In tempi difficili, vincere la paura e trasformarla in risorsa

Sessa/TI, 01.08.2022 - Allocuzione del consigliere federale Guy Parmelin, capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca DEFR, in occasione della Festa nazionale 2022

Fa fede la versione orale

Care confederate, cari confederati, cari amici ticinesi o di passaggio,

il primo d’agosto, quando le autorità comunali accolgono un consigliere federale, amano spesso definire un onore la visita di un membro del governo. In realtà, l’onore è in primo luogo del consigliere in questione, che ha il privilegio di incontrare la popolazione, mostrando così che in Svizzera la vicinanza è un ingrediente fondamentale della prassi governativa.

È inoltre un vero piacere potermi rivolgere a voi qui a Sessa, in questo «Medio Malcantone» dalla storia doppiamente fulgida:
mi riferisco ovviamente ai giacimenti auriferi, ormai dismessi, e all’attuale presidente della Confederazione, a cui questa città ha dato i natali. Devo dire che amo il Ticino e che la mia stima è contraccambiata. Perciò grazie mille dell’invito al Comune di Tresa e al sindaco.

Visto che mi trovo in un Cantone viticolo, mi si permetta un parallelo da viticoltore: dal punto di vista politico, il 2022 non è esattamente quella che chiameremmo un’ottima annata. L’aumento, seppur moderato, del costo della vita, il prezzo elevato dei carburanti, le incertezze che incombono sull’approvvigionamento energetico e alimentare, l’evolvere della situazione nell’Europa dell’Est, le nuove alleanze geostrategiche; tutto ciò non fa che rafforzare il nostro senso di insicurezza.

Vi si aggiungono poi le preoccupazioni legate al cambiamento climatico, che ci accompagnano da anni, le prospettive ancora poco chiare sul futuro delle nostre relazioni economiche e scientifiche con l’Unione Europea, il declinismo che certi opinionisti amano evocare in una situazione che non è certo delle più rosee ma la cui portata non dovrebbe, d’altro canto, neanche essere ingigantita.

Se il quadro delineato può effettivamente risultare preoccupante, esso non deve tuttavia condurci all’inerzia o all’ansia. Subire è dannoso per la propria autostima e la paura è una cattiva consigliera per il morale. La paura è una presenza costante nella vita di ognuno di noi e le sue qualità sono intrinsecamente legate ai suoi difetti: ci accompagna fedelmente per tutta la vita ed è per questo che non deve paralizzarci ma, piuttosto, contribuire a fortificarci.

La vita pone continuamente ognuno di noi davanti a sfide che, in fondo, sono analoghe a quelle che il nostro Paese affronta giorno dopo giorno. Senza farsi prendere dal panico, ma nemmeno rimanendo passivi. Come ognuno di noi, anche il Consiglio federale, a modo suo, si adopera per risolvere le difficoltà.

La guerra in Ucraina porta con sé una serie di effetti collaterali tangibili che pesano sul costo della vita. E non sto parlando del superfluo ma di risorse essenziali: l’approvvigionamento alimentare ed elettrico, il gas, il petrolio ci spingono fatalmente verso soluzioni d’emergenza, a cominciare dalla lotta agli sprechi. Forse i tempi della spensieratezza sono finiti o semplicemente sospesi. Vi ravviso, da parte mia, un’opportunità più che una fonte di preoccupazione.

Come dice il proverbio: «non tutti i mali vengono per nuocere», a sottolineare che le difficoltà possono rivelarsi occasioni propizie per pensare positivo, possono innescare cambiamenti che in tempi favorevoli non avremmo probabilmente intrapreso con lo stesso ritmo se le cose avessero seguito il loro corso naturale. Eppure, a ben guardare, ogni situazione presenta aspetti vantaggiosi.

Detto questo, non intendo sminuire, sia chiaro, il peso con cui tali circostanze gravano sui più fragili: giovani, anziani, malati e indigenti. La festa nazionale è un’occasione per rievocare tutti insieme il preambolo della nostra Costituzione federale: «la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri.»

Raramente nella nostra storia l’appello alla responsabilità è stato così sentito come oggi. Responsabilità pubblica, perché ci troviamo di fronte a sfide che senz’ombra di dubbio chiamano a raccolta la determinazione e la lungimiranza delle autorità. Responsabilità individuale, perché l’azione dello Stato dispiega la sua massima efficacia se supportata da ognuno di noi. Si prospettano tempi meno sereni, se non addirittura più turbolenti. Dobbiamo pertanto essere pronti a reagire con ottimismo e fermezza.

A tutti voi auguro di trascorrere una bella Festa nazionale.


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