Il Consiglio federale adotta un rapporto sul reinserimento professionale delle madri

Berna, 26.10.2022 - In Svizzera, la maggior parte del lavoro familiare è svolto generalmente dalle donne. Per poterlo fare, molte di loro limitano o interrompono per un certo tempo la propria attività professionale. Nella seduta del 26 ottobre 2022, il Consiglio federale ha adottato un rapporto sulla consulenza offerta alle donne sul reinserimento professionale, nel quale sottolinea l’importanza della promozione della conciliabilità tra famiglia e lavoro da parte della Confederazione e dei Cantoni.

Mentre la fondazione di una famiglia non ha praticamente conseguenze sul grado d’occupazione dei padri, la maternità riduce significativamente la partecipazione al mercato del lavoro delle donne. Secondo l’Ufficio federale di statistica, dopo la nascita di un bambino il 73 per cento delle madri riduce a meno del 70 per cento il proprio grado d’occupazione o smette per un po’ di lavorare. Dopo il primo bambino il 19,8 per cento delle donne resta senza attività lucrativa, dopo il secondo il 30,6. L’interruzione dura in media 5 anni. Questo emerge, tra altro, dal rapporto del Consiglio federale in risposta al postulato Moret (19.3621).

L’interruzione dell’attività lucrativa ha conseguenze notevoli

Per le donne, uscire dal mondo del lavoro o ridurre sensibilmente il proprio grado d’occupazione comporta conseguenze di ampia portata e permanenti per la carriera, l’evoluzione del salario e la previdenza per la vecchiaia. Lunghi periodi senza attività lucrativa o con basso grado d’occupazione possono tradursi dopo il pensionamento, ma anche in caso di divorzio o di decesso del partner, in redditi esigui o addirittura nella dipendenza dall’aiuto sociale o nella povertà nella vecchiaia.

Penuria di manodopera qualificata: le donne devono rimanere nel mondo del lavoro

La questione di come le madri organizzano la loro attività lavorativa accanto alla famiglia, e in generale la questione di come i genitori conciliano famiglia e lavoro, è quindi di grande interesse per la società. Come rileva il Consiglio federale nel suo rapporto, la permanenza delle donne nel mondo del lavoro è importante anche in considerazione della penuria di manodopera qualificata.

Per questo sono necessarie condizioni quadro favorevoli e la collaborazione tra Stato ed economia a tutti i livelli istituzionali. In questo contesto, il Consiglio federale sottolinea per esempio l’iniziativa «viamia», un progetto finanziato dalla Confederazione e dai Cantoni, che offre valutazioni della situazione professionale e consulenze di carriera alle persone di oltre 40 anni. Infine, nel ambito del rapporto in adempimento del postulato Arslan 20.4327 sarà presentato un pacchetto di misure per il reinserimento delle donne nel mondo del lavoro.

Situazione dei servizi di consulenza

In virtù della legge federale sulla parità dei sessi, fino al 2018 la Confederazione aveva cofinanziato in nove Cantoni undici servizi che offrivano alle donne consulenza sull’attività professionale e sul reinserimento dopo un’interruzione dell’attività lucrativa per motivi familiari. Il postulato di Isabelle Moret chiedeva al Consiglio federale un quadro della situazione di questi servizi dopo la sospensione dei sussidi federali. Lo studio esterno appositamente commissionato constata che cinque dei servizi di consulenza sostenuti con aiuti finanziari fino al 2018 sono ancora attivi con offerte in parte modificate, mentre sei hanno chiuso. Rileva inoltre che le esigenze delle donne che ricominciano a lavorare possono essere coperte grazie alle offerte dei servizi cantonali di orientamento professionale, universitario e di carriera (OPUC). Un potenziale di ottimizzazione è individuato per esempio nell’informazione sull’offerta di servizi.

Lo studio formula infine raccomandazioni su come orientare maggiormente alle esigenze delle donne che rientrano nel mondo del lavoro l’offerta dei servizi OPUC in tutta la Svizzera. Le raccomandazioni sono in linea con la strategia nazionale per l’orientamento professionale, universitario e di carriera elaborata dalla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione che dovrà ora essere attuata.


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