedesche, bensì da un cittadino privato, le conseguenze devono interessare esclusivamente quest'ultimo. In applicazione dell'articolo 22a capoverso 2 lettera d della legge sul materiale bellico, la SECO ha pertanto deciso di non più autorizzare esportazioni di materiale bellico a questa persona a causa dell'elevato rischio di riesportazione a un destinatario finale indesiderato. Le dogane svizzere hanno ricevuto l'ordine di sospendere ogni eventuale esportazione all'ex-direttore.


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