Rapporto del Consiglio federale sull’Hezbollah in Svizzera

Berna, 02.11.2022 - Nella sua seduta del 2 novembre 2022 il Consiglio federale ha adottato il rapporto «L’Hezbollah e la Svizzera», rispondendo così ai postulati Binder-Keller (20.3650) e Pfister (20.3824). Il rapporto mostra che l’Hezbollah non è molto attivo in Svizzera. Gli strumenti e le misure legali recentemente introdotti, in particolare l’esplicita estensione della norma penale contro le organizzazioni criminali alle organizzazioni terroristiche, nonché le misure di polizia per la lotta al terrorismo, sono efficaci e sufficienti. Il Consiglio federale non intende pertanto adottare ulteriori misure contro l’Hezbollah.

Il postulato 20.3650 Binder-Keller incarica il Consiglio federale di presentare un rapporto dettagliato sulle attività dell’Hezbollah in Svizzera. Il postulato 20.3824 Pfister incarica il Consiglio federale di verificare se è possibile inserire l’Hezbollah nell’elenco delle organizzazioni terroriste e vietare tutte le attività di tale gruppo e a quali condizioni sarebbe disposto invece ad accogliere questa richiesta.

Il presente rapporto fornisce una panoramica della nascita dell’Hezbollah in Libano e delle sue attività interne ed esterne al Paese, Svizzera compresa. Oltre alle misure esistenti a livello internazionale e agli strumenti preventivi e repressivi in Svizzera, vengono inoltre presentate anche altre misure possibili ai sensi del diritto svizzero volte a combattere le attività illecite dell’Hezbollah.

Poche attività dell’Hezbollah in Svizzera

Il rapporto giunge alla conclusione che l’Hezbollah in Svizzera è poco attivo. Non sono finora state rilevate raccolte di fondi o altre attività di finanziamento a favore dell’Hezbollah all’interno della diaspora sciita-libanese. Nel contesto attuale della politica di sicurezza la minaccia terroristica legata all’Hezbollah in Svizzera è ritenuta esigua.

Un divieto dell’Hezbollah o delle sue attività potrebbe inoltre avere ripercussioni negative sulla percezione della Svizzera e sul lavoro dei servizi di sicurezza: potrebbe compormettere, in primo luogo, gli impieghi della diplomazia svizzera (buoni servizi e impegno umanitario) e la credibilità del nostro Paese in qualità di attore neutrale. In secondo luogo, un divieto potrebbe complicare il lavoro delle autorità di sicurezza, in quanto favorirebbe l’aumento delle attività clandestine. Inoltre solo pochi Paesi (cinque membri dell’UE e una ventina di Paesi nel mondo) hanno applicato questo tipo di sanzioni.

Gli strumenti giuridici esistenti sono efficaci

Il rapporto dimostra inoltre che gli strumenti giuridici attuali sono efficaci. Gli atti normativi in vigore, compresi gli inasprimenti del dispositivo contro il terrorismo entrati in vigore nel 2021 e nel 2022, in particolare l’estensione esplicita della norma penale contro le organizzazioni criminali alle organizzazioni terroristiche e le misure di polizia per la lotta al terrorismo, sono in linea di principio in grado di sostenere efficacemente la prevenzione e la repressione delle azioni terroristiche. Ciò vale anche per le azioni che potrebbero essere compiute da persone legate all’Hezbollah.

Per questi motivi il Consiglio federale non intende adottare ulteriori misure contro l’Hezbollah in quanto organizzazione. In Svizzera, tuttavia, continueranno a essere utilizzati costantemente e coerentemente tutti i mezzi legali esistenti per individuare, prevenire e punire qualsiasi attività illecita da parte di persone legate all’Hezbollah.


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