Previdenza professionale: situazione finanziaria degli istituti di previdenza nel 2020

Berna, 11.05.2021 - Nonostante il perdurare di un clima di notevole incertezza, gli istituti di previdenza svizzeri hanno resistito bene alle turbolenze dovute al coronavirus, realizzando nel 2020 un rendimento patrimoniale netto medio del 4,4 % (2019: 10,4 %). Alla fine di dicembre del 2020, i gradi di copertura hanno raggiunto in media il 113,5 % (fine 2019: 111,6 %), il livello più alto dal 2012. La percentuale degli istituti di previdenza con una copertura insufficiente è scesa all’1,0 % (fine 2019: 1,1 %). Nell’anno in esame, con un importo pari a 4,4 miliardi di franchi, la ridistribuzione stimata a carico degli assicurati attivi è nettamente diminuita (2019: 7,2 miliardi di franchi). Questo risultato è da ricondurre agli adeguamenti apportati negli ultimi anni per quanto riguarda la valutazione degli impegni e le aliquote di conversione. Tuttavia, la ridistribuzione è tuttora in atto. Rimane dunque urgente adeguare finalmente i parametri tecnici stabiliti per legge alle mutate condizioni economiche e demografiche.

Parallelamente alla pubblicazione del suo nono rapporto di attività, la Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale (CAV PP) ha presentato anche gli ultimi dati sulla situazione finanziaria degli istituti di previdenza. Il rilevamento precoce dei dati degli istituti di previdenza, basato sui rischi e uniforme a livello nazionale, consente di avere una visione d’insieme aggiornata della situazione finanziaria del sistema della previdenza professionale al 31 dicembre 2020.

Nell’anno in esame, il numero degli istituti di previdenza è nuovamente diminuito, il che conferma il perdurare del processo di concentrazione in atto nel secondo pilastro. Fino alla metà di aprile del 2021 avevano partecipato all’inchiesta 1 484 dei 1 552 istituti di previdenza svizzeri (95,6 %; 2019: 1 504 su 1 624, ovvero il 92,6 %). Di questi, 1 454, con una somma di bilancio pari a 1 129 miliardi di franchi (2019: 1 066 miliardi di franchi), sono stati presi in considerazione nelle analisi.


Situazione attuale

Nonostante il perdurare di un clima di notevole incertezza nell’economia reale e sui mercati finanziari a causa della pandemia, alla fine del 2020 gli istituti di previdenza svizzeri presentavano la migliore situazione di copertura dalla costituzione della CAV PP, nel 2012. Fortunatamente, i timori secondo cui le grandi turbolenze sui mercati azionari in febbraio e marzo del 2020 avrebbero causato perdite in tutte le categorie d’investimento importanti non si sono avverati. Alla fine del 2020, i mercati finanziari sono partiti dal presupposto che la pandemia sarebbe finita presto. Nonostante il perdurare del basso livello dei tassi d’interesse, gli istituti di previdenza hanno registrato rendimenti decisamente buoni nelle principali categorie d’investimento (anzitutto in azioni e immobili).

Nel 2020 gli istituti di previdenza senza garanzia dello Stato e senza assicurazione completa hanno realizzato un rendimento patrimoniale netto medio del 4,4 % (2019: 10,4 %), contro il 4,2 % (2019: 11,5 %) realizzato da quelli con garanzia dello Stato. I rendimenti positivi registrati dalla maggior parte degli istituti di previdenza hanno permesso un aumento del grado di copertura degli istituti di previdenza senza garanzia dello Stato e senza assicurazione completa, che ha raggiunto in media il 113,5 % (fine 2019: 111,6 %); per gli istituti di previdenza con garanzia dello Stato il grado di copertura si è attestato al 85,8 % (fine 2019: 79,8 %).

Alla fine del 2020, il 99 % (2019: 99 %) degli istituti di previdenza di diritto privato e di quelli degli enti di diritto pubblico senza garanzia dello Stato e senza assicurazione completa presentava quindi un grado di copertura di almeno il 100 %. Per gli istituti di previdenza con garanzia dello Stato – tra cui molti gestiti con il sistema della capitalizzazione parziale – questa quota si attestava al 20 % (2019: 16 %).


Interessi sui capitali di previdenza degli assicurati attivi

Nell’anno in esame, l’avere di vecchiaia LPP obbligatorio secondo l’articolo 15 della legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP; RS 831.40) doveva essere remunerato con un interesse pari almeno all’1,00 % (2019: 1,00 %). In media, il tasso d’interesse corrisposto sui capitali di previdenza degli assicurati attivi è stato dell’1,84 % (2019: 2,40 %) per gli istituti di previdenza senza garanzia dello Stato e senza assicurazione completa, e del 2,10 % (2019: 2,80 %) per quelli con garanzia dello Stato.


Conseguenze finanziarie della pandemia finora contenute

Alla fine del 2020, non si sono registrate conseguenze finanziarie negative della pandemia sugli istituti di previdenza. Nello stesso anno, grazie alle misure di sostegno dello Stato, in Svizzera non si è verificata nemmeno la temuta crisi delle PMI. Tuttavia, è aumentata l’incertezza sullo sviluppo economico dei prossimi anni.

Per il momento non è ancora possibile valutare in modo definitivo in che misura la mortalità, presumibilmente superiore alla media durante la pandemia, si ripercuoterà sugli istituti di previdenza. Si può però supporre che – analogamente agli anni segnati da una forte ondata d’influenza o dalla canicola – seguirà una fase con una mortalità ridotta. Attualmente si parte dal presupposto che non vi sia motivo di scostarsi dall’ipotesi di principio che prevede un aumento della speranza di vita.


Ridistribuzione ridotta, ma persistente

Con un importo stimato a 4,4 miliardi, nell’anno in esame la ridistribuzione è stata inferiore a quella registrata negli ultimi anni. Questo è riconducibile a diversi motivi. Innanzitutto, i tassi d’interesse tecnici hanno subìto riduzioni meno rilevanti, il che significa che è stato necessario meno capitale per rifinanziare le rendite correnti. Alla fine del 2020, il tasso d’interesse tecnico medio era dell’1,76 % (1,99 % per gli istituti di previdenza con garanzia dello Stato). Inoltre, il tasso d’interesse medio garantito per le prestazioni future degli istituti di previdenza senza garanzia dello Stato e senza assicurazione completa è sceso al 2,52 % (2,59 % per gli istituti di previdenza con garanzia dello Stato). Di conseguenza, anche le perdite da pensionamento sono diminuite. Infine, il tasso d’interesse medio sui capitali di previdenza degli assicurati attivi, a sua volta relativamente elevato, ha ridotto lo scarto tra gli interessi degli assicurati attivi e quelli dei beneficiari di rendita, cosicché anche questa componente non ha avuto forti conseguenze in termini di ridistribuzione.

Le stime attuali riguardo alla ridistribuzione annuale mostrano che il valore per l’anno in esame (4,4 miliardi di franchi) è nettamente inferiore alla media quinquennale (6,3 miliardi di franchi). Bisognerà aspettare qualche anno per vedere se questo è il primo segnale di una riduzione duratura della ridistribuzione o se si tratta soltanto di una fluttuazione annuale. Pari allo 0,5 % del capitale di previdenza degli assicurati attivi e dei beneficiari di rendita, la ridistribuzione a carico degli assicurati attivi rimane tuttora sostanziale.


Riserve di fluttuazione di valore tuttora non costituiti interamente

Dopo più di un decennio con rendimenti degli investimenti mediamente buoni o molto buoni, le riserve di fluttuazione di valore degli istituti di previdenza hanno raggiunto livelli ancora mai visti. Tuttavia, persino nel caso degli istituti di previdenza senza garanzia dello Stato e senza assicurazioni complete, l’importo costituito non supera in media il 76 % del valore obbiettivo. Nello stesso orizzonte temporale, l’incremento della quota dei valori reali nelle strategie d’investimento ha portato a un aumento dei rischi d’investimento. A causa del perdurare di una situazione caratterizzata da tassi d’interesse bassi, molti istituti di previdenza sono costretti ad assumere maggiori rischi d’investimento. Se non hanno costituito la totalità delle riserve di fluttuazione di valore previste, secondo le loro stesse stime, essi non sono in grado di far fronte ai rischi legati alla volatilità dei mercati. Una delle principali ragioni per cui le riserve di fluttuazione di valore non sono state completamente costituite risiede nel fatto che negli ultimi anni è stato necessario utilizzare somme considerevoli per rendere più sicuro il finanziamento delle rendite correnti.


Prospettive

I movimenti sui mercati finanziari registrati nei mesi di febbraio e marzo del 2020 hanno mostrato come la situazione di copertura degli istituti di previdenza possa deteriorarsi rapidamente e in modo significativo. Un sistema di capitalizzazione è esposto a questi rischi d’investimento e deve essere in grado di attutire le fluttuazioni sui mercati finanziari. Di regola, gli istituti di previdenza sono investitori a lungo termine e devono prendere in considerazione l’eventualità di dover far fronte a coperture insufficienti a breve termine. Questo è anche previsto dalla legge. Tuttavia, perché il sistema funzioni, gli investimenti devono essere commisurati agli impegni. Se gli istituti di previdenza fossero chiamati ad aumentare ulteriormente i loro rischi d’investimento, sarebbero necessari adeguamenti corrispondenti anche sul fronte degli impegni, ovvero per quanto riguarda la garanzia delle rendite correnti.

Anche se molti organi supremi di istituti di previdenza con prestazioni superiori a quelle del regime obbligatorio LPP hanno condotti i loro istituti in un modo orientato al futuro, altri rimangono eccessivamente vincolati al quadro irrealistico delle prescrizioni legali. Questi ultimi hanno finora spesso beneficiato del basso numero di pensionamenti e di conseguenza di perdite da pensionamento contenute. Tuttavia, con ogni anno in più che il legislatore lascia passare senza riforme, anche questi istituti di previdenza dovranno far fronte a un numero crescente di pensionamenti. Il mondo politico dovrebbe ora cogliere l’opportunità offerta dalla buona situazione finanziaria per concordare rapidamente prescrizioni legali realistiche, in particolare in merito all’aliquota minima di conversione LPP.

Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale (CAV PP)
La Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale (CAV PP) è una commissione decisionale indipendente, le cui attività sono interamente finanziate per mezzo di tasse ed emolumenti. La vigilanza diretta sugli istituti di previdenza compete a otto autorità di vigilanza regionali del luogo in cui i singoli istituti hanno sede. L’alta vigilanza su tali autorità è esercitata dalla CAV PP e non è soggetta né alle istruzioni del Parlamento né a quelle del Consiglio federale. La CAV PP esercita anche la vigilanza diretta sulle fondazioni d’investimento nonché sul fondo di garanzia e sull’istituto collettore. È inoltre competente per l’abilitazione dei periti in materia di previdenza professionale.
Per tutelare in modo responsabile, guardando al futuro, gli interessi finanziari degli assicurati, la CAV PP esercita una vigilanza uniforme basata sui rischi. Con le sue misure e le sue decisioni, che si inseriscono in un contesto macroeconomico a lungo termine, l’autorità intende migliorare costantemente la sicurezza del sistema, la certezza giuridica e la garanzia della qualità.
A tutela dei fondi previdenziali degli assicurati, la legge prevede una gestione degli istituti di previdenza basata sui rischi. L’attività di vigilanza deve essere organizzata di conseguenza. In questo ambito, la legge mette a disposizione della CAV PP lo strumento delle direttive. La Commissione può così impartire istruzioni per le autorità di vigilanza o per l’attività dei periti in materia di previdenza professionale o degli uffici di revisione.


Indirizzo cui rivolgere domande

Manfred Hüsler
Direttore della Segreteria della CAV PP
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