Il Consiglio federale adotta il messaggio concernente il controprogetto diretto all’Iniziativa per i ghiacciai

Berna, 11.08.2021 - L’11 agosto 2021 il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente il controprogetto diretto all’Iniziativa per i ghiacciai, che persegue lo stesso obiettivo dell’iniziativa: un saldo netto delle emissioni di gas serra pari a zero entro il 2050. Il controprogetto rinuncia tuttavia a un divieto di principio dei vettori energetici fossili. Inoltre, il Consiglio federale auspica che la politica climatica svizzera tenga conto, oltre che della sostenibilità sociale, anche della situazione particolare delle regioni discoste e di montagna come pure delle esigenze di esercito, polizia e servizi di intervento e che ciò sia iscritto nella Costituzione.

L’iniziativa popolare «Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)» depositata il 27 novembre 2019 dall’Associazione svizzera per la protezione del clima chiede che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta più gas serra di quanto i serbatoi naturali e tecnici di CO2 ne possano assorbire. Contemporaneamente non dovrà in linea di principio più essere possibile immettere sul mercato combustibili e carburanti di origine fossile (p. es. olio, gas, benzina o diesel). Deroghe sono possibili per le applicazioni per le quali non esistono alternative tecniche.

Il Consiglio federale persegue lo stesso obiettivo dell’Iniziativa per i ghiacciai: entro il 2050, il saldo netto delle emissioni climalteranti della Svizzera deve essere pari a zero. Il Consiglio federale ha stabilito questo obiettivo nell’estate 2019 e lo ha rafforzato nel gennaio 2021 con l’adozione della Strategia climatica a lungo termine. Secondo il Consiglio federale, l’integrazione di detto obiettivo nella Costituzione crea una sicurezza di pianificazione e di investimento per l’economia e i privati. Quale Paese alpino particolarmente colpito, la Svizzera ha un interesse particolare nel limitare i cambiamenti climatici. Al contempo, la sua forza innovativa e finanziaria garantisce alla Svizzera una buona situazione di partenza per raggiungere entro il 2050 l’obiettivo del saldo netto pari a zero. Secondo il Consiglio federale, tuttavia, su alcuni punti l’iniziativa si spinge troppo oltre. Nella sua seduta odierna ha pertanto adottato il controprogetto diretto all’attenzione del Parlamento.

Il controprogetto tiene conto della sicurezza nazionale e delle regioni di montagna

Il Consiglio federale rinuncia a introdurre un divieto di principio dei vettori energetici fossili a partire dal 2050. Inoltre, oltre alla sostenibilità sociale, intende tenere conto nella Costituzione della situazione particolare delle regioni discoste e di montagna. Infatti, queste regioni ad esempio sono meno ben servite dai trasporti pubblici rispetto alle aree urbane.

In un nuovo articolo costituzionale, il controprogetto stabilisce che la sicurezza nazionale non può essere compromessa: per gli interventi di protezione e di salvataggio, esercito, polizia e servizi di intervento devono poter fare ricorso, in caso di necessità, ai carburanti fossili. Deroghe devono inoltre essere possibili se le tecnologie alternative non sono sostenibili dal punto di vista economico e sociale o se sono disponibili solo in misura insufficiente.

Il Consiglio federale intende inoltre lasciare aperta la possibilità di compensare in Svizzera o all’estero con serbatoi di CO2 le emissioni di gas serra ancora presenti nel 2050. Questo poiché il potenziale di stoccaggio permanente del CO2 in Svizzera è limitato da condizioni quadro tecniche, economiche, ecologiche e sociali. La ricerca dovrà inoltre fare in modo che vengano garantite la necessaria innovazione ed evoluzione tecnologica.

Il Consiglio federale ha deciso per un controprogetto all’Iniziativa per i ghiacciai tenendo conto della votazione del 13 giugno 2021, in occasione della quale il Popolo ha bocciato la revisione della legge sul CO2. Il progetto prevedeva misure per dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030. Secondo il Consiglio federale, la bocciatura è riconducibile alle misure contenute nel progetto di legge e non deve essere interpretato come un no alla protezione del clima. Secondo il Consiglio federale, la bocciatura della revisione della legge sul CO2 non rimette in discussione l’obiettivo del saldo netto pari a zero entro il 2050. Quest’ultimo è conforme anche agli obiettivi del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC). Il Parlamento svizzero ha adottato nel 2017 l’Accordo di Parigi sul clima con il quale la comunità internazionale punta a una sensibile riduzione delle emissioni di gas serra.


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Andrea Burkhardt, responsabile della divisione Clima, Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), tel. 058 462 64 94



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