L’Europa e i buoni uffici al centro della politica estera della Svizzera nel 2021

Berna, 02.02.2022 - Nella sua seduta del 2 febbraio 2022 il Consiglio federale ha adottato il rapporto sulla politica estera 2021. Nell’anno appena concluso la politica estera della Svizzera è stata segnata dalla fine dei negoziati sull’accordo istituzionale con l’Unione europea e dalla crescente importanza dei suoi buoni uffici, oltre che dalla pandemia di COVID-19 e dalle sue conseguenze.

Nel 2021 la politica europea della Svizzera è stata marcata dalla decisione di porre fine ai negoziati sul progetto di accordo istituzionale con l’Unione europea. Il Consiglio federale ha sottolineato tuttavia la sua volontà di perseguire la via bilaterale e ha attuato una serie di misure per stabilizzare le relazioni con l’UE. Le misure di attenuazione adottate in alcuni dossier hanno però incontrato forti ostruzioni che l’Esecutivo ha affrontato con non poche difficoltà.

Se da un lato sono aumentate le tensioni geopolitiche tra le grandi potenze, queste hanno dimostrato di voler gestire le controversie attraverso il dialogo. I buoni uffici della Svizzera e il suo ruolo di Stato ospite neutrale hanno assunto crescente importanza: ne sono una chiara prova la scelta di Ginevra come sede del vertice tra il presidente americano Joe Biden e il presidente russo Vladimir Putin, in giugno, e i colloqui tra rappresentanti americani e cinesi a Zurigo, in ottobre. Di fronte alle crescenti tensioni sulle questioni di sicurezza in Europa, la Svizzera porta avanti il suo impegno per promuovere un dialogo inclusivo sulla sicurezza europea e per trovare soluzioni ai conflitti. 

COVID-19: una questione dominante anche nel 2021
La pandemia è stata una delle principali preoccupazioni della politica estera svizzera anche nel 2021. Per sostenere i Paesi terzi nella lotta alla pandemia e per rispondere ai mutati bisogni, la Svizzera ha continuamente riorientato i suoi programmi di sviluppo e ha contribuito ad alimentare il meccanismo per accelerare l’accesso agli strumenti di lotta alla COVID-19. Nel quadro delle sue attività di aiuto umanitario, ha inviato respiratori, test e dispositivi di protezione a diversi Paesi.

Su un altro piano, la crisi sanitaria ha anche rallentato il lavoro diplomatico: per esempio, la Conferenza delle Parti incaricata di esaminare il Trattato di non proliferazione nucleare non ha potuto aver luogo nell’anno in esame.

Nel 2021 il Centro di gestione delle crisi del DFAE ha lavorato alacremente, non solo a causa della pandemia. La situazione in Afghanistan ha reso necessaria l’evacuazione di 385 persone legate alla Svizzera e la chiusura temporanea dell’Ufficio di cooperazione della DSC a Kabul.

Innovazione e diplomazia scientifica
La diplomazia scientifica è stata una delle priorità della Svizzera, in linea con la Strategia di politica estera digitale 2021–2024. A ottobre si è tenuto il primo vertice GESDA (Geneva Science and Diplomacy Anticipator). Questa fondazione è stata creata nel 2019 su iniziativa del Consiglio federale e del Consiglio di Stato del Cantone di Ginevra per favorire un più efficace adeguamento alla notevole accelerazione dei progressi scientifici e tecnologici. Per rafforzare l’azione della Svizzera nel quadro della diplomazia scientifica, nel 2021 è stato nominato un rappresentante speciale per la diplomazia scientifica.

Una politica estera coerente
Nel complesso, l’attuazione della strategia di politica estera è proseguita bene. L’adozione di nuove strategie di follow-up geografico (Cina e Africa subsahariana) ha rafforzato ulteriormente la coerenza della politica estera svizzera. Nell’ambito dello schema a cascata delle strategie, il DFAE ha adottato le Linee guida sui diritti umani 2021–2024.


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