Comunicato CFR – Votazione del 7 marzo 2021

Berna, 22.02.2021 - Il 7 marzo prossimo, le cittadine e i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi sull’iniziativa «Sì al divieto di dissimulare il proprio viso». La Commissione federale contro il razzismo (CFR) prende posizione contro l’iniziativa, che ha lo scopo principale di stigmatizzare una religione, e più precisamente l’islam.

Nonostante il suo titolo generico, l’iniziativa mira alle donne che indossano simboli religiosi. I promotori non hanno del resto mai fatto mistero delle loro intenzioni: il dibattito pubblico è focalizzato sul burqa e caratterizzato da un’atmosfera di diffidenza e rifiuto nei confronti di una comunità religiosa.

La Costituzione federale è molto chiara sui diritti fondamentali e il divieto di discriminazione:

«Nessuno può essere discriminato, in particolare a causa dell’origine, della razza, del sesso, dell’età, della lingua, della posizione sociale, del modo di vita, delle convinzioni religiose, filosofiche o politiche, e di menomazioni fisiche, mentali o psichiche.»

Non si possono emanare disposizioni di legge o d’ordinanza o altre direttive per ragioni simboliche o per statuire un esempio. Il rispetto dei diritti fondamentali deve sempre prevalere sulla tentazione di legiferare in base a casi o episodi particolari. E non si possono neppure emanare disposizioni ispirate da sentimenti o inclinazioni soggettive, da semplici timori o ancora da un’antipatia nei confronti di una convinzione religiosa.

I capi d’abbigliamento espressione di una religione possono essere criticabili in ragione della simbologia che vi si riconosce, in particolare per quanto riguarda l’uguaglianza fra donne e uomini, che è garantita dalla Costituzione federale e dalla legislazione fondata sulla pertinente disposizione. Questo aspetto è al centro del dibattito pubblico, in Svizzera come in altri Paesi. Bisogna tuttavia tener presente che simboli religiosi e capi d’abbigliamento espressione di una religione possono essere indossati per diversi motivi, e anche per libera scelta. Limitarsi a considerarli sotto l’aspetto della costrizione può favorire lo sviluppo di stereotipi negativi nei confronti della religione interessata. Bisogna inoltre considerare che i divieti possono rivelarsi controproducenti. L’attuazione dell’iniziativa allontanerebbe le donne dalla vita pubblica, poiché si troverebbero di fronte al dilemma di dover rinunciare alle loro convinzioni religiose oppure di dover vivere con la paura d'essere sanzionate dalle autorità.

Come già rilevato a più riprese, l’iniziativa «Sì al divieto di dissimulare il proprio viso» crea più problemi di quanti ne risolva. E viola il divieto di discriminazione di cui ciascuna e ciascuno deve beneficiare in rapporto alle sue convinzioni religiose. Contravviene inoltre alla libertà di credo e di coscienza garantita dall’articolo 15 della Costituzione federale.

Per tutte queste ragioni, la CFR raccomanda di respingere l’iniziativa, che intacca i diritti fondamentali.


Indirizzo cui rivolgere domande

Martine Brunschwig Graf, presidente della CFR, 079 507 38 00, martine@brunschwiggraf.ch
Giulia Reimann, collaboratrice scientifica CFR, 058 463 12 62, giulia.reimann@gs-edi.admin.ch



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