Il Consiglio federale prende atto del primo rapporto d’attività del Gruppo di coordinamento contro la criminalità ambientale

Berna, 03.12.2021 - Il Gruppo di coordinamento contro la criminalità ambientale ha il mandato di rafforzare la lotta contro i reati ambientali a livello nazionale e internazionale. Nella sua seduta del 3 dicembre 2021, il Consiglio federale ha preso atto del rapporto sui primi tre anni di attività del gruppo. Dal rapporto si evince che il rafforzamento della rete e la collaborazione strategica nell’ambito della criminalità ambientale stanno già sortendo i loro effetti. Fanno parte del Gruppo di coordinamento contro la criminalità ambientale rappresentanti di vari uffici federali e conferenze cantonali.

La criminalità ambientale, come lo smaltimento illegale di rifiuti o il commercio di specie protette, è diventata un business miliardario in tutto il mondo. Per contrastare questo sviluppo sono in corso diverse iniziative a livello nazionale e internazionale. In Svizzera, il Consiglio federale ha istituito nel 2018 il Gruppo di coordinamento contro la criminalità ambientale, di cui fanno parte rappresentanti delle autorità federali, della polizia e dei ministeri pubblici. Il gruppo ha ora presentato al Consiglio federale il suo primo rapporto sulle attività svolte negli ultimi tre anni.

La rete sortisce già i primi effetti

Dal rapporto si evince che la rete messa in campo contro la criminalità ambientale e la cooperazione strategica funzionano bene. Questo ha facilitato la gestione di casi specifici. Inoltre, in collaborazione con l’Istituto svizzero di polizia, il gruppo ha ad esempio elaborato materiali didattici specifici per la formazione degli agenti di polizia. L’obiettivo è quello di sensibilizzarli ai reati ambientali e di fornire loro conoscenze sulla legislazione in materia protezione dell’ambiente e sulle procedure di polizia in caso di reati ambientali.

Inoltre il gruppo si impegna, affinché le sanzioni previste in caso di violazioni gravi del diritto ambientale vengano inasprite. A questo proposito, durante la sessione primaverile 2021 il Parlamento ha adottato la revisione della legge federale sulla circolazione delle specie di fauna e di flora protette. Ora le attività della criminalità organizzata nell’ambito del commercio internazionale delle specie di fauna e di flora minacciate sono classificate come reati se sono commesse da organizzazioni criminali o dietro compenso. È prevista anche una revisione della legge sulla protezione dell’ambiente che prevede che, in casi gravi, i reati ambientali devono essere perseguiti come i crimini. Rientrano in questa categoria le violazioni con (potenziali) effetti gravi sulle persone o sull’ambiente come pure quelli commessi da organizzazioni criminali, dietro compenso o in modo abituale. Possono quindi essere considerati anche come reato presupposto al riciclaggio di denaro.

Tra quattro anni, il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) e il Dipartimento federale dell’interno (DFI) presenteranno al Consiglio federale un nuovo rapporto sulle attività del gruppo.

Il gruppo è composto da rappresentanti dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), dell’Ufficio federale di polizia (fedpol), dell’Ufficio federale di giustizia (UFG), dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD), del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e dell’Ufficio federale del consumo (UFDC). Ne fanno parte anche rappresentanti della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS), della Conferenza dei procuratori della Svizzera (CPS) e della Conferenza dei capi dei servizi per la protezione dell'ambiente della Svizzera (CCA).


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