terra cognita 39: la sicurezza sociale nella società migratoria svizzera

Berna, 14.09.2022 - Perché sono soprattutto gli immigrati a trovarsi senza casa e in situazioni di precarietà e di indigenza? A questa domanda è dedicato l’ultimo numero di terra cognita, la rivista pubblicata dalla Commissione federale della migrazione CFM.

In Svizzera esiste una fitta rete di assicurazioni sociali che offre un'ampia protezione contro la povertà, anche quando ci si ammala, si perde il lavoro o quando il reddito percepito non basta a sopravvivere. Da studi recenti emerge tuttavia che questa protezione non è uguale per tutti: soprattutto chi ha un passato migratorio è infatti particolarmente esposto al pericolo di povertà. Basti pensare ai working poor, che non riescono a guadagnare a sufficienza pur lavorando a tempo pieno in settori con livelli salariali bassi; alle persone ammesse provvisoriamente che devono sostenersi con degli aiuti sociali insufficienti; a chi è stato escluso dal sistema dell'asilo; ai lavoratori indipendenti senza passaporto svizzero che gestiscono micro-imprese senza disporre di alcuna sicurezza sociale; nonché ai sans papiers e ai senzatetto che sfuggono dalle maglie della rete.

Chi non possiede un passaporto svizzero corre inoltre un doppio pericolo perché, se non riesce più a sostentarsi da solo e ricorre quindi all'aiuto sociale, rischia di vedersi sottratto o limitato il proprio diritto di soggiorno. Di fatto, chi si ritrova in condizioni di povertà può essere punito dalla legge. Molti temono così tanto di perdere il diritto di soggiornare in Svizzera che, invece di rivolgersi alle autorità sociali, preferiscono indebitarsi e fare la fila davanti alle organizzazioni umanitarie o alle chiese per avere qualcosa da mangiare, e risparmiano su prerequisiti essenziali e sulla propria salute.

L'interconnessione sempre più stretta tra la politica in materia di migrazione e la politica di sicurezza sociale è un argomento all'ordine del giorno della sfera politica, dell'opinione pubblica e degli studiosi. L'ultimo numero di terra cognita getta uno sguardo sulle molteplici questioni di natura pratica, giuridica e politica che emergono dagli ultimi sviluppi e dibattiti sulla (in)sicurezza sociale nella società migratoria svizzera: ultimi sviluppi e dibattiti sulla (in)sicurezza sociale nella società migratoria svizzera. Perché sono soprattutto gli immigrati a trovarsi in situazioni di povertà? Quali conseguenze ha la povertà sui bambini e sulle loro prospettive future? Una politica migratoria restrittiva aiuta a sciogliere i nodi irrisolti del sistema delle assicurazioni sociali o ha invece per effetto l'aumento dei costi in un altro settore? In che modo i singoli individui, ma anche la società intera, possono uscire dall'insicurezza sociale? E come si può combattere la precarizzazione coinvolgendo anche i diretti interessati?

I vari articoli pubblicati in questo numero sollevano inoltre domande fondamentali sulla convivenza nella società migratoria svizzera: è giusto che chi non possiede il passaporto rossocrociato sia trattato diversamente da chi ce l'ha e non riceva quindi la stessa protezione contro la povertà? Solo chi percepisce un buon reddito ed è più qualificato sul piano professionale può garantirsi un diritto di soggiorno sicuro? Ed è giusto punire qualcuno perché è povero?


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