Colloqui von Wattenwyl del 3 settembre 2021

Berna, 03.09.2021 - In occasione dei colloqui von Wattenwyl di venerdì 3 settembre 2021 i vertici dei partiti presenti in seno all’Esecutivo federale – come è consuetudine una volta all’anno – si sono incontrati con il Consiglio federale in corpore. I temi dello scambio sono stati in particolare la situazione della politica sanitaria e le relazioni con l’Unione Europea (UE).

Il Consiglio federale ha fornito informazioni sullo sviluppo della pandemia. Dalla fine di giugno 2021 l’infezione ha guadagnato slancio e ha rallentato un po’ soltanto negli ultimi giorni. L’alto numero di infezioni, combinato con un basso tasso di vaccinazione, ha avuto un forte impatto sugli ospedali: sia i ricoveri che i trasferimenti ai reparti di terapia intensiva sono aumentati in modo significativo. Alcuni ospedali stanno già posticipando gli interventi non urgenti. È difficile prevedere come evolverà la situazione. Un ulteriore aumento dei ricoveri minaccerebbe di sovraccaricare gli ospedali. Il Consiglio federale e i vertici dei partiti governativi hanno discusso su come incrementare il tasso di vaccinazione e impedire il sovraccarico del sistema sanitario.

Il Consiglio federale ha anche informato i vertici dei partiti presenti al suo interno sulla sua agenda politica europea. Parte di quest’ultima è il rapido sblocco del secondo contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell’UE. L’11 agosto 2021, il Consiglio federale ha licenziato il messaggio sulla modifica dei relativi decreti federali all’attenzione del Parlamento. Un altro elemento centrale dell’impegno del nostro Paese nell’ambito della politica europea è l’istituzione di un dialogo politico strutturato e ad alto livello. Nel quadro di detto dialogo deve essere sviluppata ed accompagnata un’agenda comune per la cooperazione futura nell’interesse di entrambe le parti.

Durante i colloqui è inoltre stato affrontato il tema del progetto dell’OCSE sulla riforma dell’imposizione delle imprese. La Svizzera ha aderito ai principi, nonostante le forti riserve, al fine di consentire il prosieguo del progetto, subordinando la propria approvazione a specifiche condizioni. Tra queste, ha espresso la volontà esplicita che la formulazione definitiva delle norme tenga debitamente conto degli interessi dei Paesi piccoli e innovativi e che l’attuazione delle norme rispetti i processi legislativi nazionali. L’applicazione delle nuove norme dovrebbe inoltre avvenire in modo uniforme in tutti i Paesi membri e per l’imposizione minima sarà necessario trovare il giusto equilibrio tra aliquota d’imposta e base di calcolo. La Svizzera è intervenuta in questo senso anche alla riunione dei ministri delle finanze del G20 a luglio.

Infine, il Consiglio federale ha fornito informazioni anche sui colloqui avuti con i rappresentanti delle associazioni e dei partiti dopo la reiezione della legge sul CO2. Questi colloqui servono a trovare un terreno d’intesa per il varo di una nuova legge. L’attuale legge sul CO2 impone al Consiglio federale di presentare in tempo utile al Parlamento gli obiettivi per l’ulteriore riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e quindi di sviluppare misure concrete. Oltre alla politica climatica, anche la politica energetica è stata un argomento di scambio.


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