COVID-19: ottimizzazione di un vaccino sperimentale a vettore virale
Mittelhäusern e Berna, 02.08.2022 - Numerosi progetti di ricerca per lo sviluppo di vaccini contro SARS-CoV-2 sono stati avviati in risposta alla pandemia. In una recente pubblicazione su “npj vaccines”, rivista del gruppo “Nature Portfolio”, i team di ricerca dell’Istituto di Virologia e Immunologia (IVI) e dell’Università di Berna descrivono i risultati di un vaccino sperimentale contro la COVID-19 che usa il virus della stomatite vescicolare (VSV) come vettore virale. Il lavoro svolto dimostra che nei topi l’immunizzazione intramuscolare con vaccini COVID-19 basati sul vettore VSV induce forti risposte anticorpali contro la proteina spike del SARS-CoV-2 solo se il vettore è integrato con la glicoproteina G del VSV.
Un vaccino sperimentale a vettore virale contro la COVID-19 basato sul virus della stomatite vescicolare (VSV) codificante l’antigene spike del SARS-CoV-2 era già stato sviluppato negli Stati Uniti e in Israele. Sebbene gli esperimenti preclinici iniziali avessero mostrato risultati promettenti nei criceti siriani, non erano state rilevate risposte immunitarie adeguate all’immunizzazione sulle persone volontarie e quindi l’ulteriore sviluppo del progetto era stato abbandonato. I gruppi di ricerca guidati da Gert Zimmer e Charaf Benarafa dell'IVI e dell'Università di Berna hanno studiato più a fondo questa piattaforma vaccinale vettoriale e sono riusciti a vincere la sfida di sviluppare un potenziale vaccino contro la COVID-19 basato sul vettore VSV e in grado di ottenere prestazioni superiori. È stato scoperto che se il vettore virale viene integrato con la glicoproteina G del VSV l’immunizzazione intramuscolare produce elevati titoli di anticorpi neutralizzanti specifici per l’antigene spike anche dopo una singola immunizzazione. Utilizzando questo vaccino ottimizzato, i topi immunizzati sono risultati completamente protetti dall’infezione nasale con una dose letale di SARS-CoV-2 e parzialmente protetti dalla variante Delta di SARS-CoV-2.
E ora cosa succede?
Dopo questo successo, ottenuto sui modelli animali in fase preclinica, la formulazione migliorata di questo potenziale vaccino contro la COVID-19 sviluppato dall’IVI potrà entrare nella fase degli studi clinici per valutarne la sicurezza e l’efficacia su volontari. Gert Zimmer, capogruppo del Dipartimento di Virologia, ha affermato: «In questo lavoro, il vaccino a vettore virale basato sul VSV somministrato per via intramuscolare ha dimostrato di riuscire a proteggere i topi dalla malattia grave, ma non ha bloccato completamente la replicazione del virus nel tratto respiratorio. Ciò non sorprende, visto che la vaccinazione per via intramuscolare non induce una sufficiente immunità mucosale. Solo l’induzione di risposte immunitarie a livello locale contribuirà a bloccare il SARS-CoV-2 nei siti di replicazione primaria del virus, impedendone la trasmissione». Pertanto, il lavoro futuro si concentrerà anche su regimi di immunizzazione in grado di innescare un’immunità mucosale forte e duratura nei confronti del SARS-CoV-2.
Questa scoperta potrebbe essere applicabile ad altre malattie oltre alla COVID-19.
Il virus della stomatite vescicolare (VSV) rappresenta una potente tecnologia vaccinale a vettore virale che può essere sfruttata in altre malattie causate da virus quali il coronavirus MERS, l’HIV-1, il virus dell’epatite C o dell’influenza A. Un vaccino VSV è già stato approvato contro la febbre emorragica di Ebola.
La tecnologia descritta nel presente lavoro contribuirà certamente a migliorare la produzione, la somministrazione e la sicurezza dei vettori virali a base di VSV per tutte queste patologie. Inoltre, per quanto riguarda il virus SARS-CoV- 2, questa tecnologia potrà essere usata per integrare gli approcci vaccinali esistenti al fine di migliorarne l’efficacia.
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