Le persone a partire dai 65 anni sono molto soddisfatte della qualità dell’assistenza sanitaria

Berna, 30.11.2021 - La maggior parte della popolazione svizzera a partire dai 65 anni è soddisfatta, inq misura superiore alla media, della qualità dell’assistenza sanitaria. È quanto emerge da un sondaggio condotto in undici Paesi sotto il patrocinio della fondazione Commonwealth Fund nella primavera del 2021, ossia durante la pandemia di COVID-19. Secondo il sondaggio, il 97 per cento degli anziani in Svizzera ha un medico di famiglia che, nella maggior parte dei casi, contribuisce al coordinamento dell’assistenza sanitaria.

La fondazione Commonwealth Fund conduce ogni tre anni in numerosi Paesi un sondaggio tra la popolazione anziana residente. I risultati mostrano che gli ultrasessantacinquenni in Svizzera sono molto soddisfatti della qualità dell’assistenza medica. Come già nelle precedenti indagini, la Svizzera si piazza bene nel confronto internazionale.

La maggior parte degli intervistati (81 %) giudica il proprio stato di salute eccellente, ottimo o buono. Tuttavia, circa un quarto riferisce di essere limitato in misura da forte a lieve nelle attività quotidiane essenziali (p. es. alzarsi dal letto).

In Svizzera, otto anziani su dieci indicano di soffrire di almeno una malattia cronica, citando più frequentemente l’ipertensione, l’artrite o i dolori articolari. La gestione delle malattie è migliorata negli ultimi quattro anni. Infatti, nel 2021 un numero nettamente superiore di soggetti colpiti (64 %) dispone di un piano terapeutico attuabile nel quotidiano (2017, 46 %). Inoltre, gran parte di essi è fiduciosa o molto fiduciosa di poter tenere sotto controllo il proprio problema di salute.

Gli studi dei medici di famiglia coordinano

In Svizzera il 97 per cento della popolazione anziana residente ha un medico di famiglia. In nove casi su dieci, i partecipanti al sondaggio che contattano uno studio di un medico di famiglia per un problema di salute ricevono risposta lo stesso giorno. Per contro, la metà degli intervistati trova difficile ricevere assistenza medica la sera, il fine settimana o nei giorni festivi, senza doversi recare al pronto soccorso. 

Nel confronto internazionale, nel nostro Paese le persone a partire dai 65 anni consultano più spesso una pluralità di medici diversi, ma ricevono anche più spesso assistenza dal medico di famiglia. In tre quarti (77 %) dei casi, i medici di famiglia contribuiscono sempre o spesso a concordare e coordinare i trattamenti presso altri fornitori di prestazioni.

Pochi consultazioni per telefono o video

A poco meno di un quinto degli intervistati è stato annullato o posticipato un appuntamento dal medico di famiglia o da un altro professionista della salute a causa della pandemia di COVID-19. In questo campo la Svizzera occupa una posizione intermedia nella classifica internazionale. È anche uno dei Paesi in cui le consultazioni mediche avvengono molto meno frequentemente per telefono o videochiamata.

Trattamenti nel fine vita

In Svizzera, la documentazione scritta, il tipo di trattamento desiderato nel fine vita e la designazione di una persona autorizzata a prendere decisioni sono aumentate notevolmente negli ultimi anni. Il 65 per cento della popolazione anziana residente ha parlato con familiari, amici o un medico dei trattamenti che desidera o rifiuta nel caso in cui per malattia o infortunio non possa più decidere autonomamente. Il 44 per cento lo ha messo anche per scritto in un documento.

La Svizzera partecipa dal 2010 al sondaggio internazionale sull’assistenza sanitaria del Commonwealth Fund. Il Commonwealth Fund è una fondazione privata senza scopo di lucro, che intende promuovere sistemi sanitari ben rodati ed efficienti mediante un migliore accesso alle assicurazioni contro le malattie e incrementare la qualità delle prestazioni.

Come i sondaggi del 2014 e del 2017, anche quello del 2021 riguarda la popolazione residente a partire dai 65 anni e le sue esperienze con il sistema sanitario. Oltre alla Svizzera, vi hanno partecipato anche l’Australia, la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, il Canada, la Nuova Zelanda, i Paesi Bassi, la Norvegia, la Svezia e gli Stati Uniti. Su mandato dell’UFSP, in Svizzera sono state intervistate 2597 persone con oltre 65 anni nelle tre più grandi regioni linguistiche del Paese.


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