Il diritto penale protegge in modo sufficiente dal bullismo

Berna, 19.10.2022 - Il diritto penale vigente protegge in modo sufficiente le vittime di bullismo. Ciò vale sia per gli atti di bullismo commessi in rete sia per quelli nel mondo reale. È quanto conclude il Consiglio federale in un rapporto adottato il 19 ottobre 2022. Il tema dell’applicazione del diritto nel caso di discorsi incitanti all’odio sarà affrontato in sede separata.

Con il postulato 21.3969 della sua Commissione per gli affari giuridici, il Consiglio nazionale ha incaricato il Consiglio federale di illustrare le possibilità di sanzionare il ciberbullismo e la violenza digitale. Il bullismo è un comportamento sistematicamente intimidatorio, opprimente o prevaricante che mira a offendere, tormentare, torturare o sminuire la vittima. Nel suo rapporto il Consiglio federale riserva la nozione di violenza digitale ai discorsi incitanti all'odio, alla pornovendetta e alla sextortion - la minaccia di pubblicare immagini intime, ad esempio per estorcere denaro.

Il bullismo è punibile

Nel rapporto il Consiglio federale giunge alla conclusione che le disposizioni penali vigenti sono sufficienti per punire adeguatamente il bullismo, sia per quanto riguarda gli atti commessi in rete sia per quelli commessi nel mondo reale.

Quanto agli altri tipi di violenza digitale, secondo il diritto vigente è esente da pena soltanto la diffusione di fotografie e video imbarazzanti o succinti senza il consenso della persona che vi compare, a condizione che le immagini non siano da considerarsi pornografiche o diffamatorie. Se tuttavia la vittima è importunata a più riprese con tali atti, secondo la giurisprudenza vigente l'autore può essere punito.

L'anonimità ostacola il perseguimento penale

I reati commessi in rete restano quindi di regola impuniti non perché non contemplati dal diritto penale, ma perché è spesso difficile o addirittura impossibile applicare il diritto. Gli autori agiscono in modo anonimo nello spazio virtuale, il che ostacola il perseguimento penale. Un articolo penale specifico sul ciberbullismo non risolverebbe questo problema.

Nel rapporto il Consiglio federale giunge pertanto alla conclusione che non è necessario introdurre un articolo specifico sul bullismo. Afferma inoltre che anche in futuro il diritto penale dovrebbe essere formulato in modo neutrale sotto il profilo tecnologico. Anche per questa ragione raccomanda di rinunciare a una fattispecie penale specifica.

Nuove regole relative alla protezione dei dati

La nuova legislazione sulla protezione dei dati, che entrerà in vigore il 1° settembre 2023, costituisce un elemento importante per migliorare l'applicazione del diritto in Internet. I titolari privati del trattamento di dati con sede all'estero devono indicare un loro rappresentante in Svizzera se intendono trattare dati di persone in Svizzera. Le persone che ritengono che i contenuti di una piattaforma ledano la loro personalità possono rivolgersi a questo rappresentante.

Il Consiglio federale analizzerà in modo approfondito il tema dell'applicazione del diritto nel caso di discorsi in rete incitanti all'odio nel rapporto in risposta al postulato 21.3450. Ha inoltre incaricato il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) di presentare entro la fine del 2022 un documento di discussione sull'opportunità di regolamentare le piattaforme di comunicazione e sulle eventuali modalità.


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