La discriminazione razziale in Svizzera è sempre più visibile

Berna, 07.09.2021 - La discriminazione razziale si manifesta in tutti gli ambiti della vita ed è sempre più percepita come problema sociale serio. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto di monitoraggio del Servizio per la lotta al razzismo relativo al biennio 2019/2020. Durante il periodo in esame è ulteriormente aumentata la discriminazione segnalata, particolarmente in Internet.

Negli ultimi anni, il numero delle esperienze di discriminazione riportate è cresciuto, soprattutto tra i giovani: Il 40 per cento delle persone tra i 15 e i 24 anni (+2 %) e il 39 per cento di quelle tra i 25 e i 39 anni (+4 %) sono stati vittima di discriminazione negli ultimi cinque anni. Il fenomeno si manifesta in tutti gli ambiti della vita, ma è particolarmente diffuso nel mondo del lavoro. Questo aumento è la prova di una maggiore consapevolezza del problema: il lavoro di sensibilizzazione e di pubbliche relazioni degli attori statali e della società civile ha contribuito non soltanto a migliorare le possibilità di segnalare casi di discriminazione razziale, ma anche la disponibilità a farlo.

Discorsi d’odio razzisti e teorie del complotto in aumento nello spazio virtuale

Il razzismo e i discorsi d’odio si diffondono oggi soprattutto attraverso Internet e i social media. La pandemia di COVID-19 ha contribuito ad accelerare in particolare la diffusione delle teorie del complotto antisemite. Le misure per contrastare in modo sistematico questo fenomeno si trovano però ancora agli inizi. Gli attori statali e della società civile, gli internauti e i gestori di piattaforme sono chiamati a trovare insieme soluzioni per creare un ambiente (virtuale) sicuro e libero da discriminazione e razzismo. Per questo motivo, il Servizio per la lotta al razzismo ha deciso di accordare prioritariamente i suoi aiuti finanziari nei prossimi anni a progetti che tematizzano il razzismo in rete.

Il razzismo percepito come problema sociale serio

La maggioranza della popolazione (58 %) considera il razzismo un problema sociale serio e quasi un terzo è del parere che si debba fare di più per combatterlo. Avvenimenti di attualità contribuiscono a far riflettere su razzismo e discriminazione, come scrive il consigliere federale Alain Berset nella sua prefazione: «Anche nel nostro Paese la pandemia di coronavirus e il movimento ‘Black Lives Matter’ hanno evidenziato disparità e spaccature sociali. Hanno per così dire acceso i riflettori su argomenti quali le pari opportunità e la partecipazione sociale, economica e culturale e, di conseguenza, anche sulle cause strutturali del razzismo e della discriminazione».

Monitoraggio della convivenza sociale

Pubblicato ogni due anni dal Servizio per la lotta al razzismo e fondato sui dati più recenti, il rapporto offre un quadro aggiornato dell’impatto della discriminazione strutturale sulla convivenza e la coesione sociale, fornendo così un contributo importante alla lotta contro il razzismo. Oltre a costituire un’opera di consultazione per gli specialisti e le persone interessate, serve da strumento di monitoraggio e da base per discussioni oggettive e per l’elaborazione di approcci risolutivi sul lungo termine.

Per l’analisi, che abbraccia il biennio 2019–2020, sono stati presi in considerazione i risultati dell’ultima indagine sulla convivenza in Svizzera condotta dall’Ufficio federale di statistica, i dati statistici su ambiti centrali della vita e su gruppi specifici della popolazione (tra cui gli indicatori dell’integrazione) e indicazioni sulle sentenze giudiziarie e sui casi trattati nell’attività di consulenza.


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Marianne Helfer
Responsabile del Servizio per la lotta al razzismo
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