Produzione di carne bovina basata sulla superficie inerbita: come renderla redditizia

Ettenhausen, 30.06.2022 - La detenzione di vacche madri basata sulla superficie inerbita sta acquisendo sempre più importanza in Svizzera. Siccome finora non era chiaro quali fossero i sistemi più redditizi, Agroscope ha analizzato 42 aziende di questo genere situate nelle regioni di pianura e di montagna e propone due strategie per ottimiz-zare la redditività: aumentare la produttività delle vacche madri o focalizzarsi su costi bassi e biodiversità.

Se negli ultimi anni il consumo di carne bovina in Svizzera è rimasto sostanzialmente stabile, la produzione di carne basata sulla detenzione di vacche madri è cresciuta costantemente. In 20 anni il numero di vacche madri è infatti quasi triplicato. La produzione convenzionale di carne bovina in sistemi di stabulazione rappresenta però tuttora la quota maggiore.

Analizzare e ottimizzare la redditività

Nella detenzione di vacche madri è difficile raggiungere una redditività comparabile a quella che si ottiene con il bestiame lattiero perché si produce soltanto carne e non anche latte di consumo. Lo studio puntava quindi ad analizzare dettagliatamente la situazione economica nel comparto della detenzione di vacche madri e a valutare possibili ottimizzazioni in diversi luoghi di produzione. A tal fine, Agroscope ha confrontato cinque sistemi di produzione standardizzati e adeguati alle condizioni locali (v. sotto).

Accrescere l’efficienza o ridurre i costi

Lo studio mostra che vi sono due possibilità per ottimizzare la redditività della detenzione di vacche madri, il cui potenziale varia a seconda del luogo. Una prevede di aumentare la produttività della vacca madre, ad esempio facendole allattare oltre al proprio vitello anche vitelli acquistati, in modo da poter vendere un numero maggiore di vitelli per vacca. L’altra presuppone che gli agricoltori cerchino di ridurre i costi e di fornire prestazioni d’interesse generale per la biodiversità, indennizzate peraltro tramite pagamenti diretti. In entrambe le strategie è importante mantenere il vantaggio competitivo di una produzione di carne basata sulla superficie inerbita e adeguata alle condizioni locali, il che significa anche ridurre al minimo l’importazione di foraggio concentrato.

Potenziale presso le aziende che dispongono puramente di superficie inerbita

Ai prezzi attuali si riconosce un grande potenziale per le aziende che dispongono puramente di superficie inerbita ubicate in zone con condizioni favorevoli per la produzione di foraggio nella regione di pianura e in quella collinare. In queste regioni la conversione a una produzione intensiva di Natura-Veal con detenzione di vacche nutrici (almeno due vitelli all’anno per ciascuna vacca) genererebbe un reddito significativamente maggiore rispetto alla produzione convenzionale di Natura-Beef. In generale, gli agricoltori possono aumentare l’efficienza della loro detenzione di vacche madri allevando animali più fertili e più robusti.

Le aziende di montagna sono più redditizie

I risultati rivelano inoltre differenze significative tra le aziende di pianura e quelle di montagna. Nella regione di montagna il reddito derivante dalla detenzione di vacche madri è nettamente maggiore a quello delle aziende di pianura, sia in termini assoluti che per ettaro. In alcuni casi gli elevati costi strutturali (p. es. per gli edifici e i macchinari) generano addirittura redditi negativi nel ramo della detenzione di vacche madri, soprattutto nelle piccole aziende della regione di pianura. In quelle di montagna, invece, la carne bovina prodotta basandosi sulla superficie inerbita è spesso la principale fonte di reddito, laddove la priorità è data alla cura del paesaggio e la carne è da intendersi come il suo sottoprodotto. La produzione potrebbe però essere ottimizzata ricorrendo a una genetica adeguata alle condizioni locali, con vacche più leggere o tori con una migliore copertura di grasso. Nelle aziende di pianura miste la detenzione di vacche madri risulta sufficientemente redditizia soltanto se i costi, soprattutto quelli del lavoro, dei macchinari e del foraggio concentrato, vengono mantenuti bassi.

 

Informazioni sullo studio

Sono stati analizzati: un sistema Natura-Veal intensivo con detenzione di vacche nutrici (almeno due vitelli venduti all’anno per vacca) nella regione collinare, un sistema Natura-Veal estensivo e un sistema Natura-Beef nella regione di montagna nonché un sistema Natura-Beef e uno Beef con finissaggio nella regione di pianura. Quest’ultimo prevede un’età di macellazione dei vitelli più elevata, tra i 15 e i 20 mesi. Nel sistema Natura-Veal l’ingrasso dura circa 5 mesi e in quello Natura-Beef circa 10. Fatta eccezione per la detenzione di vacche nutrici, in tutti i sistemi viene venduto poco meno di un vitello all’anno per vacca.

Lo studio è stato accompagnato dai servizi di consulenza dei Cantoni di Argovia, Turgovia, Lucerna e dei Grigioni nonché dall’associazione Vacca Madre Svizzera. Il progetto è stato cofinanziato da Vacca Madre Svizzera e dal Fondo Coop per lo sviluppo sostenibile. Agroscope ha analizzato dettagliatamente 42 aziende affiliate all’associazione, con un ramo aziendale dedito alla detenzione di vacche madri e almeno 18 unità di bestiame grosso. Escludendo le aziende a titolo accessorio e quelle amatoriali, le dimensioni delle mandrie del campione sono molto simili a quelle delle aziende affiliate all’associazione.


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Christian Gazzarin
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