Resilienza delle imprese svizzere: no a un intervento dello Stato

Berna, 16.12.2022 - Il 16 dicembre 2022 il Consiglio federale ha adottato un rapporto sulla resilienza finanziaria delle imprese svizzere. Gli stabilizzatori automatici esistenti, come l’assicurazione contro la disoccupazione o il sistema fiscale, svolgono un ruolo importante nel superamento di una crisi. Le aziende sono in grado di rafforzare da sole la propria resilienza: non sono quindi necessari nuovi strumenti.

Durante le crisi economiche la capacità produttiva delle imprese è messa a dura prova; le aziende finanziariamente solide sono meglio attrezzate per affrontare situazioni di questo genere. La capacità di resistere a shock come flessioni congiunturali o gravi recessioni è definita «resilienza». In risposta al postulato 20.3544 «Rafforzare la resilienza delle aziende svizzere» - che si concentra sulla costituzione di riserve non soggette a tassazione da parte delle aziende - il 16 dicembre 2022 il Consiglio federale ha adottato un rapporto su come rafforzare la resilienza delle aziende svizzere in tempi di crisi.

Ruolo importante degli strumenti esistenti

Il Consiglio federale ritiene che, nel limite delle loro possibilità, le imprese debbano essere in grado di premunirsi per far fronte a eventuali rischi. Reputa infatti che queste ultime siano in grado di rafforzare da sole la propria resilienza in vari modi, ad esempio tramite la diversificazione delle catene di approvvigionamento e dei mercati di sbocco, una gestione aziendale lungimirante o la costituzione di riserve.

A livello statale, invece, la resilienza è favorita da un sistema fiscale equilibrato e un buon quadro normativo, tramite diversi meccanismi e strumenti in materia fiscale. Si tratta dei cosiddetti stabilizzatori automatici, concepiti per intervenire automaticamente e con un effetto stabilizzante durante le fasi di flessione congiunturale, e comprendono in particolare l'assicurazione contro la disoccupazione, l'indennità per lavoro ridotto, la struttura del sistema fiscale e il freno all'indebitamento.

Incentivare la costituzione di riserve non sarebbe opportuno

Per valutare la necessità di intervenire ed esaminare le opzioni per rafforzare la resilienza, è stata commissionata un'analisi d'impatto della regolamentazione (AIR). Secondo le imprese intervistate, sia il quadro normativo sia le proprie riserve finanziarie sono sufficienti. Dall'analisi è emerso che non sono necessarie nuove misure statali per rafforzare le riserve da un punto di vista economico. Sono comunque stati esaminati possibili approcci per incentivare la costituzione di riserve, ma è risultato che ne deriverebbero pesanti svantaggi: la costituzione fiscalmente agevolata di riserve creerebbe infatti delle distorsioni, e a beneficiarne sarebbero probabilmente le aziende che dispongono già di solide riserve finanziarie.

Un compito che spetta alle aziende

I meccanismi per arginare le conseguenze della pandemia di COVID-19 non devono alimentare nelle aziende l'aspettativa che lo Stato adotti misure straordinarie anche in caso di crisi future: è infatti loro responsabilità e interesse costituire riserve adeguate. Le imprese sono nella posizione migliore per decidere quali parti degli utili reinvestire, quali distribuire e quali utilizzare per costituire riserve. Secondo il Consiglio federale, non c'è motivo di influenzare queste decisioni di gestione aziendale con nuovi strumenti: quelli già consolidati svolgono un ruolo molto più importante nella gestione delle crisi.


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