Conferenza sulle armi classiche inumane: la Svizzera riafferma la sua volontà di una normativa internazionale sulle munizioni a grappolo

Berna, 17.11.2006 - La Svizzera riafferma la sua volontà di una normativa internazionale giuridicamente vincolante sulle munizioni a grappolo in occasione della 3a Conferenza d’esame della Convenzione sul divieto o la limitazione dell’impiego di talune armi classiche che possono essere ritenute capaci di causare effetti traumatici eccessivi o di colpire in modo indiscriminato (CCAC). La Conferenza si è svolta dal 7 al 17 novembre 2006 a Ginevra.

La 3a Conferenza d’esame della CCAC è sfociata in un accordo tra gli Stati parte riguardo a un mandato mirante «a considerare l’applicazione e la messa in atto del diritto internazionale umanitario vigente per le munizioni specifiche che possono causare residuati bellici esplosivi, con particolare attenzione alle munizioni a grappolo […]». Questo mandato di discussione segna un’evoluzione positiva in seno alla CCAC in quanto riflette il riconoscimento degli Stati parte del problema umanitario posto in particolare dalle munizioni a grappolo.

All’apertura della Conferenza, sei Paesi hanno proposto un mandato mirante a costituire un gruppo di lavoro che avvierebbe negoziati relativi a uno strumento giuridicamente vincolante rivolto ai problemi umanitari posti da talune munizioni a grappolo. La proposta ha raccolto il sostegno di oltre 25 Paesi, ossia più di un quarto degli Stati parte alla Convenzione, tra cui la Svizzera. Il sostegno del nostro Paese andava a iscriversi nella continuità del suo impegno in seno alla CCAC dall’ultima Conferenza d’esame nel 2001. Un simile mandato avrebbe rappresentato l’iniziativa più appropriata per tentare di risolvere urgentemente i problemi umanitari più gravi.

Alfine di sottolineare la sua ferma intenzione di trovare una soluzione internazionale al problema delle munizioni a grappolo, la Svizzera si è associata a oltre 20 Stati parte, in chiusura della Conferenza, in una dichiarazione politica  sulle munizioni a grappolo che chiede un accordo internazionale sull’argomento. La Svizzera riafferma così chiaramente il suo impegno in vista di una normativa internazionale sulle munizioni a grappolo.

Già in occasione della 2a Conferenza d’esame del 2001, precorrendo i tempi, la Svizzera aveva affermato la necessità di una normativa, proponendo di disciplinare l’uso, l’affidabilità, la produzione, il trasferimento e la distruzione degli stock di talune munizioni a grappolo.

Al termine della 3a Conferenza d’esame della CCAC, la Svizzera si rammarica che non sia stato possibile giungere a un accordo su norme di diritto internazionale umanitario concernenti le mine antiveicolo. È invece particolarmente soddisfatta del nuovo programma di partenariato e dei risultati tangibili in materia di promozione dell’universalità della Convenzione.


Indirizzo cui rivolgere domande

Servizio stampa e informazione
Palazzo federale ovest
CH-3003 Berna
Tel.: (+41) 031 322 31 53
Fax: (+41) 031 324 90 47 / 48



Pubblicato da

Dipartimento federale degli affari esteri
https://www.eda.admin.ch/eda/it/dfae.html

https://www.admin.ch/content/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/comunicati-stampa.msg-id-8318.html