Confermate le previsioni congiunturali: l’economia svizzera crescerà nettamente sotto la media nel 2023

Berna, 15.06.2023 - In linea con le previsioni precedenti, il gruppo di esperti si aspetta che nel 2023 l’economia svizzera crescerà a un tasso nettamente inferiore alla media (1,1 %) passando poi all’1,5 % nel 2024 (PIL corretto dagli eventi sportivi). L’economia svizzera ha iniziato l’anno con slancio e i prezzi dell’energia continuano a scendere. Tuttavia, le pressioni inflazionistiche rimangono elevate a livello internazionale e i rischi congiunturali sono pronunciati.*

Nel 1° trimestre 2023 il PIL svizzero corretto dagli eventi sportivi è cresciuto sostanzialmente. La domanda finale interna si è sviluppata con solidità, sorretta tra l’altro da un forte aumento dei consumi privati. Il settore industriale ha dato un ulteriore impulso alla crescita grazie all’aumento delle esportazioni di beni. Gli indicatori attuali, peraltro, lasciano trasparire segnali contrastanti. Nel complesso, è lecito presupporre uno sviluppo più fiacco dell’economia svizzera nel secondo trimestre.

Attualmente la situazione economica mondiale appare un po’ più positiva di quanto ipotizzato nelle previsioni di marzo. Il calo del PIL nell’eurozona è in contrasto con l’andamento positivo di Cina e Stati Uniti. Inoltre, i prezzi dell’energia non hanno smesso di diminuire negli ultimi mesi, attenuando l’inflazione. Tuttavia, l’inflazione di fondo nei principali Paesi industrializzati ha avuto di recente un andamento meno favorevole del previsto. Di conseguenza, bisogna aspettarsi di nuovo un orientamento più restrittivo della politica monetaria internazionale, con effetti frenanti sulla domanda globale.

Per il momento si prevedono tassi d’inflazione relativamente elevati anche a livello nazionale. Nel 2023 l’inflazione dovrebbe raggiungere il 2,3 % (previsione di marzo: 2,4 %). I prezzi dell’energia sono in calo e apportano una boccata d’ossigeno, mentre altri settori fanno registrare una pressione persistente sui prezzi. Ciò nonostante, sostenuti dalla buona situazione del mercato del lavoro, i consumi privati dovrebbero aumentare moderatamente nei prossimi trimestri. Una certa crescita, seppur inferiore alla media, è prevista anche sul fronte degli investimenti. Nel complesso, la domanda interna costituirebbe quindi il principale pilastro della crescita nel 2023. È invece improbabile che il commercio estero contribuisca in modo significativo alla crescita del PIL.

In questo contesto, il gruppo di esperti mantiene la sua previsione per il 2023, secondo cui l’economia svizzera sarà interessata da un indebolimento. Prevede dunque una crescita economica dell’1,1 % (corretto dagli eventi sportivi), nettamente inferiore alla media. Come in precedenza, le previsioni si basano sull’ipotesi che non si verifichino penurie energetiche con interruzioni diffuse della produzione nel prossimo inverno 2023/24. Allo stesso tempo, i prezzi del gas e dell’elettricità rimarranno probabilmente elevati rispetto agli standard storici.

Entro la fine del 2024 i tassi di inflazione a livello internazionale dovrebbero gradualmente diminuire. A quel punto la domanda mondiale inizierà probabilmente a riprendersi. Il gruppo di esperti conferma all’1,5 % le sue previsioni di crescita dell’economia svizzera nel 2024, con un’inflazione media annua dell’1,5 %.

Il rallentamento congiunturale potrebbe produrre un effetto ritardato anche sul mercato del lavoro. Dopo la media del 2,0 % nel 2023, nel 2024 il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 2,3 %.

Rischi congiunturali

La situazione congiunturale mondiale è fragile e i rischi sono notevoli. L’inflazione potrebbe rivelarsi ancora più persistente a livello internazionale e rendere necessaria una politica monetaria più restrittiva. Come conseguenza, la domanda globale subirebbe un’ulteriore battuta d’arresto. Ciò aggraverebbe i rischi esistenti legati all’impennata dell’indebitamento a livello mondiale, così come i rischi di correzioni sui mercati immobiliari e finanziari.

Sullo sfondo di una rapida e simultanea stretta monetaria a livello internazionale, per gli istituti finanziari potrebbero sorgere o aumentare i rischi di bilancio, con potenziali ripercussioni sulla stabilità finanziaria. Anche le ricadute sull’economia reale potrebbero risultare più incisive di quanto attualmente ipotizzato.

Infine, nonostante l’attuale allentamento, i rischi di una penuria energetica sono confermati anche per il prossimo inverno 2023/2024. Se in Europa si verificasse una forte penuria di energia, con perdite di produzione su larga scala e un significativo rallentamento, anche in Svizzera bisognerebbe aspettarsi una recessione accompagnata da una forte pressione sui prezzi.

* Per maggiori informazioni relative alle previsioni congiunturali della Confederazione è possibile consultare il capitolo allegato «Previsioni» ripreso da «Tendenze congiunturali per l’estate 2023» (in tedesco) nonché all’indirizzo www.seco.admin.ch/previsioni-congiunturali.


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